2018-07-20
Hollywood riscopre le storie vere, dal novello Don Chisciotte alla bolla finanziaria
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La prossima settimana arriva nei cinema Io, Dio e Bin Laden, con Nicolas Cage. È il racconto di un operaio come tanti che tentò l'impossibile: catturare da solo il leader di Al Qaeda. In cantiere anche una pellicola su Elizabeth Holmes, la dottoressa considerata al pari di Steve Jobs ma il cui progetto per la sanità negli Usa si è rivelato una truffa.Il cinema e le storie vere, da sempre, costituiscono un binomio interessante, vuoi perché la realtà esercita sullo spettatore un fascino impareggiabile, vuoi perché vicende umane altrimenti dimenticabili si fanno eterne. È il caso, questo, di Gary Faulkner, un operaio all'apparenza ordinario che, in America, ha tentato l'impossibile: catturare, da solo, Osama Bin Laden.Faulkner, la cui storia è stata resa pubblica nel 2010, si è armato alla bell'e meglio ed è partito per il Pakistan. Una, due, tre volte, fino a prendere confidenza con il territorio. Glielo aveva comandato Dio, diceva alla propria famiglia, così da giustificare trasferte tanto costose da averlo costretto a vendersi pure i ferri del mestiere. Dio gli era apparso in sogno e gli aveva intimato di risolvere la questione, facendo quel che le forze preposte, i servizi segreti e le intelligence non erano buone a fare: impacchettare Osama Bin Laden e portarlo negli Stati Uniti, così che l'11 settembre potesse rimanere un caso isolato.Faulkner, che alla storia del Dio sergente credeva davvero, ha provato e riprovato a fare quel che gli era stato ordinato. Ma a niente è valsa la buona fede. Dopo undici viaggi a vuoto, nel corso dei quali le autorità pachistane lo avevano pregato (e non cordialmente) di tenersi alla larga da certi affari e luoghi, Faulkner è stato rispedito al Paese suo. E lì, complice alcuni problemi di salute, ha desistito. La sua bizzarra battaglia, da Don Chisciotte moderno, ha però catturato l'attenzione di un produttore hollywoodiano, che sulla sua disfatta ha deciso di costruire una commedia.Io, Dio e Bin Laden, al cinema dal 25 luglio, è la cronaca, opportunamente romanzata, di come Faulkner abbia tentato di stanare il leader di Al Qaeda. Nei panni dell'operaio strambo, affetto da insufficienza renale e deliri di protagonismo, è stato messo Nicolas Cage. Un attore che dalla commedia sembrava determinato a tenersi lontano. Cage è stato scelto direttamente dal regista, Larry Charles, lo stesso di Borat, e ha restituito al personaggio una dose (forse eccessiva) di pazzia. Faulkner, il Faulkner di Nicolas Cage, è tutto uno strepitare, straparlare, fregiarsi di un patriottismo patologico, che, però, c'entra l'obiettivo: fa ridere, e lo fa con una storia vera. Una storia di miseria e follia che, presto, sarà seguita da un'altra storia di miseria, solo più drammatica.Hollywood ha messo in cantiere una pellicola su Elizabeth Holmes, la dottoressa che, più di tutte, s'è fatta beffe del sogno americano. Nonostante avesse abbandonato gli studi a Stanford, la Holmes incarnava le ragioni del successo. Bionda, alta, la paragonavano a Steve Jobs, perché del fondatore di Apple sembrava aver ereditato il piglio e le capacità imprenditoriali. A 19 anni, infischiandosene dell'iter raccomandato, aveva aperto Theranos, con la promessa di rivoluzionare e democraticizzare il sistema sanitario statunitense. Theranos doveva abbassare i costi degli esami medici, consentendo di effettuare oltre 200 test a partire da una sola goccia di sangue. Alcuni, addirittura, avrebbero dovuto essere praticabili a casa, senza alcuna intermediazione medica.La promessa, nel 2003, aveva sortito l'effetto sperato. Politici e personaggi pubblici si erano assicurati di avere un posto nell'impresa. Rupert Murdoch l'aveva finanziata, e la Theranos aveva ottenuto la propria quotazione in borsa. La Holmes ce l'aveva fatta. Nel 2015, era tra le venti donne più ricche d'America, con un patrimonio stimato di 4 miliardi di dollari. Ma la bolla era destinata a rompersi.Lo stesso anno, un giornalista del Wall Street Journal specializzato in medicina, John Carreyrour, è riuscito a dimostrare che la Theranos non solo non s'avvaleva di alcuna avveniristica tecnologia, ma che gli esami effettuati sui pazienti ne mettevano a rischio la salute. La Theranos era una gigantesca truffa, la Holmes un'imbrogliona che, oggi, si trova a dover rispondere all'accusa di frode. Ormai trentaquattrenne, rischia la bellezza di vent'anni di carcere per aver fregato dottori, pazienti e investitori.Carreyrour, nel frattempo, dall'inchiesta ha ricavato un libro, Bad Blood, del quale Hollywood ha comprato i diritti. Se ne farà un film, con (pare) il premio Oscar Jennifer Lawrence.