2022-02-21
«I buchi (di bilancio) hanno la precedenza sulle buche stradali»
Il consigliere di Assosegnaletica Paolo Mazzoni: «La Ragioneria dello Stato non si muove anche se la Corte dei conti comunica irregolarità».Comuni, Province e Città metropolitane per legge devono rendicontare ogni anno gli importi incassati dalle violazioni al codice della strada. Ecco la protesta di Paolo Mazzoni, consigliere delegato ai rapporti istituzionali di Assosegnaletica-Anima Confindustria.Non esistono controlli sull’operato degli enti locali?«La Corte dei conti ha più volte verificato con il ministero delle Infrastrutture che la legge è stata disattesa per anni e la Ragioneria dello Stato ha chiuso un occhio».Che vuol dire «chiuso un occhio»?«Ha fatto finta di non vedere che i Comuni non spendevano i soldi di multe e autovelox per la sicurezza stradale, ma per coprire i buchi di bilancio. Eppure la legge 120 del 2010 parla chiaro: quei soldi devono essere impegnati soprattutto per interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e la segnaletica, nonché a potenziare i controlli e gli accertamenti delle violazioni del codice».Com’è possibile?«È mancato per parecchi anni un regolamento di attuazione e di verifica». È cambiato qualcosa con il nuovo codice della strada?«In pratica no. È previsto un onere di rendicontazione informatica al ministero delle Infrastrutture e a quello dell’Interno. Ma sono ancora tanti i Comuni che non lo fanno. Rendicontare significa autoaccusarsi di spendere i soldi diversamente da come previsto».Quanto costano le multe stradali agli italiani?«Circa 3 miliardi di euro ogni anno. Di questi, il 60% finisce nelle casse dei Comuni, che a loro volta dovrebbero investire la metà dei proventi in manutenzione e ammodernamento stradale. Ma un Comune su 3 non dichiara quanto incassa delle multe, destinando quindi una cifra aleatoria alla manutenzione stradale. Se poi si andasse a controllare nel dettaglio anche i Comuni che hanno fatto il rendiconto, ci si potrebbe accorgere che molto denaro viene impiegato per voci estranee alla sicurezza stradale».Per esempio?«Indennità, straordinari lavorativi, fioriere, carburante e altro ancora».Dimenticata anche la segnaletica? «Quasi completamente. Il 60% della segnaletica verticale non è a norma con il codice della strada e il 90% della segnaletica orizzontale non è conforme alle regole europee. Per non parlare di buche e asfalto. Anche per le tanto sponsorizzate piste ciclabili, che ancora oggi attendono di essere normate dal ministero, i materiali utilizzati sono in genere di scarsa qualità e dopo pochi mesi destinati a diventare invisibili e scivolosi mettendo così a rischio i ciclisti».Cosa comporta per i Comuni non inviare la rendicontazione?«Sulla carta dovrebbero perdere il 90% dei proventi per ciascun anno di inadempienza e potrebbero essere segnalati alla Procura della Corte dei conti. Nella realtà non accade nulla». Nessuno controlla e nessuno sanziona?«Esattamente. I ministeri si limitano a ricevere i rendiconti e pubblicare l’elenco dei Comuni che li hanno spediti, di quelli inadempienti anche in parte. Invece dovrebbero andare a leggere i bilanci e verificare nei dettagli la documentazione. Occorrerebbe un ufficio apposito con personale specializzato che a oggi non esiste o è sottodimensionato».Non dovrebbe essere interesse del Comune tenere le strade in ordine e ridurre la possibilità di incidenti?«Prevale l’interesse a chiudere i buchi di bilancio piuttosto che le buche stradali. L’Anci, l’Associazione nazionale del Comuni che è molto influente, ha sempre tentato di annacquare lo spirito della legge sulla destinazione dei proventi contravvenzionali. Se un sindaco sistema una fioriera forse prende più voti, ma se aggiusta uno stop a un incrocio pericoloso può ridurre gli incidenti e le conseguenze più gravi. In alcuni Comuni capoluogo pagano con i soldi delle multe anche le feste del patrono allestendo un gazebo dei vigili urbani che distribuiscono volantini sulla sicurezza stradale»:Avete riscontri diretti sull’impiego irregolare di quei soldi?«Per la mia esperienza in Assosegnaletica/Confindustria e come esperto di segnaletica stradale da oltre 20 anni, confermo che sono pochissimi i Comuni virtuosi che impiegano secondo la legge le somme incassate dalle sanzioni. Se i cittadini sono vessati dalle multe, è giusto che anche i Comuni spendano questi soldi in favore di una manutenzione stradale più attenta e puntuale. Strade sicure e ben tenute possono ridurre il numero di morti e feriti in Italia, ridurre la spesa sanitaria e i premi assicurativi per le famiglie».Qual è l’anello debole della legge?«Manca un organo di controllo e sanzione. Nella maggior parte dei casi la Corte dei conti interviene su bilanci e rendicontazioni solo dopo un incidente stradale».Cosa servirebbe per rendere la legge efficace?«Istituire un comitato interministeriale di controllo, analisi e sorveglianza sui rendiconti dei Comuni con personale specializzato per analizzare i bilanci dei Comuni e verificare innanzitutto che sia stato correttamente destinato il 50% dei soldi alla sicurezza stradale, e poi che effettivamente siano stati eseguiti i lavori dichiarati».E in attesa del comitato che cosa si può fare subito?«Per esempio, andrebbe incentivata la rottamazione della segnaletica inadeguata, come noi sollecitiamo da anni alla Consulta del ministero delle Infrastrutture. Un programma in tre anni che interesserebbe tutti i segnali verticali non a norma, da attuare con i soldi del Pnrr. Si attiverebbe anche un virtuoso recupero dei materiali ferrosi come alluminio e ferro facendo economia circolare, tema molto caro all’attuale ministro Enrico Giovannini».In effetti non si parla mai di sostituire i vecchi segnali stradali.«O lo facciamo oggi con i soldi che arrivano dall’Europa, o non si farà più. Con una segnaletica in queste condizioni, anche la famosa “guida autonoma” delle auto di nuova generazione sarà un miraggio».
Jose Mourinho (Getty Images)