2021-04-12
I giudici britannici hanno deciso Pippa Knight verrà lasciata morire
La madre della bimba attaccata al respiratore non si rassegna: chiederà aiuto all’ItaliaAnche l’ultima speranza è perduta: Pippa Knight, la bimba inglese di cinque anni che vive attaccata a un respiratore all’Evelina children's hospital di Londra, verrà lasciata morire. A decretarlo è stata la Corte suprema, che ha rifiutato l’istanza presentata dalla madre della piccola. Paula Parfitt si era rivolta all’ultimo grado di giudizio per vedere ribaltata la sentenza del Tribunale e della Corte d’appello, che avevano dato ragione ai medici che volevano staccare la spina del macchinario della piccola. Purtroppo, però, i tre giudici della Corte suprema hanno stabilito che nel caso di Pippa non ci sono elementi legali su cui discutere e che quindi non avvieranno nessun processo e non apriranno alcuna discussione.Una decisione che ha lasciato senza parole la signora Parfitt. Anche perché è stata assunta nell’arco di 24 ore, con estrema rapidità. La mamma di Pippa Knight sperava invece di guadagnare tempo e di presentare davanti ai giudici la propria posizione, chiedendo un sostegno al suo progetto di curare la bambina a casa, usando un ventilatore portatile. Di fronte ai giornalisti la donna, che ha 41 anni e viene da Strood, nel Kent, ha dichiarato che non capisce quali siano le ragioni di questa ostinazione e ha confessato di essere devastata, visto che ormai alla piccola restano pochi giorni, forse soltanto ore. Esauriti tutti i possibili gradi della battaglia legale, infatti, i medici dell’Evelina children’s hospital possono spegnere il respiratore quando vogliono e di certo lo faranno nel giro di una settimana o poco più.A questo punto alla donna non resta che fare appello all’opinione pubblica, che in passato si è sempre mobilitata a favore di altri bambini in condizioni simili, da Charlie Gard ad Alfie Evans, fino ad Isaia Haastrup. Per rovesciare la sorte di Pippa deve cercare consenso presso la stampa, magari anche a livello internazionale. E come era accaduto nel caso di Charlie o di Alfie, la prima nazione cui rivolgersi sembra proprio l’Italia. Anche perché la Parfitt conosce a menadito la storia di Tafida Raqueeb, la bambina di cinque anni che era stata condannata a una sorte simile a quella di sua figlia e invece è riuscita a salvarsi e ora si trova all’ospedale Gaslini di Genova, dove i medici la stanno seguendo con dedizione, ottenendo risultati confortanti. Avere dettagli sulle condizioni di Tafida non è possibile per ora, ma chi ha parlato con la madre sostiene che sia felice. Segno che era davvero ben riposta la speranza che l’ha portata a combattere per il trasferimento all’estero della sua bambina malata.Consapevole di quello che è accaduto a Tafida, dunque, anche la madre di Pippa Knight vuole chiedere aiuto fuori dai confini della sua patria. Ha capito che nel Regno Unito non ci sono speranze per la sua bambina, nonostante qualche settimana fa l’abbia portata a spasso su una carrozzina, con un ventilatore portatile che la aiutava a respirare. Un modo per dimostrare che la piccola avrebbe la possibilità di vivere, nonostante quello che sostengono i medici. Paula Parfitt, insomma, è demoralizzata ma ancora non si ferma. Cercherà sostegno nel nostro Paese, contattando ospedali e associazioni umanitarie, che trovano inaccettabile la scelta britannica di sospendere la respirazione artificiale nei bambini. Se per la burocrazia e la legge del Regno Unito questa guerra è finita, per la mamma di Pippa invece no. È sotto gli occhi di tutti: nulla riesce a fermare questa donna alla quale - come hanno sottolineato i giudici della Corte suprema, annunciando che non si sarebbero occupati del caso - «va dato riconoscimento dell’amore assoluto con cui assiste Pippa e della totale e incondizionata devozione che prova per lei».