2025-07-23
Gualtieri osserva il caso Sala e pensa già al 2027
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Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri (Ansa)
Ora che il mito della città «perfetta», icona dell’abitare green, capitale del business, plasmata da Sala, si è sgretolato, il primo cittadino della Capitale rivendica all'interno del Pd la supremazia del modello Roma, dove si tornerà alle urne tra meno di 24 mesi.Mentre il Pd si contorce nell’ennesima crisi esistenziale scatenata dal caso Sala, c’è chi nel partito si sfrega le mani. Per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è il momento della rivincita. Rivincita su quel modello Milano che gli ha dato filo da torcere, in una esasperata competizione, fin dall’inizio del mandato. Sala lastricava i parcheggi con piste ciclabili e Gualtieri raddoppiava le corsie per le due ruote, Sala sbarrava le strade alle auto e Gualtieri disegnava un’immensa area green fino al Raccordo Anulare, il tutto però sempre un passo indietro a Beppe portato in palmo di mano dal Pd. Mentre lui “figlio di un Dio minore” arrancava tra cantieri infiniti, rivolta dei tassiti, mugugni dei commercianti per i progetti delle isole pedonali e l’irritazione del Vaticano preoccupato per le opere incompiute del Giubileo. Una lotta impari, una rincorsa perdente, in una città che di eterno continua ad avere la ritrosia ostile a qualsiasi cambiamento. Città difficile da gestire soprattutto da chi vuole mantener fede all’ideologia dell’inclusione (anche se si tratta di Rom che fanno i borseggiatori di professione sui mezzi di trasporto pubblici, in modo conclamato) e sogna di rendere la vita difficile ai b&b dichiarando guerra all’overtourism che poi è quello che rimpingua le casse comunali.Così mentre Sala continuava ad allargare le aree interdette al traffico, Gualtieri si doveva accontentare di progettarle sulla carta, limitandosi a mettere le telecamere che rimanevano spente, passando di rinvio in rinvio, pena la presa del Campidoglio da parte dei romani inferociti.Ma ora che il mito della città «perfetta», icona dell’abitare green, capitale del business, rifugio dei milionari stranieri in fuga da Londra e Parigi, plasmata da Beppe, si è sgretolato, Gualtieri può ben rivendicare la supremazia del modello Roma. Certo, le zone d’ombra sono tante ma in questo momento conviene nascondere la polvere sotto il tappeto. Quindi poco importa se il tema del servizio pubblico è un capitolo aperto, se le stazioni sono il bivacco dei senza tetto, se le ville, gioielli artistici, sono più insicure di Central Park, se i vicoli hanno l’odore delle latrine, tutto è meglio di un’indagine della magistratura. Al punto che Gualtieri può anche permettersi il lusso di dire che “la periferia fa schifo” come un qualsiasi turista appena sbarcato nella Capitale. E se qualcuno ardisce un paragone con altre Capitali europee, naturalmente perdente, lui tira fuori dalla tasca i numeri del turismo, gli alberghi sold out, i ristoranti pieni. D’altronde non è forse vero che le grandi catene alberghiere hanno preferito Roma a Milano, scommettendo sulla crescita della città. Una città che avrà un’altra linea metropolitana, da finire chissà quando, ma Gualtieri confida di tagliare il nastro all’inaugurazione. Ebbene sì, la debacle di Sala, inaspettatamente potrebbe aver allungato la vita al sindaco di Roma. Non è un mistero che il primo cittadino della Capitale lavori per il bis. D’altronde ha sempre detto che la sua agenda ha uno sviluppo di dieci anni. Ora che «il campione» meneghino del Pd è stato disarcionato e che il partito non ha in scuderia altri cavalli di razza, Gualtieri può davvero rivendicare la supremazia del modello Roma e passare all’incasso elettorale. A questo punto chi oserebbe mettergli i bastoni tra le ruote. Gli eventi di Palazzo Marino hanno accelerato i giochi elettorali. Nella Capitale si tornerà al voto nella primavera del 2027; per la politica è come se fosse domani. Un tempo brevissimo e che si intreccia con le grandi manovre per le elezioni politiche. C’è un filo rosso che collega gli eventi di Milano, Roma e Palazzo Chigi.Sinistra civica ecologista che esprime l’assessore alla cultura, Massimiliano Smeriglio, punta a mettere insieme una lista rossoverde insieme a Avs e a movimenti e comitati capitolini. Ci sono già stati incontri informali con dirigenti romani di Sinistra italiana. Gualtieri dovrà vedersela con Marino, eletto in quota Verdi e tornato in campo. Ma è anche vero che i rappresentanti locali dei Verdi hanno detto che non intendono mollare Gualtieri nonostante non abbiano digerito il mega inceneritore. Al tempo stesso c’è un’area moderata che fa capo all’assessore al commercio, Alessandro Onorato. I fronti sono tutti aperti e dalla sua il sindaco di Roma ha anche il vantaggio di un’opposizione che non ha ancora scelto chi mettere in pista. Eppure la Capitale rappresenta un bacino di voti non trascurabile per la destra e mai come in questo momento può rischiare di far correre un nome debole. Il caso Sala ha scompigliato lo scenario anche a destra.
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