
Negli Usa si tiene il conto di quante persone entrate in rapporti con la coppia presidenziale sono decedute in circostanze misteriose. Prima di Jeffrey Epstein, altri 47 casi «sospetti» riguardanti stagisti, soci d'affari, amanti.E se quella dei Clinton fosse in realtà una «famiglia ammazzatutti»? Dopo il decesso sospetto di Jeffrey Epstein, ufficialmente trovato suicida in carcere, si moltiplicano le voci sulle morti misteriose dei personaggi scomodi che ruotano attorno a Bill e Hillary. A rinfocolare la già nota teoria sull'abbraccio mortale della coppia presidenziale ci ha pensato addirittura lo stesso Donald Trump, retwittando il messaggio postato dall'attore Terrence Williams: «Jeffrey Epstein aveva informazioni su Bill Clinton e ora è morto». La chiamano in gergo «deadpool» (lista nera) oppure «body count» (conteggio dei corpi) e nel caso dei Clinton all'elenco, già di per sé lungo, ogni tanto si aggiunge un nuovo elemento. Da diversi anni, in particolare, gira per l'America una email contenente l'aggiornamento di questo tetro bollettino, tornata oggi a girare con insistenza dopo il caso Epstein. Ovviamente i detrattori parlano di tesi senza fondamento, spiegando che il più delle volte si tratta di decessi per cause naturali o incidenti nel corso dei quali sono morte altre persone. D'altronde si sa che gli Stati Uniti rappresentano un terreno fertile per l'insorgere di teorie cospirazioniste, ma l'inventario è stato ripreso da media accreditati come la Cbs ed è talmente nutrito che in effetti più di un sospetto viene. Senza contare il recentissimo intervento di Trump, che sembra voler avvalorare la tesi del bacio della morte.Contando Jeffrey Epstein, dagli anni Novanta in poi sono in totale 48 le persone decedute (la maggior parte delle quali in circostanza sospette oppure morte ammazzate) dopo aver avuto una qualche relazione con la coppia. Di queste, 12 erano guardie del corpo, mentre altre 6 sono legate al caso della morte di Don Henry e Kevin Ives, due adolescenti schiacciati da un treno nell'agosto del 1987 in Arkansas mentre giacevano sui binari. Il medico legale nominato da Bill Clinton (ai tempi governatore dello Stato) archiviò frettolosamente la vicenda come incidente, adducendo che i due ragazzi avevano fumato troppa marijuana e si erano addormentati sui binari. Qualche giorno dopo proprio sul luogo del decesso fu avvistato un uomo in abbigliamento militare il quale, ricevuto l'ordine di fermarsi dalla polizia, scappando aprì il fuoco contro le forze dell'ordine. Secondo alcuni testimoni, i giovani erano coperti da un telo e vicino a loro c'era un'arma. Le famiglie ottennero la revisione della perizia medica, ma l'unico risultato fu che la causa della morte cambiò da accidentale a indeterminata. In seguito, qualcuno ipotizzò che il caso fosse legato al traffico di droga intorno al vicino aeroporto di Mena, e che i ragazzi fossero venuti a conoscenza di qualche dettaglio compromettente. Con il conseguente sospetto che Clinton fosse in qualche modo coinvolto con questi loschi traffici.Ma il caso Henry e Ives, la cui ricostruzione ha impegnato numerosi media americani, è solo il primo della nutrita lista dei decessi nell'orbita dell'ex presidente e della sua first lady. Tra i nomi più in vista troviamo quello di James McDougal, socio dei Clinton nonché protagonista dello scandalo Whitewater, scoppiato a seguito degli sventurati investimenti immobiliari operati a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta e che hanno provocato il fallimento dell'omonima società. Sebbene i Clinton non siano mai stati accusati ufficialmente di alcun reato, nei primi anni Novanta gli inquirenti sarebbero stati a un passo dall'incriminarli. Nel marzo del 1998, McDougal fu trovato morto per arresta cardiaco in prigione. Gli investigatori parlarono di «duro colpo» alle indagini in quanto, come si legge sul New York di quei giorni, «gli investigatori hanno perso una figura importante che sarebbe stata in grado di confermare qualsiasi nuova prova che avrebbero potuto ricevere da un altro testimone dell'inchiesta, l'ex governatore dell'Arkansas Jim Guy Tucker». L'altra morte connessa al Whitewater è quella di Vince Foster, ex consigliere alla Casa Bianca e collega di Hillary nel suo studio legale di Little Rock. Foster, impegnato anima e corpo nel tentativo di togliere i Clinton dai guai, si tolse la vita nel 1993 e ufficialmente venne bollato come depresso. Nell'ultima intervista rilasciata da McDougal prima di morire, questi rivelò che prima del suicidio Foster era «vessato senza sosta» da Hillary. Due mesi dopo a morire fu Jerry Parks, capo squadra della sicurezza a Little Rock. Secondo quanto affermato dal figlio, Parks stava mettendo in piedi un dossier sui Clinton. La lista è lunga e comprende molti altri individui che a vario titolo hanno interagito con la famiglia presidenziale. Si va da Mary Mahoney, ex stagista a Washington ai tempi di Monica Lewinsky, assassinata nella caffetteria in cui lavorava; Suzanne Coleman, presunta amante di Bill Clinton ai tempi in cui era procuratore generale dell'Arkansas e la cui morte (quando era incinta) è stata archiviata come suicidio; diversi finanziatori della campagna e consiglieri come Hershell Friday, Ed Willey e Paul Tulley. Quasi tutti i nomi sono contestati dai debunker, i quali però oggi nel caso di Epstein si trovano a far fronte all'endorsement alla teoria complottista più in alto che si possa immaginare, vale a dire quello del presidente Trump. Nel dubbio, se doveste incrociare uno dei Clinton, sempre meglio fare gli scongiuri…
Stefano Benni (Ansa)
L’autore di «Bar Sport», poliedrico e ironico come i suoi personaggi, è morto a 78 anni.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
Cristiana Ciacci unica figlia dell’Elvis italiano e la sofferenza per la separazione dei genitori: «Seguire lui ai concerti era il solo modo per stargli vicino. Mamma lo lasciò prima che nascessi. Lei era hostess. E io stavo con le tate».
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.