2021-08-15
Per gli effetti del vaccino in ospedale un bimbo su mille
Per il Cts «non c'è da avere paura». Eppure gli studi promossi dalle case produttrici sulla fascia d'età 12-17 dicono: lo 0,12% ha reazioni gravi. Proiettato su milioni di ragazzi italiani significherebbe migliaia di ricoveri.Se vogliamo uscire da questa pandemia servono trasparenza, rigore metodologico e bisogna dire la verità. Franco Locatelli, di professione ematologo, coordinatore del Cts, guida la carovana dei vaccinatori di bambini spargendo briciole di pseudo rassicurazione: «La paura è immotivata, abbiamo evidenze che la vaccinazione mRna sia sicura, non provochi effetti collaterali rilevanti e protegga dal rischio di complicanze fatali dell'infezione». Gli fa eco Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria: «I bambini costituiscono i serbatoi delle nuove varianti, sostengono la circolazione del virus», dichiara l'esperta, che è lecito attendersia sia anche molto attenta alle necessità delle famiglie. Entrambi i professori, titolari di cattedre, non sembrano però documentarsi fino in fondo prima di condizionare con le loro affermazioni milioni di mamme e papà. Gli studi clinici controllati randomizzati (Rct) di Moderna relativi al vaccino negli adolescenti sono stati pubblicati l'11 agosto sul Nejm, il New England Journal of medicine, tra le riviste mediche più lette e influenti al mondo. Non si tratta di una ricerca «no vax», lo «studio per valutare la sicurezza, la reattogenicità e l'efficacia del vaccino mRna-1273» per prevenire il Covid-19 è stato infatti sponsorizzato dall'azienda che produce il vaccino, come ampiamente dichiarato nel documento. «Lo sponsor della sperimentazione, Moderna, era responsabile della progettazione complessiva della sperimentazione […] due medici finanziati da Moderna hanno aiutato a redigere il testo». Quindi i dati forniti da Big pharma non sono certo enfatizzati in negativo: perché un'azienda dovrebbe pubblicare anche a sue spese uno studio che la danneggia? Nelle prime righe in cui si sintetizza il lavoro svolto, gli autori affermano che, in conclusione, «il vaccino ha avuto un profilo di sicurezza accettabile negli adolescenti». Forse Locatelli, la Staiano e tutti coloro che ci stanno dicendo che il vaccino è innocuo per i minori si sono fermati all'incipit, anche se l'aggettivo «accettabile» è abbastanza opinabile come significato. Però lo studio ha anche una corposa appendice con dati e tabelle un po' meno rassicuranti. Leggiamo che all'Rct di Moderna hanno partecipato 3.732 adolescenti di fascia 12-17 anni, maschi e femmine. Di questi, 2.489 hanno ricevuto le due dosi di vaccino, mentre a 1.243 è stata iniettata un'iniezione salina di placebo, ovviamente senza che né gli uni né gli altri sapessero cosa veniva loro somministrato. Nei vaccinati, le reazioni avverse con sorveglianza attiva nella prima settimana si avvicinano al 95% per le locali (anche minime, come gonfiore o dolore ascellare) e superavano l'86% per le sistemiche (affaticamento, mal di testa, vomito). Si sono manifestate 4.960 reazioni avverse locali, di cui 390 gravi, tutte attribuibili al vaccino; 3.835 reazioni avverse sistemiche, di cui 386 gravi, queste ultime in gran parte da attribuire al vaccino, e tre molto gravi, tutte da vaccino. Pensate che tre reazioni gravi siano poche? Sono l'1 per mille (0,12%) e se proiettiamo i risultati dei trial di Moderna sulla popolazione italiana di età 12 -17 anni, significherebbe (statisticamente) avere in ospedale circa 4.100 ragazzi.I giovani che avrebbero, o potrebbero avere, reazioni inabilitanti severe (grado 3) secondo le percentuali emerse negli studi randomizzati, sarebbero - sempre secondo questa proporzione - 232.000 (6,8%) dopo la prima iniezione, e più di 304.000 (8,9%) dopo la seconda. I ragazzi con affaticamento grave risulterebbero circa 260.000, e sempre in teoria sarebbero necessari esami per verificare eventuali miocarditi o pericardite. Lo ripetiamo: sono dati che fornisce Moderna. Pfizer, nel suo rapporto di maggio, riferiva reazioni ancora ppiù diffuse rispetto a quelle dello studio randomizzato di Moderna. Dopo la seconda iniezione del farmaco prodotto dal gigante farmaceutico americano assieme a Biontech, le reazioni gravi che impediscono di svolgere le attività della vita quotidiana nei bambini 12-15 anni risultavano il 25,4%, e nei giovani 16-25 il 25,7%. In base alla sorveglianza attiva statunitense di V-safe, proiettando sull'Italia i dati dalle reazioni avverse di Pfizer si avrebbero statisticamente 6.830 ospedalizzazioni tra i giovani.Manca l'ultimo elemento, ovvero quello che è capitato al secondo gruppo di partecipanti al trial di Moderna. Hanno ricevuto un placebo 1.243 adolescenti; quattro di loro hanno preso il Covid, nessuno è finito in ospedale o in terapia intensiva (cosa che per fortuna ai più piccoli non accade quasi mai). Perché dunque accanirsi sui bambini con un vaccino così poco sperimentato? Se negli under 18 l'infezione si manifesta con un quadro clinico più favorevole rispetto all'adulto (il 4,4% è totalmente asintomatico, il 94,1% presenta quadri clinici lievi o moderati), c'è bisogno di promuovere campagne vaccinali che stanno preoccupando tutti i genitori di buon senso e non certo ideologicamente avversi al vaccino in quanto tale? Perché disporre ostacoli tra gli adolescenti che non hanno ancora fatto la punturina e biblioteche, palestre, cinema o parchi? Tre giorni fa il premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier, ha tenuto una conferenza a Firenze parlando di effetti ancora sconosciuti di questi vaccini anti Covid «ma che potrebbero essere trasmissibili per diverse generazioni». Secondo il professore la vaccinazione dei bambini è «un crimine» perché «anche se al momento possono sopportare gli effetti immediati, potrebbero poi subire quelli a lungo termine». Per il Comitato tecnico scientifico, invece, mamme e papa devono stare tranquilli.
Jose Mourinho (Getty Images)