2022-06-30
I 5 stelle partito nemico del popolo
Beppe Grillo (Imagoeconomica)
I grillini applaudono alla svolta dell’Ue sul trasporto elettrico. Che penalizza le fasce più povere e spinge per il controllo delle persone. Come il green pass e l’euro digitale.Mentre il Consiglio Ue confermava la scellerata posizione del Parlamento, decretando lo stop ai motori benzina e diesel già a partire dal 2035, gli eletti a Strasburgo tra le fila dei 5 stelle celebravano. «Questa è sicuramente una decisione storica e non affatto scontata che consentirà all’Ue di ridurre le proprie emissioni di gas serra di almeno il 55%. L’Italia adesso non ha più scuse», sentenziavano ieri mattina Laura Ferrara e Mario Furore, entrambi europarlamentari grillini. Non sappiamo se dietro le dichiarazioni spinte dall’ideologia «green» ci sia almeno un pizzico di consapevolezza delle conseguenze. Posti di lavoro che se ne vanno, concorrenza estera sempre più forte e dipendenza da materie prime che l’Italia vede giusto con il cannocchiale. Di fronte al nostro dubbio, ciò che incuriosisce delle posizioni dei grillini, e non solo in tema di automotive, è che quasi sempre riescono a sostenere l’opzione peggiore per il popolo o per la povera gente. Cioè per la platea che in gran parte ha scelto di votare il Movimento con la promesse di combattere le élite e rendere il mondo un posto migliore. Costoro non avevano capito che il motto «uno vale uno» era da interpretare con «uno vale zero». E per capirlo basta seguire il bandolo della matassa «green». Con l’addio alle auto tradizionali, il mercato sarà occupato da vetture molto più care, difficili da manutenere e costose da alimentare. Potranno permettersele solo le fasce più ricche, obbligando tutti gli altri a una scarsissima mobilità. Oltre al fatto che con il diffondersi delle auto elettriche crescerà anche l’invasività della tecnologia e quindi il controllo sugli individui. Non sono idee, sono fatti. Non è un caso se una vettura come Tesla consumi un giga ogni ora per essere connessa. La Dea, dipartimento anti droga, negli usa ha accordi con alcuni produttori per tracciare con il satellite il peso delle vetture in ingresso dal confine messicano. Se supera i parametri, può trasportare cocaina. Il fine è buono, ma come sempre i mezzi possono portare anche a fini pessimi. La Cina ne è un esempio. Anche su questo, restando in Italia, i 5 stelle sono stati grandi sostenitori del green pass e della tecnologia sottostante. Se, come prevediamo, il lasciapassare si evolverà nella tessera del cittadino digitale, dentro il telefono avremo tutte le funzioni fiscali, ma anche la luce verde per incassare i bonus. Cosa è se non un sistema per limitare la libertà individuale? L’abbiamo sperimentato con il Covid e lo sperimenteremo nei prossimi anni con l’introduzione dell’euro digitale. L’ipotesi della valuta unica da far circolare virtualmente è al vaglio della Bce già dal 2009, ma per rendere l’idea un progetto concreto sarebbe servito un cambio di passo epocale. Tradotto: la creazione di una base dati utente larga quanto la popolazione europea o, nel nostro caso, italiana. Opportunità che è arrivata con il Covid e tecnicamente con l’applicazione della blockchain del green pass, che guarda caso è la medesima prevista per il futuro euro digitale. Il problema è che quando entrerà in vigore nessuno sarà più proprietario dei propri soldi. Perché chi crea la catena digitale può anche smontarla. Si salveranno solo i grandi patrimoni che potranno uscire dai confini del Continente. Il popolo si adeguerà. Indovinate chi sostiene l’euro digitale in Italia? Ovvio, i 5 stelle, i quali continueranno a chiedere il voto a tutti quelli cui stanno contribuendo a peggiorare la vita. Voto che ovviamente sarà digitale. Quando a Palermo, in occasione del primo turno delle amministrative, si sono dileguati i presidenti di seggio, Vittoria Baldino, capogruppo M5s in commissione Affari costituzionali, ha alzato il dito e suggerito di sperimentare il voto elettronico che come abbiamo visto dove viene applicato non garantisce trasparenza. Insomma, è chiaro ormai che dove c’è da tracciare i cittadini lì c’è sempre un rappresentante dei 5 stelle. D’altronde Casaleggio e Grillo li hanno istruiti bene.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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