2018-12-30
Hitler odiava la neve. I romani la seppero trasformare in gelato
Ogni anno cadono miliardi di miliardi di fiocchi, ognuno diverso In Svezia un hotel tutto di ghiaccio con cinema, bar e saune.Ogni anno cadono sulla Terra oltre 1 milione di miliardi di miliardi di cristalli di neve. Nel marzo del 2015 Capracotta, un paesino in provincia di Isernia, è entrato nel Guinness dei primati perché un'incredibile nevicata ha ricoperto le facciate delle case fino al secondo piano: oltre 2 metri in 17 ore. Il record precedente apparteneva a Silverlake in Colorado, dove nel 1921 caddero 193 centimetri di neve in 24 ore. Il record della massima caduta di neve in una singola stagione spetta al Monte Rainier (Usa), dove tra il 1971 e il 1972 caddero 28,5 metri. Il primato di neve al suolo più spesso fu registrato a Tamarack, in California, l'11 marzo 1911: 11,455 metri.Parigi imbiancataAnche quest'anno la neve sta conquistando un record dopo l'altro. A ottobre ha imbiancato Parigi, cosa che non succedeva da 100 anni. A novembre a New York sono scesi 16,4 centimetri, 4,4 in più rispetto al primato precedente del 1906. A dicembre in Nord America la neve ha raggiunto livelli che non si registravano da oltre mezzo secolo. E anche l'Italia ha visto montagne imbiancarsi abbondantemente e, sulle piste da sci, i cannoni hanno fatto sì che gran parte degli impianti sciistici aprissero in tempo per la stagione. La neve artificiale è nata per sbaglio, più di 50 anni fa a Lexington, in Massachusetts. Nella tenuta dei fratelli Tropeano, il gelo stava distruggendo il frutteto, così i due, originari di Avellino, pensarono di proteggerlo producendo uno strato di nebbia con una macchina. Volevano creare una sorta di effetto serra. Da quei tubi però non uscì vapore acqueo, ma neve. È da quel prototipo che sono nati i cannoni sparaneve, importati poi in Italia nel 1974.L'aria dei cannoniI cannoni sparaneve non fanno altro che ripetere più velocemente ciò che avviene in natura: pompano l'acqua e la nebulizzano. Questa, al contatto con l'aria ghiacciata si trasforma in neve. Sul processo influisce sia la temperatura che l'umidità dell'aria: più bassa è l'umidità, maggiore sarà l'efficienza della trasformazione dell'acqua in neve. In scots, la lingua germanica parlata da 1,5 milioni di scozzesi, ci sono 421 modi per dire «neve». Gli inuit ne usano 30. Adolf Hitler e Friedrich Nietzsche erano chionofobici, entrambe temevano la neve. Il filosofo non andava mai in vacanza a Sils, in Svizzera, se prima non aveva ricevuto un telegramma che lo assicurava che la neve si era completamente sciolta. A terrorizzare il Führer, invece, erano i fiocchi di neve. Il fiocco di neve ha una forma stellata a sei punte. Tuttavia è raro vedere un fiocco perfettamente esagonale. Le forme dipendono dalla temperatura e dall'umidità: più è semplice la forma, più è bassa l'umidità in cui il cristallo si forma. Quindi, se il cristallo ha una struttura complessa, vuol dire che c'è umidità. I cristalli di neve scendono alla velocità di 50 centimetri al secondo, hanno un diametro che va dai 2 ai 4-5 millimetri, e non ce n'è uno uguale all'altro. In passato, però, c'è stato chi ha provato a verificare l'esistenza di cristalli di neve identici. Come Wilson Bentley, un contadino americano vissuto fra l'Ottocento e il Novecento, che per tutta la vita fotografò migliaia di cristalli di neve. Si stima che ne abbia fotografati circa 5.000 e 2.000 vennero pubblicati nel 1931 nella raccolta Snow Crystals, ancora oggi in stampa. Esiste un sito Web che raccoglie alcune delle immagini più belle raccolte da Bentley.Uno dei primi a studiarli in modo scientifico fu Keplero, conosciuto da tutti per le sue tre leggi sul moto dei pianeti. Nel 1611 pubblicò un trattato sui fiocchi di neve, nel quale egli cercava di fornire una spiegazione alla loro simmetria esagonale. L'astronomo austriaco suggerì che la forma dei cristalli potesse essere legata all'impacchettamento di piccole sfere di ghiaccio. Keplero infatti non conosceva ancora la reale struttura atomica dei cristalli, che fu osservata per la prima volta solo 300 anni dopo grazie alla cristallografia a raggi X. Gli scienziati hanno messo a punto un sistema di classificazione pubblicato nel 1951 dalla Commissione Internazionale per la neve e il ghiaccio. In base a questa classificazione, i cristalli di neve sono suddivisi in sette classi principali, fra cui quelli piani, quelli a forma di stella, di colonna o di ago.Un'antica leggenda narra che sul colle Esquilino di Roma, il 5 agosto del 355, sia nevicato per indicare il luogo dove la Madonna desiderava una chiesa. Il piccolo edificio divenne Santa Maria Maggiore: in una delle cappelle si vede un bassorilievo che rappresenta la prodigiosa nevicata. Nella Bibbia, Isacco offre ad Abramo latte di capra raffreddato con la neve dicendogli: «Mangia e bevi, il sole è ardente e così puoi rinfrescarti». I faraoni, invece, erano soliti offrire agli ospiti calici d'argento colmi di succhi di frutta e neve che conservavano in sotterranei. I nevaroli sicilianiAnche gli antichi usavano la neve d'estate per rinfrescarsi. I nevaroli siciliani d'inverno scavavano sull'Etna fosse profonde, le riempivano di neve pulita, le tappavano accuratamente e poi, quando il caldo opprimeva, portavano in città carichi di neve da vendere e da esportare. A importarla i romani, come l'imperatore Eliogabalo che in estate esigeva una montagna di neve in cortile, e li arabi, che la mescolavano con gli agrumi, caffè, mandorle o zucchero di canna. Fu così che nacque il sorbetto, per primo quello al limone. La neve che i romani usavano per la preparazione dell'antenato del gelato veniva portata anche dal Terminillo oppure, per nave, dal Vesuvio. Era venduta nelle thermopolia, chioschetti disseminati lungo le strade.«E zitta e zitta poi / La nevicata del '56 / Roma era tutta candida / Tutta pulita e lucida / Tu mi dici di sì / l'hai più vista così / Che tempi quelli» (Mia Martini in La nevicata del '56)Dopo una nevicata c'è silenzio perché piccoli spazi d'aria che si creano tra i fiocchi di neve assorbono il suono, esattamente come fanno i pannelli fonoassorbenti negli edifici. Con il tempo, poi, la neve si comprime e gli spazi tra un fiocco e l'altro si riducono: diminuisce così anche l'assorbimento dei suoni. «La neve e il suo magnifico silenzio. Non ce n'è un altro che valga il nome di silenzio, oltre quello della neve sul tetto e sulla terra» (Erri De Luca).L'Ice Hotel di Jukkasjärvi (Svezia), tutto in neve e ghiaccio, ricostruito ogni dicembre, ha una superficie di 5.000 metri quadri, può ospitare 150 persone a notte, ha all'interno cinema, bar, cappella e saune. Fu costruito la prima volta nel 1989: ogni camera ha un particolare tema e persino i mobili sono scolpiti nel ghiaccio, da artisti internazionali. Mentre i letti sono dotati di sacchi a pelo termici e coperte di renna. Più recente lo Snow Suite di Livigno (Sondrio), il primo chalet di ghiaccio e neve in Italia: ha una temperatura costante di zero gradi. Gli arredi sono tutti in neve. Il pupazzo di 37 metriIl più antico pupazzo di neve della storia è ritratto in un Libro d'ore del 1380 custodito in una biblioteca dell'Aia (Olanda). Nel 2008 i cittadini di Bethel, una piccola comunità di 2.400 anime del Maine, unirono le forze per creare il pupazzo di neve più alto del mondo. In realtà era una pupazza di 37 metri. Aveva un paio sci al posto delle ciglia, pneumatici dipinti di rosso per labbra e braccia in abete. Si chiamava Olimpya.Nel gennaio del 1887 un allevatore del Montana vide i più grande fiocchi di neve della storia mai misurati: «Erano grandi come delle scodelle del latte». Avevano un diametro di 38,1 centimetri. Nel 2013, a Seattle, 5.834 persone presero parte alla più grande battaglia di neve: si lanciarono 81 tonnellate di palle di neve in 90 secondi di tempo per entrare nel Guinness dei primati. In Giappone e in Finlandia si gioca a Yukigassen, una battaglia di neve con squadre da 7 giocatori che possono lanciare contro gli avversari un massimo di 270 palle.
Marta Cartabia (Imagoeconomica)