2018-08-23
I difensori d’ufficio di Asia copiano le giustificazioni di Weinstein
Repubblica parla di uno scambio. Ma per la stessa cosa il produttore è stato linciato.Tmz pubblica la foto dell'attrice seminuda con Jimmy Bennett: sarebbe stata scattata dopo il rapporto. Online pure gli sms mandati a Anthony Bourdain e a un amico a cui avrebbe rivelato tutto. La debole scusa: «Ho scoperto che era un minore solo quando ha chiesto soldi».Lo speciale contiene due articoliQualora le accuse di Jimmy Bennett trovassero, negli accertamenti della polizia di Los Angeles, una qualche conferma, Asia Argento sarebbe tacciata di abuso su minore. Bennett, quel 9 maggio 2013, aveva solo 17 anni. Uno meno di quanto serve in California per raggiungere l'età del consenso. La Argento, invece, 37. Eppure, a Repubblica, questa deve essere sembrata un'inezia. Perché, ha scritto Elena Stancanelli, l'episodio raccontato, con dovizia di dettagli, dal New York Times e da Tmz ha le stigma dello scambio commerciale. «Tra due persone ci può essere del sesso brutto, e anche del sesso che il giorno dopo ti fa sentire in colpa, del sesso concesso/dato per sbaglio eccetera», ha cominciato la scrittrice. «Ma quel sesso non è un reato. È un errore. Un errore clamoroso talvolta, ma uno degli infiniti errori che facciamo nella nostra vita. Non sto parlando di stupro, sia chiaro. Lo stupro è un reato, e come tale viene trattato. Sto parlando di sesso tra due persone che hanno una relazione emotiva di qualche tipo, che sono nella stessa stanza senza che qualcuno le abbia costrette, o da qualsiasi altra parte, nell'incertezza di qualcosa che può accadere o anche no». Ma, è la conclusione retorica, «se quella cosa accade, senza che una delle due venga legata, o picchiata, può essere considerata violenza? Può essere, davvero, considerata un reato la violenza psicologica, quella che spinge un sottoposto a far sesso con un superiore, un ragazzino con una donna adulta bella e famosa, una ragazzina con un regista che le promette un ruolo in un film?», ha chiuso la Stancanelli, azzardando che «forse quella cosa lì si chiama scambio». Forse, perché oggi conviene rivedere la propria morale, così da assolvere Asia Argento propagandando quella calma serafica e razionale che al Fausto Brizzi di turno è, però, stata negata. Repubblica si è fatta viatico di concetti sacrosanti, chiedendosi, a ragione, se sia legittimo denunciare come violenza uno scambio che a distanza di anni si sia rivelato svantaggioso. Il rammarico, l'unico, è che la riflessione sia arrivata tardi. Quando, cioè, a essere strappata alla ferocia del pubblico doveva essere l'anima tormentata di Asia Argento, volto del Me too, mica quella di Harvey Weinstein. Al produttore di Hollywood, crocefisso quale emblema delle derive torbide del patriarcato e dell'abuso di potere, nessuno ha usato una tale cortesia. Weinstein è stato giustiziato pubblicamente, e al suo cospetto ogni attrice s'è trasformata in vittima impotente. In un esserino innocuo, per nulla determinato ad arraffare la propria fetta di torta. Nessuna transazione s'è consumato nella Hollywood dell'orco, nessun reciproco vantaggio. Quel barlume di senno e buon senso e di uguaglianza in senso stretto proposto da Repubblica ha fatto capolino nel circolino dell'intellighenzia buonista come extrema ratio pro Argento. Propagandare una doppia morale o sostenere, acriticamente, che un uomo non possa subire controvoglia le effusioni di una donna non sarebbe stato opportuno. Così, ecco la soluzione: Asia Argento non avrebbe abusato del proprio ruolo circuendo un ragazzino disturbato. Uno che, stando al New York Times, l'avrebbe vista come una madre. No, la Argento avrebbe avuto con il ragazzino un rapporto consensuale, e questi avrebbe scelto di denunciarla, cinque anni più tardi, perché da quel rapporto consensuale non avrebbe cavato un fico secco. Sarebbe stata una ripicca, un modo per monetizzare una delusione. E poco importa che lo schema sia identico a quello che ha decretato la fine di Weinstein. Il produttore, grassoccio e lubrico, non meritava d'essere salvato.Claudia Casiraghi<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/i-difensori-dufficio-di-asia-copiano-le-giustificazioni-di-weinstein-2598181311.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-argento-si-sbugiarda-sesso-con-jimmy" data-post-id="2598181311" data-published-at="1758165011" data-use-pagination="False"> La Argento si sbugiarda: «Sesso con Jimmy» Tutto, e il contrario di tutto. Nella vicenda Argento, ogni giorno porta con sé una dose di scompiglio. Martedì l'attrice, aveva negato le accuse di Jimmy Bennett e aveva detto che la scelta di pagare sarebbe stata presa da Anthony Bourdian, chef morto suicida ai tempi fidanzato della Argento. Versione che sembrerebbe avvalorata da uno scambio di messaggi pubblicato da Tmz. Il sito americano ha ottenuto gli sms che la Argento avrebbe inviato a Bourdain. «Non s'è trattato di stupro, ma ero raggelata. Lui era sopra di me. Mi ha detto che sono la sua fantasia sessuale da che ha 12 anni», si legge nel messaggio, al quale lo chef avrebbe risposto suggerendo una sorta di patteggiamento. «Nessuna ammissione, nessun tentativo di comprare il suo silenzio, solo una semplice offerta volta ad aiutare quella che, senza dubbio, è un'anima tormentata, decisa a tentare il tutto per tutto pur di spillarti qualche soldo». Alla compagna, che avrebbe detto di essere al verde e aggiunto di non «avere paura», Bourdain avrebbe solo indicato la via per liberarsi di quello che avrebbe definito un «asino». Ma altri «documenti» sembrano confermare il rapporto. Sempre Tmz ieri ha pubblicato un selfie di Bennett e della Argento a letto seminudi, che sarebbe stato scattato dopo che avevano fatto sesso (e di cui la Argento avrebbe comprato i diritti proprio da Bennett), e ha scovato dei messaggi che sarebbero stati scambiati dall'attrice e da un suo amico anonimo dopo la pubblicazione dello scoop del New York Times. «Ho fatto sesso con lui, è stato strano. Non sapevo che fosse minorenne finché non è arrivata la lettera di estorsione», avrebbe scritto l'attrice, spiegando che «il ragazzino arrapato» le sarebbe saltato addosso. Non solo. Bennett avrebbe tempestato Asia Argento con foto di nudo, «per anni, fino a due settimane prima che decidesse di accusarmi», avrebbe detto l'attrice all'amico, rifiutandosi di spiegare come fosse possibile che non conoscesse l'età dell'attore, che aveva scritturato per il film Ingannevole è il cuore più di ogni cosa. «Quando avevo 17 anni sono stata per anni con un uomo di 33», avrebbe scritto in tutta risposta. L'attrice avrebbe anche aggiunto: «Se perdo il lavoro me ne andrò in Africa o nella foresta amazzonica». Per finire, parlerebbe della foto incriminata: «Si vede il mio seno, è tutto. Non prova nulla». Questa versione però è stata smentita dall'avvocato di Bennett, Gordon K. Sattro, che ha fatto sapere di star lavorando con il suo cliente a una dichiarazione. Sempre secondo Tmz, dopo la notte passata insieme l'adolescente avrebbe scritto un biglietto (di cui ha diffuso una foto) in cui confessava ad Asia: «Ti amo con tutto il cuore. sono così contento che ci siamo rivisti e che tu sia nella mia vita». Mercoledì, l'assistente di Asia Argento in Scarlet Diva, ha scritto a Dagospia per dire la sua sul fattaccio. «Su Twitter, ho difeso Asia da giorni di insulti di haters, anche se con lei non ho avuto sempre rapporti facili e di amicizia. L'ho difesa in quanto a una donna non si possono scrivere, comunque la si pensi, le peggiori cose», ha spiegato Massimo Sagramola. «È vero che Asia si è trasformata in una giustizialista. È altrettanto vero che Harvey Weinstein è stato messo in accusa dopo che anche grandi star hanno raccontato delle sue attitudini comportamentali», si legge oltre, in una lettera nella quale Sagramola si interroga sul tempismo delle accuse e sulla decisione di Bourdain di pagare: «380.000 dollari non sarebbero mai stati “donati" da Bourdain a un ricattatore che chiede milioni, visto che il cuoco si è fatto da solo». Dario Argento, padre dell'attrice, si è lasciato andare all'ipotesi di un complotto: «Ho avuto l'impressione che ci sia sotto qualcosa di losco, di falso, o almeno di molto strano», ha detto alla Stampa, «e comunque bisogna vedere se le accuse sono vere, secondo me non è così. Sto facendo solo supposizioni, ma certo, da quando Asia ha deciso di fare la sua denuncia ci sono state reazioni violente, pure in Italia, da parte di politici. Tanti la attaccano. Anche Matteo Salvini e Vittorio Sgarbi», ha continuato, aggiungendo: «Credo che ci sia un'operazione, qualcosa di organizzato per colpirla». Secondo il regista, la figlia sarebbe oggetto di una persecuzione forse ordita da Weinstein: «Avrà detto ai legali di cercare qualcosa». Intanto, mentre Sky non ha ancora deciso se licenziare o no la Argento dal suo ruolo di giudice in X Factor, dal Belgio arriva la notizia che l'attrice non parteciperà più all'organizzazione del festival musicale Le Guess Who?, in programma a Utrecht a novembre. Nel comunicato ufficiale, si legge che: «a causa della natura fortemente instabile delle accuse rivolte alla signora Argento, la stessa ha scelto di ritirarsi dal curare l'edizione di quest'anno». Claudia Casiraghi
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)