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Uccisi due terroristi dei Fratelli musulmani entrati nello Stato ebraico dal Mar Morto. Gerusalemme: «Eliminati 1.500 Hezbollah».
Uccisi due terroristi dei Fratelli musulmani entrati nello Stato ebraico dal Mar Morto. Gerusalemme: «Eliminati 1.500 Hezbollah».Ieri mattina circa 15 razzi sono stati lanciati dal Libano verso il Nord di Israele, secondo quanto riferito dall’e Forze di difesa israeliane (Idf) e riportato dal Times of Israel. Le sirene di allarme sono state attivate ad Acri e nelle comunità vicine. Le Idf hanno dichiarato che alcuni razzi sono stati intercettati, mentre altri sono caduti all’interno del territorio israeliano senza causare danni. Inoltre, le Idf hanno aggiunto che, durante la notte, l’aeronautica israeliana ha intercettato un drone al largo della costa. Un’altra minaccia è stata neutralizzata, sempre ieri, dall’esercito israeliano che ha annunciato «di aver individuato diversi sospetti» vicino al confine con la Giordania, nell’area a sud del Mar Morto, che tentavano di entrare in Israele. Due di loro sono stati uccisi dopo aver aperto il fuoco contro le forze israeliane. All’Afp il portavoce della fratellanza musulmana giordana Moath al-Khawaldeh ha detto che gli aggressori «erano membri del gruppo e hanno sempre partecipato a eventi in solidarietà con Gaza e a sostegno della resistenza». Ieri gli Huthi dello Yemen e Hezbollah in Libano hanno commemorato la morte del capo di Hamas. «Le mie sincere condoglianze e grandi benedizioni al movimento di Hamas e al caro popolo palestinese per il grande leader Yahya Sinwar che riceve la medaglia del martirio», scrive un portavoce del gruppo yemenita su X, aggiungendo: «Gaza e la causa palestinese sono destinate alla vittoria, non importa quanto grandi siano i sacrifici»; mentre Hezbollah riafferma «il sostegno al popolo palestinese che resiste alla criminale aggressione sionista». Intanto, Khalil Hayya, uno dei capi di Hamas, ha dichiarato che gli ostaggi israeliani a Gaza non saranno liberati finché Israele non cesserà gli attacchi contro la Striscia e ritirerà le sue truppe. Le Idf hanno annunciato di aver eliminato Mohammad Hussein Ramal, un comandante di Hezbollah nella zona di Taybeh, durante un attacco aereo nel sud del Libano. L’esercito israeliano ha dichiarato che Ramal era coinvolto nella pianificazione e realizzazione di operazioni terroristiche contro Israele. L’attacco aereo, condotto dalle forze della 98ª Divisione, ha portato alla sua morte. Contemporaneamente, le truppe della 7ª Brigata corazzata hanno individuato e distrutto diversi lanciarazzi pronti per colpire il nord di Israele, secondo quanto riferito dall’esercito. Il ministero della Salute del Libano ha comunicato che 45 persone sono state uccise e 179 ferite negli attacchi israeliani di giovedì. Questo nuovo bilancio porta (sempre secondo la stessa fonte) il totale delle vittime in Libano a 2.412 morti e 11.267 feriti dall’inizio dei combattimenti tra Hezbollah e Israele. Il capo di Stato maggiore delle Idf, generale Herzi Halevi, in visita ai comandanti della Brigata Golani nel Sud del Libano ha affermato: «Stimiamo che circa 1.500 terroristi dell’organizzazione terroristica di Hezbollah sono stati eliminati e questo oltre al fatto che si arrendano, sono risultati importanti». Intanto le Forze della 188ª Brigata continuano l’attività di terra concentrata nel sud del Libano sotto il Comando della Divisione 36. Ieri le Idf hanno distrutto decine di magazzini di armi, diversi pozzi, decine di infrastrutture. Negli ultimi giorni, il genio della Brigata ha localizzato un percorso sotterraneo che collega due pozzi sotterranei nella zona di combattimento, tra cui attrezzature per la permanenza a lungo termine, armi e documenti utilizzati dai miliziani dell’organizzazione terroristica di Hezbollah. I militari israeliani, in collaborazione con l’unità del genio del Comando Nord, hanno sigillato i pozzi e li hanno messi fuori uso. Inoltre, in un attacco aereo è stato distrutto il quartier generale regionale di Hezbollah, da cui negli ultimi mesi sono stati effettuati numerosi lanci verso Israele. Infine,
Leone XIV (Ansa)
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