2024-07-07
Guerra tra pm: a rischio l’inchiesta su Striano
Un fascicolo sul procuratore antimafia Giovanni Melillo (parte lesa) genera conflitti di competenza tra Roma e Perugia. Se la causa finisse nella Capitale, il caso dossieraggi potrebbe avere la stessa sorte. E ripartirebbe da zero. Lontano dai riflettori, negli ultimi tre mesi, si è combattuta una guerra in punta di diritto tra la Procura generale di Perugia e la Procura di Roma, una sfida in cui, in veste di arbitro, la Procura generale della Cassazione, ha assegnato un gol ai pm capitolini. Ma a breve potrebbe iniziare il secondo tempo e un giudice del Tribunale di Perugia potrebbe chiedere l’intervento definitivo e vincolante della Corte di Cassazione per dirimere la controversia giuridica. Che, una volta risolta, potrebbe avere come conseguenza il trasferimento dall’Umbria alla Capitale dell’inchiesta sul tenente Pasquale Striano, distaccato per circa sette anni alla Direzione nazionale Antimafia, il famoso fascicolo sulle presunte spiate ai danni del ministro Guido Crosetto e di molti altri vip, un procedimento che per giorni, nel marzo scorso, ha monopolizzato l’attenzione di giornali e tv. All’epoca la sovraesposizione dei magistrati impegnati nelle indagini, il procuratore perugino Raffaele Cantone e il procuratore Antimafia Giovanni Melillo, era stata criticata con un puntuto comunicato dal pg del capoluogo umbro Sergio Sottani, mentre politici e cronisti erano intenti a spremere come limoni le poche carte (un invito a comparire) disponibili. Ogni riga ha innescato teoremi e ispirato articoli, l’ufficio in cui operava Striano è stato paragonato a una centrale dei dossier e adesso tutti attendono con il fiato sospeso la conclusione delle indagini per far ripartire la grancassa sulla vicenda dell’ufficiale accusato di aver spiato decine di potenti. Ma, se Sottani vedrà prevalere la sua tesi, l’inchiesta potrebbe dover ripartire quasi da zero.Il caso MelilloIl granello di sabbia che potrebbe bloccare l’intero ingranaggio è una questione apparentemente molto diversa e meno grave. A marzo la Procura di Roma ha trasmesso in Umbria un fascicolo che vede come parte offesa Melillo. Il magistrato nel luglio del 2022 aveva presentato denuncia per diffamazione nei confronti dell’allora direttore del Riformista Piero Sansonetti e di una sua cronista per un servizio pubblicato quando era ancora in servizio nel capoluogo campano e che conteneva alcuni ruvidi commenti sulla gestione dei rapporti con i media e con la polizia giudiziaria dello stesso Melillo.Ma nel frattempo il magistrato, nel giugno del 2022, era approdato alla Procura nazionale Antimafia, il cui quartier generale si trova a Roma. Per questo i pm di Napoli, destinatari della querela, hanno subito inviato a Perugia i fascicolo, competente, a loro giudizio, per i magistrati che prestano servizio alla Dna. Ed è su questo assunto che, come vedremo, si ingarbuglia la vicenda. In ogni caso, l’1 agosto 2022, il procedimento viene iscritto contro ignoti in Umbria e, nell’ottobre del 2023, passa nel registro delle notizie di reato a carico di persone note (significa che la polizia giudiziaria delegata alle indagini ha, in questo lasso di tempo, individuato i responsabili dell’articolo incriminato). A questo punto Cantone presenta istanza di astensione al pari del suo vice Giuseppe Petrazzini e dei pm Mario Formisano e Gemma Miliani (il pool che si è occupato del caso di Luca Palamara). Una bella fetta di Procura si è, dunque, dichiarata in conflitto di interessi per aver a propria volta denunciato Sansonetti e il suo giornale per un altro articolo ed essersi costituita parte civile nel procedimento in corso a Roma.Allora Sottani, anziché mettersi alla ricerca di un magistrato che non avesse denunciato l’attuale direttore dell’Unità, a fine marzo del 2024, quando il caso Striano è già abbondantemente scoppiato, ha deciso di avocare a sé il fascicolo e di trasmetterlo a Roma, perché a detta del pg, sui magistrati della Dna non dovrebbe essere competente Perugia, ma la Capitale. Un’interpretazione innovativa che, se trovasse conferma, sconvolgerebbe l’inchiesta Striano visto che questa è finita a Perugia proprio perché coinvolge anche un ex magistrato della Procura nazionale Antimafia, Antonio Laudati, presunto istigatore di alcune delle spiate del tenente.Una conclusione audace a cui Sottani è potuto giungere sulla base della scarsa giurisprudenza esistente sull’argomento. reazione capitaleMa i colleghi di Roma non hanno gradito quel regalo e hanno contestato alla radice la decisione di Sottani, ritenendo che questi non avesse nessun titolo per avocare a sé il fascicolo e che, comunque, come già ipotizzato da Napoli, fosse competente la Procura di Perugia. A questo punto Sottani e il sostituto procuratore generale Luca Semeraro hanno sollevato davanti al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione un «contrasto negativo tra pubblici ministeri» (succede quando due pm rifiutano entrambi di trattare un fascicolo) e il 21 maggio hanno inviato a Roma dieci pagine per argomentare la propria posizione. Nel documento le due toghe, con ragionamenti da fini giuristi, evidenziano le differenze tra l’articolo 11 del codice di procedura penale e l’articolo 11 bis. A qualcuno sembreranno questioni da legulei, ma da queste sfumature potrebbe arrivare la svolta del procedimento che coinvolge Striano e Laudati.L’articolo 11 stabilisce quale ufficio si debba occupare delle cause che coinvolgono i magistrati di questa o quella Procura (dei romani si fa carico Perugia, dei fiorentini Genova e via dicendo) e si applica alla generalità delle toghe escluse quelle della Cassazione e della Procura generale del Palazzaccio di cui si occupa Roma, avendo queste ultime una competenza estesa a tutto il territorio nazionale. Medesimo discorso valeva per i magistrati della Dna sino al 2008, anno in cui nel codice venne inserito l’articolo 11 bis che stabilisce che i magistrati di via Giulia, quando vengono applicati in giro per l’Italia, devono essere trattati alla stregua dei colleghi a cui sono affiancati (per esempio, se trasferiti a Palermo, vanno giudicati a Caltanissetta). l’interpretazioneMa Sottani, nel suo ricorso, ricorda l’unico precedente avente ad oggetto l’interpretazione dell’articolo 11 bis e concernente un contrasto negativo proprio tra la Procura di Perugia (all’epoca già guidata da Cantone) e quella di Napoli (diretta allora da Melillo). Nell’occasione la Procura generale della Cassazione, con il decreto 368/2020, aveva dato ragione agli uffici giudiziari umbri, stabilendo che lo spostamento del procedimento in base all’articolo 11 bis si applica quando «vi sia la concreta possibilità di instaurazione di un rapporto di colleganza e frequentazione tra magistrati del medesimo distretto che, per quanto riguarda i magistrati della Dna, si verifica soltanto quando questi vengano applicati presso una Procura distrettuale». Situazione che non si configura nel caso di Melillo, il quale non ha mai svolto le proprie funzioni nel distretto di Roma. A stretto giro, il 4 giugno, il sostituto procuratore generale della Cassazione Elisabetta Ceniccola, per oltre vent’anni pm nella Città eterna, ha risposto con un decreto di 19 pagine, controfirmato dal pg Luigi Salvato e dall’aggiunto Alfredo Pompeo Viola, con cui ha determinato, mutando la linea dell’ufficio (anche se lei nega), che la competenza a «continuare a procedere» sarebbe di Perugia. Nel contempo la Ceniccola non si è espressa sull’avocazione del fascicolo da parte di Sottani, la cui legittimità è stata contestata dalla Procura di Roma, provocando la dura reazione del pg, il quale ha evidenziato come i colleghi «non avessero alcun titolo» per dare patenti di correttezza sull’avocazione per altro non impugnata dai diretti interessati. Nel suo provvedimento la Ceniccola porta più volte a sostegno della decisione della Procura di Roma, proprio il procedimento contro Laudati sul cui radicamento a Perugia non sarebbero state sollevate obiezioni. Dopo aver incassato il parere negativo Sottani e Semeraro hanno notificato, è notizia di queste ore, ai due giornalisti sotto accusa un avviso di chiusura delle indagini datato 24 giugno (propedeutico alla citazione a giudizio diretta), ravvisando gli estremi della diffamazione aggravata. Fine della vicenda? conseguenze A Perugia, nei corridoi del Tribunale, c’è chi giura che Sottani alla prima udienza utile del processo sarebbe propenso a eccepire l’incompetenza del giudice. Questi, dandogli ragione, potrebbe trasmettere immediatamente gli atti a Roma (creando un ulteriore possibile cortocircuito) oppure chiedere alla Corte di Cassazione di stabilire chi debba procedere. Se Sottani ottenesse soddisfazione allora il processo contro Sansonetti e la giornalista tornerebbero a Roma e siamo certi che l’avvocato di Laudati chiederebbe lo stesso trattamento per il proprio assistito. Adesso tra politici e giornalisti qualcuno cercherà un presunto burattinaio dietro l’iniziativa di Sottani, che, però, è magistrato stimato anche dagli avversari e difficilmente teleguidabile. Proviene dalla sinistra giudiziaria, ma non sembra preoccupato di incrociare le pandette con autorevoli colleghi che fanno parte della sua stessa area culturale. Certo non si può escludere che nelle decisioni del pg possa avere influito il caso Striano, su cui Sottani non ha diretta competenza, ma ha avviato un’attività di vigilanza per «verificare il corretto bilanciamento tra il doveroso diritti dell’opinione pubblica a essere informata nella fase delle indagini e il rispetto della presunzione d’innocenza», dopo «l’inusuale congiunta richiesta di audizione» in Parlamento e a telecamere accese «del procuratore della Repubblica (Cantone, ndr), unitamente al procuratore nazionale Antimafia e antiterrorismo (Melillo, ndr)». Forse il linciaggio preventivo di un indagato ha convinto Sottani a intraprendere questa battaglia senza precedenti.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.