2020-02-08
«Hanno messo il segreto sul “pacco”. Ma in Aula dovranno spiegare tutto»
Il leader del Carroccio Matteo Salvini: «Qualcuno ha tradito gli interessi del Paese per i propri. Il governo è in confusione, dopo il referendum si deve votare. Adesso alla Lega serve connettersi di più con i temi delle grandi città».«Per capire i disastri dell'Europa basta parlare con i pescatori calabresi. Sono più lucidi di Mario Monti». Matteo Salvini è da poco sbarcato a Milano, reduce dalla missione postelettorale in Calabria, e fa coincidere l'intervista con la spesa al supermercato. Esperienza inedita, per il capo dell'opposizione non c'è mai niente di fermo e di seduto. Così, fra gelati e detersivi, le grandi questioni di un'Italia nella palude del governo giallorosso appaiono ancora più concrete. E la legge elettorale, le nuove sfide del centrodestra, il taglio dei parlamentari, il business dei migranti, gli slalom di Matteo Renzi, gli autogol dei 5 stelle, la via giudiziaria alla politica, perfino il Mes, le scelte di Sergio Mattarella e l'invenzione di una Lega metropolitana sembrano impattare direttamente con la vita delle persone sbilanciate verso un «tre per due» e la serata finale del Festival di Sanremo. «E questa potrebbe essere l'ultima intervista da uomo libero, la prossima la farò da imputato».Senatore Salvini, è così sicuro di finire a processo per la Gregoretti?«Non ho paura di nulla, ho solo fatto il mio dovere a difesa degli interessi nazionali ma in questa follia tutto è possibile. Per intenderci, ho mandato io la motonave Gregoretti a soccorrere i migranti e lo avrei fatto per poi sequestrarli. In realtà è stato Giuseppe Conte un po' lento nel trovare i Paesi europei destinati a farsene carico. Ma sono tranquillo, la via giudiziaria alla politica porta male a chi la percorre».A cosa si riferisce?«Fatte le debite proporzioni perché io sono un piccolo leader e lui il presidente di un grande Paese, mi riferisco all'impeachment di Donald Trump. Visto com'è andata a finire? Assolto e con il vento in poppa nei sondaggi».Cosa sanno i pescatori calabresi dell'Europa che Monti e i guru turboeuropeisti non sanno?«Le inadempienze, i paradossi, tutto. Sono stato un'ora a Bagnara Calabra con loro e mi ripetevano: “Abbiamo invidiato gli inglesi". Reti troppo larghe, normative restrittive, regolamenti cervellotici: hanno colto il cuore del problema senza avere tre lauree. A Bruxelles stiamo lottando per far ottenere ai cittadini sardi il diritto di tornare in Sardegna in aereo a prezzi competitivi nel rispetto della continuità territoriale».Perché?«Perché non sono turisti, ma residenti. Le regole a danno dell'Italia vanno cambiate e chi chiede di cambiarle non può essere additato come un delinquente». La vedo di nuovo combattivo. Metabolizzata l'Emilia Romagna?«In fondo su nove regioni al voto ne abbiamo prese solo otto. Abbiamo analizzato tutti i numeri partendo da uno in particolare: nel 66% dei comuni emiliani e romagnoli la Lega è il primo partito. Se a Natale mi avessero detto che la Lega sarebbe arrivata al 32% avrei firmato subito. Ma abbiamo perso a Bologna, a Modena, a Cesena e le sconfitte devono essere utili; il tema delle grandi città esiste. Anche perché in primavera si vota a Venezia e Reggio Calabria, e nel 2021 a Milano, Roma, Torino, Bologna. Dobbiamo essere più presenti nelle città e nei temi delle città».Quali sono questi temi?«Dobbiamo essere capaci di intercettare le sensibilità degli elettori e fare proposte interessanti su argomenti legati all'ambiente, all'inquinamento, all'acqua, al mondo green. In provincia e nei piccoli centri, dove noi siamo forti, il legame sociale è solido, c'è solidarietà, amicizia, valori condivisi che cementano la società. A Milano è diverso, devi anche fare i conti con i grandi gruppi dell'informazione e dell'economia».Insomma, una Lega metropolitana. Dicono che anche lei, in giacca e cravatta, si sta istituzionalizzando.«Quando hai la felpa è in un modo, quando hai la cravatta è in un altro. Sciocchezze mediatiche. Però è vero che oggi abbiamo 200 fra sindaci e amministratori e la prossima settimana terremo una riunione globale a Roma. Una macchina di tale portata ha bisogno di coordinamento e visione comune».Con gli alleati, soprattutto con Giorgia Meloni, c'è ancora visione comune?«Valorizzare le affinità nelle differenze, giusto? Un alleato con il 3% è più facilmente gestibile di uno con il 10%. Ma quello con il 3% non ti fa vincere mai. Nella nostra coalizione tutti portano un valore aggiunto ed è quello che mi interessa».Quindi compatti sulle battaglie parlamentari, a partire dal Mes che sta arrivando in Aula?«Sicuro, anche perché lì ho il dubbio che qualcuno abbia tradito il mandato del Parlamento e si sia mosso contro gli interessi del nostro Paese. Ho anche la convinzione che lo abbia fatto per interesse personale, di partito e di carriera. Il Mes non deve passare. Ricordo una frase del professor Luca Ricolfi, non certo un pericoloso sovranista, che parlò di “pericolo mortale". Adesso sento dire che c'è il segreto di Stato, una follia. Ci dovranno spiegare tutto e con molta chiarezza».È una fase di stallo su tutto, anche sulla legge elettorale. Perché?«Perché il governo non ha un filo conduttore. Sulla legge elettorale si sta perdendo tempo, c'è n'è una pronta che si chiama Mattarellum, un mix di proporzionale e maggioritario che in passato ha portato alla vittoria tutti gli schieramenti. Perdiamo tre minuti e votiamola in aula. Punto. Gli scandali sono altri».Per esempio?«Il balletto sulle concessioni autostradali è indegno. Ci sono 13 miliardi fermi per manutenzioni e investimenti, il governo non decide nulla. Se vuoi revocare, revoca; se vuoi rinnovare, rinnova. Ma se, Dio non voglia, cade un masso da una galleria, chi paga? È tutto fermo, anche i 4 miliardi per la Gronda di Genova. Prima Danilo Toninelli, adesso Paola De Micheli. Capaci solo di fare passerelle. Ma i dossier con sopra la polvere sono tanti».Quali i più scottanti?«Sull'autonomia zero risposte, sulla giustizia solo pasticci. Si poteva togliere la Plastic Tax ma all'ultimo momento Matteo Renzi, che aveva suonato le trombe contro il balzello, ha ritirato l'emendamento. È solo un chiacchierone. Adesso dicono: decideremo dopo le regionali della Liguria, fra quattro mesi. Ma di regionali in regionali si arriva al 2030. Mi domando fino a quando il Quirinale assisterà a un simile teatrino in silenzio. L'unica strada è quella delle elezioni».Prima c'è il referendum sul taglio dei parlamentari. In un'intervista a La Verità, Giulio Tremonti ha detto che subito dopo si dovrà votare.«L'ho letta e condivido tutto. Non si può eleggere il nuovo capo dello Stato con il Parlamento vecchio in presenza di una legge costituzionale nuova. Tremonti ha un pensiero politico lucido e profondo, è un esperto di tematiche europee. Mi piacerebbe coinvolgerlo, farlo tornare in politica».Nel frattempo gli sbarchi sono aumentati sette volte rispetto ai primi mesi del 2019.«E pensare che siamo nei mesi freddi. Se la progressione numerica è questa torneremo agli 80, 90.000 sbarchi all'anno. In Libia non contiamo più nulla, la Guardia costiera libica è abbandonata a sé stessa. Si notano già nelle nostre città una presenza numerica diversa e un'arroganza diversa. Ma per il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, l'emergenza è l'odio sul Web».Però il problema esiste.«Esiste per tutti. Ho appena segnalato un signore che mi ha minacciato scrivendo che mi aspetta a Torino con un fucile. La verità è che a sinistra c'è un pessimo clima».Nicola Zingaretti vorrebbe smantellare i suoi decreti Sicurezza. Che ne pensa?«Un suicidio politico per fare un dispetto a me. Ma se modificano i decreti Sicurezza facciamo le barricate, anche perché là dentro non si parla solo di migranti, ma di antimafia, antiracket, poteri dei sindaci. Zingaretti bestemmia e il Pd si appresta a fare altri danni».A cosa si riferisce?«Volevano togliere anche il budget per l'operazione “scuole sicure" contro la droga, poi l'abbiamo rifinanziata con un emendamento. Volevano fare un favore a trafficanti e spacciatori; a sinistra non hanno un'idea dell'Italia». Luigi Di Maio va in piazza, da ministro, contro il governo.«Un paradosso, ma io conto su un moto di orgoglio dei grillini che non vogliono morire piddini. Ci sono gli incollati alle poltrone che voterebbero anche un governo Topolino, ma vedo parlamentari che sopportano in silenzio e potrebbero avere un sussulto di dignità».È vero che ha chiesto udienza a papa Francesco e non ha ricevuto risposta?«Ho un ottimo rapporto con molti prelati, al Papa non ho mai chiesto udienza. In futuro, da cristiano, sarebbe per me un onore incontrarlo».In Parlamento si dice che potrebbe essere tentato da un governo Giorgetti con Renzi in appoggio.«Sì, dopo lo sbarco dei marziani, con 20 responsabili alieni che lo tengono in piedi. Io faccio il sottosegretario alla Cultura».E domani relax al derby Inter-Milan?«Sono anni che non lo vinciamo, l'Inter ci è superiore in tutto e partiamo sfavoriti. Secondo Gianni Brera la situazione sarebbe perfetta. Tocco ferro».Lunedì riparte come un flipper, destinazione Trieste.«Vado a Basovizza alla commemorazione dei caduti delle Foibe. Un massacro di italiani uccisi dai comunisti solo perché erano italiani. Chi nega l'Olocausto è un delinquente. E poiché uno sterminio è uno sterminio, lo è anche chi nega le Foibe».