
L'ex sindaco di Riace accusato di aver pagato show e ospitate dei big di sinistra con i soldi pubblici destinati all'accoglienza.I festeggiamenti civili in onore dei santi Cosma e Damiano a Riace stavano assumendo sempre più un'impronta ideologica da ultrà di sinistra. Ma era tutto il periodo estivo a ricordare gli anni d'oro delle feste dell'Unità romagnole o toscane. Roba d'altri tempi che, invece, nel paesino di Riace, l'ex sindaco ed ex re dell'immigrazione a go go Domenico Mimmo Lucano riusciva ancora a organizzare. Il record, a leggere le informative della Guardia di finanza che hanno chiuso i conti con la cricca di Riace depositando tutti gli atti dell'inchiesta sul sistema d'accoglienza, lo si è raggiunto nel 2015. E tra luglio e settembre Riace era diventata la piazza San Giovanni del Sud Italia. Raggiungendo il top il 27 settembre, giorno della festa patronale, con un concertone di Roberto Vecchioni, documentato anche con una foto sul palco del professore di Samarcanda che abbraccia il reuccio dell'accoglienza. Ma la rassegna comprendeva diversi big. E, così, ad esempio, il 25 luglio calcò il palco del paese dei Bronzi Peppe Barra, icona del teatro partenopeo italiano da oltre 50 anni, il giorno seguente calò a Riace nientepopodimeno che l'attrice, comica, imitatrice, regista e blogger, icona della sinistra Sabrina Guzzanti, che in quel periodo promuoveva la sua web serie satirica tv Tg Porco - informazione e vendetta. Tra il 5 e il 16 agosto, per la festa della musica popolare, scomodarono perfino il cantautore napoletano Eugenio Bennato. Il tutto è stato possibile con i fondi dell'accoglienza, inviati dal ministero dell'Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria per far fronte all'emergenza sbarchi. Soldi che, invece, ha scoperto la Guardia di finanza, venivano «distratti», scrivono gli investigatori, per permettersi concertoni estivi che nessuna città della Locride era mai riuscita a organizzare. I finanzieri hanno scoperto il giochino dei concerti perché Lucano, commentando le prime contestazioni che gli erano arrivate dalla Procura di Locri, ipotizzava che il reato di concussione fosse legato ai concerti. O meglio, ai fondi che chiedeva alle associazioni dell'accoglienza per pagare gli eventi. «Addirittura», annotano gli investigatori, «Lucano quantifica in 100.000 euro i fondi da lui raccolti per i concerti del 2015, di cui solo 45.000 dati al cantante Vecchioni». Nelle conversazioni Lucano si sfoga con l'amico magistrato Emilio Sirianni, giudice della Corte d'appello di Catanzaro, che «una volta messo a conoscenza di questa distrazione di fondi, si preoccupa di dare suggerimenti a convocare vari presidenti delle associazioni affinché questi dichiarino che i fondi elargiti a Lucano erano dati spontaneamente e non a seguito di costrizione». Il reuccio di Riace ammette anche con il giornalista locale Francesco Sorgiovanni e con la figlia Martina «di aver distratto i fondi, ma si giustificò dicendo che le associazioni potevano permetterselo». Certo. Con quegli incassi. Dall'esame della documentazione la Guardia di finanza è riuscita a stabilire la parte ottenuta in modo illecito: per lo Sprar oltre 2 milioni di euro e per il Cas oltre 200.000 euro. Il primo posto in assoluto nella rendicontazione truffaldina viene assegnato all'associazione Città futura (per la quale lavorava la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahun), con oltre un milione di euro incassato in modo illecito.E allora, per il concertone di Vecchioni, Lucano si fa scappare: «Ho fatto la festa di san Cosimo e Damiano e mi sono mangiato 100.000 euro (...) i soldi dove li ho presi? Secondo te dove li ho presi?». I finanzieri sono andati a fondo, scoprendo che per la festa patronale il Comune di Riace non aveva tirato fuori dalle casse un solo euro. Conclusione: «Tutte le somme sono state reperite (distratte) dalle associazioni utilizzando i fondi ricevuti dal ministero e dalla Prefettura per la gestione dei rifugiati». I famosi 35 euro a migrante. Altro che eccellenza dell'accoglienza. Il modello Riace, per la Procura di Locri era un «sistema». E quando i militari si sono presentati in municipio per acquisire copia della documentazione legata ai concerti estivi, il Comune, rappresentato dal vicesindaco Giuseppe Gervasi (che in quel momento sostituiva il primo cittadino perché Lucano era esiliato da Riace per motivi di giustizia), si sono sentiti dire che l'amministrazione non era in grado di esibire i documenti. Ma lo stupore dei militari è arrivato ai livelli massimi quando hanno convocato l'agente che piazzava i cantanti, scoprendo, dopo una dichiarazione «non veritiera», che forse c'erano stati addirittura «dei pagamenti in nero». D'altra parte la conferma è arrivata dall'analisi dei conti corrente delle associazioni. Tra luglio e ottobre del 2015, hanno ricostruito le Fiamme gialle, c'erano stati «prelevamenti in contanti non giustificati nella rendicontazione». E non finisce qui. Perché dagli atti d'indagine emerge che Lucano «ha posto in essere, a discapito della Siae, un falso, al fine di evitare il pagamento dei diritti». In questo caso ha risparmiato 7.686,98 euro. Il tutto si è trasformato in tre ipotesi di capi d'imputazione. Uno per malversazione ai danni dello Stato (e non per concussione, come invece pensavano Lucano e il suo amico togato), per il pagamento, quota parte, dei concerti estivi. Uno per favoreggiamento personale a carico dell'agente dei cantanti, che nel corso delle indagini aveva rilasciato false dichiarazioni agli investigatori. E uno per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale per aver taroccato la dichiarazione alla Siae.
Simona Marchini (Getty Images)
L’attrice Simona Marchini: «Renzo mi vide e volle il mio numero, poi mi lasciò un messaggio in segreteria per il ruolo in “Quelli della notte”». Sul divorzio dall’ex romanista Cordova: «Mi tradiva. Herrera? Terribile: lasciava che le fanciulle rimanessero in ritiro per giorni».