2023-11-26
Hamas fa tira e molla con gli ostaggi Israele: «Liberateli o ripartono i raid»
Alta tensione per il ritardo nella consegna del secondo gruppo di rapiti. Per la milizia, sono stati violati gli accordi sugli aiuti. Gerusalemme smentisce: «Rilasciate i prigionieri o ricomincerà l’offensiva».Ieri a Gaza doveva essere il turno del secondo gruppo di ostaggi rilasciati da Hamas, e invece il secondo giorno di tregua nella Striscia si è vissuto ad alta tensione. Una tensione dovuta al ritardo della consegna di 14 cittadini israeliani rapiti lo scorso 7 ottobre, in cambio di 42 palestinesi detenuti nelle carceri dello Stato ebraico. Secondo quanto scritto dal quotidiano Times of Israel, il ritardo sarebbe dipeso dal numero di ostaggi da liberare, con Tel Aviv che ne chiedeva 14, mentre Hamas era ferma a uno in meno. Dall’ala militare del movimento terrorista, le brigate al Qassam, hanno attribuito la responsabilità dell’intoppo a Israele, spiegando attraverso una nota che «non sono stati attuati gli elementi dell’accordo, tra cui l’aiuto umanitario a Gaza e al Nord della Striscia». Lo scambio sarebbe dovuto iniziare alle 16 locali (15 in Italia, ndr), ma mentre il giornale va in stampa, non è ancora avvenuto. Un funzionario di Hamas ha dichiarato alla Bbc che Israele avrebbe modificato in maniera significativa l’elenco concordato dei prigionieri palestinesi da liberare in cambio degli ostaggi, accusando l’Idf di aver violato il cessate il fuoco uccidendo due palestinesi a Beit Hanoun e facendo volare alcuni droni nella parte meridionale di Gaza, oltre ad aver bloccato il transito della maggior parte dei camion contenenti gli aiuti umanitari: «Solo 65 dei 340 camion di aiuti umanitari entrati nella Striscia hanno potuto raggiungere Gaza Nord, a causa delle limitazioni imposte da Israele. Si tratta di un numero inferiore di oltre la metà rispetto a quanto convenuto in sede di accordo» ha accusato un portavoce di Hamas. Accuse a cui Tel Aviv ha risposto con un ultimatum: «Se non rilasciate gli ostaggi entro mezzanotte riprenderemo l’offensiva», spiegando che «tutte le affermazioni di Hamas secondo cui Israele avrebbe violato l’accordo sono false» e che si tratta di «un tentativo di propaganda dei terroristi che mette in imbarazzo i mediatori di Egitto e Qatar». Per tutto il pomeriggio, fino a tarda sera, le diplomazie di Doha e Il Cairo si sono messe al lavoro per trovare una soluzione ed evitare la rottura totale. Alla fine, il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar confermava che ieri sera sarebbero stati rilasciati 39 detenuti palestinesi in cambio di 13 ostaggi israeliani e sette stranieri. Stessa conferma è arrivata ieri in serata dalla Kan tv israeliana: «Sia Hamas che Israele hanno confermato che stanotte avverrà il rilascio dei nuovi ostaggi». E pensare che il giorno prima lo scambio era stato finalizzato al meglio, con il rilascio di 14 ostaggi, tra cui otto bambini, immediatamente portati al Centro medico pediatrico Schneider, dove sono stati sottoposti a controlli medici per stabilire in che condizioni fossero: «Le loro condizioni fisiche sono buone e attualmente sono sottoposti a una valutazione medica ed emotiva. Stiamo facendo di tutto per prenderci cura della salute fisica e mentale di tutti coloro che ritornano da noi» ha spiegato il direttore dell’istituto, Efrat Baron Har Lev. Ieri pomeriggio erano arrivate anche le prime reazioni dei familiari degli ostaggi, riuniti nuovamente in piazza a Tel Aviv in una manifestazione a cui hanno partecipato circa 50.000 persone, per ricordare «i 50 giorni d’inferno» trascorsi da quel tragico 7 ottobre. Yoni Katz Asher, il papà di due bimbe rilasciate venerdì, ha detto di essere felice di aver potuto riabbracciare le figlie, ma di non riuscire a festeggiare finché l’ultimo degli ostaggi non tornerà a casa. L’intesa prevederebbe ancora due giorni - oggi e domani - per il rilascio di altri gruppi di ostaggi. Prima dell’intoppo, in più ambienti circolava l’ipotesi concreta di una possibile estensione dell’accordo di uno o due giorni, con Hamas che aveva fatto sapere di avere localizzato altri 20 rapiti. Una notizia che, se confermata, potrebbe far salire da 50 a 80 il numero totale degli ostaggi rilasciati. Una piccola speranza di un prolungamento del cessate il fuoco arriva dall’Egitto, dove secondo il canale al Qahera sono in corso colloqui per avere due giorni in più di tregua, con l’obiettivo di favorire la liberazione di più ostaggi possibili. Anche Joe Biden, dalla Casa Bianca, ha detto di aspettarsi il rilascio di altre decine di ostaggi.Il tema sarà poi capire in che modo Israele condurrà le operazioni militari a Gaza. Già subito dopo l’annuncio del negoziato, il ministro degli Esteri Eli Cohen, aveva precisato come «Israele non si sia impegnato a un cessate il fuoco, bensì a una pausa di 4 giorni», spiegando che «la differenza è enorme: il significato del cessate il fuoco è che dopo il fuoco non c’è una sua ripresa». A sostegno di questa tesi, ieri è intervenuto il capo di Stato maggiore dell’esercito, Herzi Halevi: «Riprenderemo l’offensiva dopo il cessate il fuoco per smantellare Hamas» ha detto - «Non abbiamo intenzione, desiderio o disponibilità a fermare questo sforzo prima di riportare indietro tutti gli ostaggi». Anche il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha ribadito che «l’esercito non lascerà la Striscia di Gaza fino alla completa liberazione degli ostaggi» e che «qualsiasi futuro negoziato con Hamas sarà condotto durante i combattimenti».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.