
È ora di smontare i luoghi comuni sui migranti. Accoglienza? Gli altri Paesi hanno risolto il problema degli irregolari, noi invece li riceviamo tutti. I rifugiati? Chi sbarca spesso viene trascinato contro la sua volontà. E qui resta vittima di delinquenti e sfruttatori.MigrantiMigranti!? Migranti!? Migranti!?(Edizioni Segno) della professoressa africanologa Anna Bono è un libro che vale la pena di leggere e studiare, magari prendendo appunti, in modo da saper rispondere immediatamente all'infinito e pericoloso fiume di falso che ci viene raccontato su questo argomento. Numeri e fatti alla mano, apprendiamo dalla studiosa che l'immigrazione illegale è un problema italiano: le altre nazioni si sono elegantemente defilate. Il termine profugo indica una persona che deve fuggire per forza, per esempio per colpa di una guerra o di un bombardamento: i profughi sono pochissimi. Gli altri sono migranti.Qui potrete trovare anche conferma che i veri poveri dell'Africa non sono in grado di arrivare fino a noi. Nessuno scappa dalla fame, perché dove c'è fame qualsiasi possibilità di spostamento è già saltata. Chi sbarca, dopo aver rischiato la vita nel Mediterraneo, appartiene alla classe media: sono quelli in grado di usare lo smartphone, di spostarsi e soprattutto di procurarsi somme di denaro enormi per l'Africa. E non pochi hanno usato mezzi illeciti per mettere insieme quelle cifre. Se aggiungete il libro Ascia nera. La mafia nigeriana in Italia (Edizioni del Presidio) di Claudio Bernieri scoprirete che molti di quelli, e soprattutto quelle, che approdano in Italia sono trascinati contro la propria volontà: alcuni diventano donatori involontari di organi, eserciti di ragazzine ingrossano le file della prostituzione e noi abbiamo importato a nostre spese la più terrificante mafia al mondo.MilgramLo statunitense Stanley Milgram, psicologo sociale, è noto per aver condotto un esperimento sulla straordinaria forza del conformismo. Quando, nel 1960, gli agenti israeliani del Mossad catturarono in Argentina il gerarca nazista Adolf Eichmann e a Gerusalemme iniziò il processo, l'orrore dello sterminio degli ebrei tornò su tutti i giornali. Hannah Arendt, inviata dalla testata americana New Yorker alle sedute del processo, scrisse un resoconto sulla «banalità del male». Come era stato possibile quell'orrore?Per rispondere alla domanda, il dottor Milgram arruolò un gran numero di individui per studiare l'obbedienza all'autorità ovvero il comportamento dei soggetti davanti all'ordine di compiere azioni in conflitto con i valori etici e morali. Ricompensò con dieci dollari al giorno le persone che accettarono di sottoporsi all'esperimento. Il test, in due gruppi, riguardava la memoria e gli effetti sull'apprendimento. Il «gruppo A» doveva memorizzare sequenze di parole e ripeterle al «gruppo B» per verificare le capacità di memoria. A ogni sbaglio, il «gruppo B» doveva somministrare una scossa elettrica - via via più forte per ogni errore - fino al livello (potenzialmente mortale) di 330 volt. In realtà, le scosse elettriche erano false e quelli del «gruppo A», che urlavano e si contorcevano per il dolore, erano attori.L'esperimento sull'obbedienza dimostrò la forza del conformismo. Può un essere umano qualsiasi, su istigazione di un tizio in camice bianco non meglio identificato, somministrare una scossa elettrica potenzialmente mortale a un suo simile che non ha fatto niente di male, salvo sbagliare una sequenza di parole di cui non importa nulla a nessuno?La risposta è sì: nell'esperimento, il 65% del campione si spinse fino alla scossa più forte. Perché? Per resistere al senso di colpa davanti alle scariche elettriche (sia pure inesistenti), scatta un micidiale meccanismo che si chiama «criminalizzazione della vittima»: quindi, non sono io che sono una carogna, è lui che non memorizza queste dannate parole. La criminalizzazione della vittima è un fenomeno atroce che protegge l'aggressore: più sono gravi le colpe, maggiore è l'odio per la vittima.Criminalizzazione e derisione delle vittime compaiono puntualmente nei genocidi, nelle dittature, nei processi dell'inquisizione, nelle farneticazioni dei mariti alcolizzati che pestano le mogli e in quelle dei genitori che massacrano di botte i figli. Nell'esperimento di Milgram, i pochi che si sono fermati, lo hanno fatto dopo le prime scosse, quando ancora il dolore inflitto era talmente lieve da non far scattare questo processo. Da chi era costituito questo plotone di eroi resistenti? L'eroe è l'ultimo della classe, quello che tutti sfottono, che ha perso il lavoro, che è stato scartato dalla squadra di baseball o espulso dal college. Quello che è talmente abituato alla disapprovazione e al disprezzo che è disposto a subirli ancora, pur di non far male a un proprio simile. Oppure, al contrario, è quello bravissimo perché gli piace ciò che studia e sviluppa un'indipendenza morale assoluta.La disapprovazione del gruppo a cui apparteniamo ci causa un crollo della serotonina e conseguente depressione post-traumatica. Per quelli che non ci sono abituati è insopportabile. Chi è avvezzo all'approvazione ne diventa dipendente ed è più disposto a vendersi l'anima al diavolo per non rinunciarci mai.MusicaLa musica ha una potenza enorme sul nostro cervello. Quando noi ascoltiamo un particolare tipo di musica, molto ritmica, cadenzata e ovviamente di nostro gradimento, abbiamo una migliore prestazione nello sforzo: per questo, è vietato ascoltare musica con le cuffiette nelle gare di atletica. La musica, quindi, ha un effetto talmente potente da essere paragonata al doping. Nei centri commerciali si ascolta musica perché è stato scoperto che la gente acquista con più facilità rispetto a quanto farebbe nel silenzio. La marcia militare è un esempio di musica usata per migliorare la performance. Ascoltare la musica che amiamo ci permette di produrre endorfine, diminuendo il dolore o facilitando l'addormentarsi.Ma attenzione: la musica può avere anche un effetto negativo. Perfino, devastante. Quando la musica è accompagnata da parole, l'effetto di queste parole si moltiplica. Quando la musica è accompagnata da immagini, l'effetto si amplifica. Che musica ascoltano e quali video guardano i nostri figli? È diventato così normale che un adolescente sia disperato, nauseato o abbia tragiche forme di autolesionismo?È bizzarro: al supermercato rileggiamo tre volte composizione e data di scadenza dello yogurt per essere certi di non introdurre veleni nelle nostre case. Ma non controlliamo gli altri canali di ingresso. Oggi, grazie ai video, la musica diventa spesso un violento inno a sesso sguaiato, dolore e droga. Le clip più violente sono quelle delle cantanti giovanissime, idolatrate da migliaia di fan anche perché molte hanno fatto parte della scuderia Disney, come Cristina Aguilera, Lindsay Lohan, Britney Spears, Selena Gomez. Oppure perché sono state interpreti della celebre sitcom Hannah Montana come Miley Cyrus. Ecco, che tipo di video fa la giovane Cyrus? Sesso, droga e dolore. Perché i video di lady Gaga, come per esempio You and I contengono immagini di bendaggi, imprigionamenti, torture incluse scariche elettriche? E ancora, perché ci sono spesso scene di amputazioni, morte o lacrime di sangue?Nelle immagini si usano corde, donne robot o manichino. Ci sono espliciti e ripetuti inviti alla prostituzione e al consumo di droga. La musica e il video entrano direttamente nel subconscio ma dobbiamo essere molto accorti. La produzione dei video musicali costa cifre elevatissime mentre YouTube li elargisce gratuitamente e li mette a disposizione dei nostri figli. Ma non ci sono pasti gratis: se qualcosa è gratis il prodotto siamo noi. O i nostri figli. Qualcuno li vuole ubriachi di sesso, dolore e droga.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.
Ansa
Gli obiettivi imposti sono rifiutati perché deleteri e insostenibili. Farebbero meglio a seguire i consigli di Bill Gates.
L’appuntamento è fisso e il corollario di allarmi sulla imminente fine del mondo arriva puntuale. Alla vigilia della Cop30 - la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre - il fronte allarmista globale ha rinnovato il coro catastrofico con la pubblicazione di due rapporti cruciali. L’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha diffuso il suo State of the Global Climate Update 2025, mentre l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha pubblicato il suo Climate Action Monitor 2025.
2025-11-07
Dimmi La Verità | Giovanni Maiorano (Fdi): «Una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine»
Ecco #DimmiLaVerità del 7 novembre 2025. Il deputato di Fdi Giovanni Maiorano illustra una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine.
Il governatore: «Milano-Cortina 2026 sarà un laboratorio di metodo. Dalle Olimpiadi eredità durature per i territori».
«Ci siamo. Anzi, ghe sem, come si dice da queste parti». Con queste parole il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha aperto l’evento La Lombardia al centro della sfida olimpica, organizzato oggi a Palazzo Lombardia per fare il punto sulla corsa verso i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026.
Un appuntamento che, nelle parole del governatore, non è solo sportivo ma anche simbolico: «Come Lombardia abbiamo fortemente voluto le Olimpiadi – ha detto – perché rappresentano una vetrina mondiale straordinaria, capace di lasciare al territorio eredità fondamentali in termini di infrastrutture, servizi e impatto culturale».
Fontana ha voluto sottolineare come l’esperienza olimpica incarni a pieno il “modello Lombardia”, fondato sulla collaborazione tra pubblico e privato e sulla capacità di trasformare le idee in progetti concreti. «I Giochi – ha spiegato – sono un esempio di questo modello di sviluppo, che parte dall’ascolto dei territori e si traduce in risultati tangibili, grazie al pragmatismo che da sempre contraddistingue la nostra regione».
Investimenti e connessioni per i territori
Secondo il presidente, l’evento rappresenta un volano per rafforzare processi già in corso: «Le Olimpiadi invernali sono l’occasione per accelerare investimenti che migliorano le connessioni con le aree montane e l’area metropolitana milanese».
Fontana ha ricordato che l’80% delle opere è già avviato, e che Milano-Cortina 2026 «sarà un laboratorio di metodo per programmare, investire e amministrare», con l’obiettivo di «rispondere ai bisogni delle comunità» e garantire «risultati duraturi e non temporanei».
Un’occasione per il turismo e il Made in Italy
Ampio spazio anche al tema dell’attrattività turistica. L’appuntamento olimpico, ha spiegato Fontana, sarà «un’occasione per mostrare al mondo le bellezze della Lombardia». Le stime parlano di 3 milioni di pernottamenti aggiuntivi nei mesi di febbraio e marzo 2026, un incremento del 50% rispetto ai livelli registrati nel biennio 2024-2025. Crescerà anche la quota di turisti stranieri, che dovrebbe passare dal 60 al 75% del totale.
Per il governatore, si tratta di una «straordinaria opportunità per le eccellenze del Made in Italy lombardo, che potranno presentarsi sulla scena internazionale in una vetrina irripetibile».
Una Smart Land per i cittadini
Fontana ha infine richiamato il valore dell’eredità olimpica, destinata a superare l’evento sportivo: «Questo percorso valorizza il dialogo tra istituzioni e la governance condivisa tra pubblico e privato, tra montagna e metropoli. La Lombardia è una Smart Land, capace di unire visione strategica e prossimità alle persone».
E ha concluso con una promessa: «Andiamo avanti nella sfida di progettare, coordinare e realizzare, sempre pensando al bene dei cittadini lombardi».
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