2024-08-15
Hamas diserta di nuovo i negoziati. L’Iran minaccia bombe su Tel Aviv
Oggi una delegazione israeliana vola in Qatar per discutere il cessate il fuoco, ma i jihadisti ormai hanno pochi ostaggi da scambiare. Gerusalemme elimina altri due miliziani di Hezbollah in Libano.Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione d’urgenza per decidere i membri della delegazione israeliana che oggi arriva in Qatar per partecipare ai negoziati che potrebbero portare ad un cessate il fuoco. Ne fanno parte il direttore del Mossad, David Barnea, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, il responsabile per gli ostaggi dell’Idf, Nitzan Alon, e il consigliere politico di Netanyahu, Ofir Fleck che secondo alcune ricostruzioni non sarebbe gradito dalla squadra di negoziatori perché troppo vicino al premier. Hamas ancora una volta ha fatto sapere che non sarà presente con una dichiarazione di Suhail al-Hind, dirigente del gruppo jihadista che alla testata al-Arabi al-Jadeed ha affermato: «Hamas non parteciperà ai prossimi negoziati previsti per domani, giovedì, né al Cairo né a Doha. La decisione della resistenza è unificata e non ci impegneremo in negoziati che permettano a Netanyahu di guadagnare tempo». Come abbiamo scritto più volte in questi dieci mesi di conflitto i jihadisti palestinesi ogni volta che sono chiamati al tavolo delle trattative trovano sempre il modo di sottrarsi adducendo motivazioni di vario genere (vedi «non abbiamo altra scelta che combattere di fronte all’intransigenza sionista»). In realtà chi non è in malafede, e qui la lista è lunghissima, ha capito da tempo due cose: il nuovo capo di Hamas Yaya Sinwar sa benissimo che gli israeliani non gli consentiranno mai di uscire vivo dai tunnel dove si nasconde, e non essendo minimamente interessato alla sorte della popolazione di Gaza che usa come scudo umano, preferisce il martirio per tutti, contando sulla stampa amica che lo aiuta a gettare discredito su Israele. In secondo luogo, Hamas e la Jihad islamica non hanno più un numero considerevole di ostaggi da poter scambiare con prigionieri palestinesi, quindi, non hanno più carte negoziali da giocare, e da qui le continue rinunce alle trattative. Vista la situazione è lecito attendersi che le delegazioni, una volta preso atto della situazione, lasceranno Doha in tempi rapidi. Intanto la guerra continua e nelle ultime 36 ore, l’esercito e l’aviazione israeliana hanno colpito 40 obiettivi militari nel sud e nel centro della Striscia di Gaza, causando la morte di numerosi combattenti. Come comunicato dalle Idf attraverso il loro profilo Telegram, tra gli obiettivi colpiti ci sono postazioni di cecchini e siti di lancio di missili; inoltre le Idf hanno reso noto di aver avviato, ieri mattina, una vasta operazione antiterrorismo nelle città di Tubas e Tamun, in Cisgiordania. Le Forze di difesa israeliane hanno anche confermato di aver effettuato un attacco con droni a Baraachit, nel Libano meridionale, uccidendo due membri della cosiddetta unità del fronte meridionale di Hezbollah, il comando regionale del gruppo terroristico nel Libano meridionale. Hezbollah ha confermato le loro morti, portando il numero dichiarato di vittime tra i membri del gruppo terroristico da ottobre ad almeno 408. A proposito dei jihadisti libanesi, va ricordato che hanno lanciato oltre 7.500 missili e 200 droni contro Israele, causando la morte di 43 israeliani (19 dei quali erano soldati), il ferimento di 271 e 790 incendi che hanno bruciato 40.000 acri di terreno. Sul fronte iraniano proseguono le minacce («bombarderemo la sede del Mossad a Tel Aviv»), con video sui social dove Tel Aviv è in fiamme accompagnati dai proclami della Guida suprema Ali Khamenei: «L’obiettivo dei nemici dietro la loro guerra psicologica in campo militare è creare paura e farci ritirare secondo il Sacro Corano, qualsiasi ritirata non tattica in qualsiasi campo militare, politico, propagandistico ed economico porterà all'ira divina». A proposito di Iran, ieri un vasto attacco cyber ha colpito le principali istituzioni bancarie del Paese, inclusa la Banca Centrale, come riportato mercoledì da Iran International, un canale affiliato all’opposizione iraniana con sede a Londra. L’attacco ha causato gravi disagi nelle operazioni finanziarie del regime. La maggior parte degli sportelli bancomat è stata bloccata a Teheran e in altre città. Secondo il rapporto questo attacco rappresenta uno dei più significativi mai perpetrati contro le infrastrutture iraniane. Come detto in precedenza, Hamas può contare sulla straordinaria capacità di diffondere ogni genere di notizia con la certezza essere ripresi dalla stampa internazionale che prende per oro colato le dichiarazioni di un gruppo tagliagole, e ieri ne abbiamo avuto l’ennesimo esempio. Come già accaduto in passato la Bbc, che ha sposato in toto la causa palestinese, ieri ha diffuso la notizia che ad un giovane padre identificato in Mohammad Abu al-Qumsan gli israeliani hanno ucciso la moglie Jumana, madre di due gemelli, Aysal e Aser, un maschio e una femmina, nati il 10 agosto. Una storia terribile che non poteva sfuggire a Repubblica che ha subito riportato la notizia: «Lo strazio del papà di Gaza: dopo aver registrato i gemelli scopre che sono morti». Nella ricostruzione di Repubblica si legge che «gli avevano appena consegnato i certificati di nascita quando è arrivata una telefonata: un missile israeliano ha colpito l’appartamento della tua famiglia». Non ci abbiamo messo molto a scoprire che la storia fa acqua da tutte le parti: le Idf non ne sanno nulla, le immagini del palazzo utilizzate dalla Bbc sono curiosamente simili a quelle du un’operazione che ha preso di mira un terrorista della Jihad islamica un anno fa. Inoltre la notizia è stata inizialmente diffusa da Motasem Ahmed Dalloul, un giornalista noto per diffondere la propaganda jihadista di Hamas e le sue fake news al punto che su X ha usato la foto dei gemelli per un’altra delle sue balle. Altro aspetto inquietante della vicenda è che lo scorso 30 maggio era stata attivata sulla piattaforma GoFundMe, una raccolta fondi organizzata da Jamila Jaffal (di Cleveland) intitolata: «Aiuta Jumana a far nascere due gemelli in sicurezza», che ha raccolto fin qui quasi 30.000 dollari, e ora si chiede di continuare a donare per aiutare il papà dei gemelli. Bastava solo verificare.
Sullo sfondo Palazzo Marino a Milano (iStock). Nei due riquadri gli slogan dell’associazione Mica Macho