2021-07-13
Gli hacker guastano l’idillio tra Biden e Putin
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Vladimir Putin e Joe Biden (Ansa)
Torna a salire la tensione cibernetica tra Washington e Mosca: un elemento che rischia di compromettere seriamente il tentativo di disgelo condotto dalla Casa Bianca nei confronti del Cremlino. Lo scorso 6 luglio, Bloomberg News ha rivelato che, la settimana precedente, un gruppo di hacker russi avesse effettuato un attacco informatico contro il Comitato nazionale del Partito repubblicano americano. In particolare, in base a quanto riportato dalla medesima fonte, dietro l'operazione si celerebbe un gruppo legato al governo russo chiamato Cozy Bear: un gruppo, tra l'altro, già accusato di aver violato i server del Comitato nazionale del Partito democratico nel 2016 e di essere responsabile dei cyberattacchi contro SolarWinds. Lo stesso 6 luglio, il Comitato repubblicano ha reso noto in una dichiarazione che uno dei suoi fornitori di servizi IT, Synnex, fosse stato violato. "Abbiamo immediatamente bloccato tutti gli accessi dagli account Synnex al nostro ambiente cloud", ha affermato il capo dello staff del Comitato, Richard Walters. "Il nostro team ha lavorato con Microsoft per condurre una revisione dei nostri sistemi e dopo un'indagine approfondita, non è stato possibile accedere ai dati del Comitato nazionale repubblicano. Continueremo a lavorare con Microsoft, così come con i funzionari delle forze dell'ordine federali, su questo problema", ha aggiunto. I dubbi comunque restano. E a sottolinearlo è stato soprattutto Toby Lewis, Head of Threat Analysis di Darktrace (società britannico-americana specializzata in difesa informatica). "Il Comitato Nazionale Repubblicano ha dichiarato che gli aggressori non hanno avuto accesso a nessun dato", ha affermato." I dettagli della vicenda", ha aggiunto, "stanno ancora emergendo, ma dobbiamo essere consapevoli che il presunto autore dell'attacco, Cozy Bear, è noto per la capacità di insinuarsi senza lasciare alcune traccia: questo è ciò che rende i loro attacchi così difficili da contrastare". Microsoft, dal canto suo, ha finora rifiutato di fornire dei dettagli sulla vicenda. "Non possiamo parlare delle specifiche di un caso particolare senza il permesso del cliente", ha dichiarato – secondo Bloomberg News – un portavoce dell'azienda. "Continuiamo a tenere traccia delle attività dannose da parte degli Stati nazionali, come facciamo di routine, e informiamo i clienti colpiti". Mosca, dal canto suo, ha respinto seccamente le accuse. "Possiamo solo ripetere che qualunque cosa sia successa, e non sappiamo esattamente che cosa sia successo qui, questo non aveva alcun collegamento con Mosca ", ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. In tutto questo, non va trascurato che l'attacco ai danni del Comitato repubblicano sia stato reso noto poco dopo un altro attacco (che si ritiene perpetrato dall'organizzazione criminale basata in Russia, REvil) contro il software Kaseya: una situazione, quest'ultima, che ha finito col coinvolgere circa mille aziende sparse in tutto il mondo. Ora, è chiaro che – indipendentemente dagli sviluppi – la questione rischia di rivelarsi politicamente spinosa. In primis, un problema nasce dal vertice – tenutosi il mese scorso a Ginevra – tra il presidente americano, Joe Biden, e il suo omologo russo, Vladimir Putin. In quell'incontro, uno dei temi caldi era risultato proprio quello dei cyberattacchi e, in tal senso, i due leader avevano annunciato una cooperazione da questo punto di vista, per cercare di avviare un disgelo tra Washington e Mosca. Va quindi da sé che quanto accaduto negli ultimi giorni rischi di aumentare di nuovo le tensioni tra le due potenze: tanto più dopo che, a fine giugno, Putin e il presidente cinese, Xi Jinping, hanno siglato il rinnovo del Trattato d'amicizia sino-russo del 2001. E' in questo quadro generale che, venerdì scorso, Biden e Putin hanno avuto una conversazione telefonica, in cui il presidente americano ha cercato un chiarimento dal leader del Cremlino. "Gli ho detto molto chiaramente che gli Stati Uniti si aspettano che quando un'operazione di ransomware provenga dal suo territorio, anche se non è sponsorizzata dallo Stato, ci aspettiamo che agisca. E gli abbiamo fornito informazioni sufficienti per agire", ha detto Biden, commentando il colloquio. "Abbiamo istituito", ha aggiunto, "un mezzo di comunicazione ora, su base regolare, per essere in grado di comunicare tra noi quando ognuno di noi pensa che stia accadendo qualcosa nell'altro Paese". Il presidente americano si è quindi definito "ottimista", pur dicendosi pronto a delle ritorsioni in chiave antirussa, se necessario. Una situazione complessiva, questa, che è destinata ad avere delle ripercussioni anche per la politica interna americana. Ricordiamo infatti che Biden fu aspramente criticato per il vertice ginevrino con Putin non solo dai repubblicani, ma anche da alcuni settori dello stesso Partito democratico. L'accusa era sostanzialmente quella di essersi mostrato troppo blando e accondiscendente nei confronti del presidente russo. La questione Cozy Bear è quindi probabilmente destinata a rinfocolare queste critiche. Dall'altra parte, l'hackeraggio ai danni del Comitato repubblicano rafforzerà probabilmente i settori più antirussi dell'elefantino.