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Green pass, obiettivo fallito. Così andiamo tutti a sbattere

Green pass, obiettivo fallito. Così andiamo tutti a sbattere
Ansa

A una settimana dall'applicazione della misura più dura al mondo, le peggiori previsioni si stanno avverando. L'obbligo escluderà milioni di lavoratori, con danni per imprese e famiglie. Pure molti industriali sono pentiti.

Tanto livore per nulla. A una settimana dall'entrata in vigore del fenomenale super green pass, a mettere la pietra tombale sulla strategia del governo ci pensa la Fondazione Gimbe, non esattamente una fonte nemica. «Nonostante 13,4 milioni di dosi di vaccini anti Covid in frigo», scrive in un report l'istituto di Nino Cartabellotta («l'uomo dei numeri», come amano definirlo i conduttori di talk show), «scende ancora il numero di nuovi vaccinati (-17%) e vanno a rilento le terze dosi, 2,4% su una platea di 7,6 milioni di persone». All'inizio ci fu detto (anche da Mario Draghi) che il lasciapassare sarebbe servito a garantire sicurezza, affermazione evidentemente falsa. Di fronte alla granitica realtà, anche la propaganda è stata costretta a cambiare versione ed è arrivata ad ammettere l'ovvio. E cioè che la carta verde equivale a un obbligo vaccinale surrettizio, un consapevole aggiramento della Costituzione.

Un mesetto fa, il ministro della Salute, Roberto Speranza, dichiarò soddisfatto: «Il green pass è uno strumento che sta funzionando, la stragrande maggioranza delle persone lo conosce e lo ha scaricato. Gli esiti sono positivi». Ma, al solito, la realtà è ostinata, e i numeri di Gimbe svelano che l'obbligo mascherato non sta funzionando. Cioè non sta spingendo le masse a sottoporsi alla puntura. Certo, la versione dura del provvedimento deve ancora entrare in vigore, però gli effetti positivi avrebbero già dovuto vedersi: al solo annuncio tanti italiani avrebbero dovuto correre a farsi inoculare. Invece...

Non era difficile da prevedere, e infatti era stato ampiamente previsto. Ciò non significa che la campagna vaccinale sia andata male, anzi, la grandissima parte degli italiani si è sottoposta alla puntura, e le percentuali raggiunte superano quelle di molti altri Stati. Ma, con tutta evidenza, c'è una fetta di italiani che non ha alcuna intenzione di offrire il braccio. A questo punto, i talebani del vaccino dovrebbero, per lo meno, farsi un esame di coscienza: i toni utilizzati negli ultimi mesi all'indirizzo di persone che stavano (e stanno) esercitando un diritto costituzionale sono stati semplicemente mostruosi. Insultare e minacciare, molto spesso, serve soltanto a radicalizzare le posizioni di chi si sente attaccato, e probabilmente è proprio ciò che è accaduto dalle nostre parti. Dunque tanti complimenti ai vari Burioni, Cazzola, eccetera.

Come si diceva, tanto livore e tanto odio per nulla. L'Italia ha introdotto un meccanismo discriminatorio senza eguali in Europa (e in sostanza anche nel mondo). Il Parlamento e persino la presidenza della Repubblica hanno accettato l'esondazione del governo e hanno adottato il lasciapassare, creando così un pericolosissimo precedente e mostrando una sudditanza mai vista nella storia della democrazia tricolore. Il corpo della nazione ha in larga parte acconsentito alla discriminazione palese di una categoria sociale, di una classe di individui i cui confini sono stati stabiliti su basi biologiche. Ebbene, tutto questo al solo scopo di costringere più persone a vaccinarsi: uno scopo che, a quanto risulta, per ora non è stato affatto raggiunto, anzi.

A dirla tutta, questo è soltanto il primo effetto negativo della misura. Tutti gli altri li gusteremo a partire dal 15 ottobre, e vedrete che - a dispetto delle ciance di Speranza e colleghi - saranno parecchio concreti. Abbiamo già ampiamente documentato l'impatto che il green pass obbligatorio avrà su badanti e colf, moltissime delle quali non si sono vaccinate. Che faranno gli anziani fra una settimana? Resteranno soli? Terranno la badante a lavorare in nero?

Del caos nelle scuole abbiamo dato conto ripetutamente nei giorni scorsi. A breve potremo sperimentare anche il disastro riguardante la sicurezza. Il rischio è che, soltanto nella polizia, ci siano circa 5.000 persone prive di lasciapassare. Contando che di agenti ne mancano già più o meno 10.000, che cosa capiterà nelle prossime settimane? Ci saranno poliziotti a cui scadrà il pass a metà del servizio, costringendoli a rientrare a casa? Avremo altri quartieri sensibili lasciati senza protezione? Non andrà meglio nelle aziende: come mostriamo in queste pagine, pure alcuni industriali che avevano inizialmente approvato l'introduzione della carta verde ora stanno cambiando idea, perché si sono resi conto degli effetti nefasti che produrrà sulle loro imprese.

Chi in queste ore sostiene che la destra sia stata frenata nelle urne dalle battaglie contro il green pass farebbe bene a riflettere attentamente sui dati che abbiamo elencato, e sulla realtà che emerge con sempre maggiore chiarezza: abbiamo discriminato, creato caos e potenziali drammi per niente. Volendo, ci sarebbe ancora una settimana per porre rimedio, per mettere un freno alla follia. Ma vallo a spiegare ai talebani.

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È possibile che tra il movimento finale della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, l’Inno alla gioia e una zuppa calda, assaporata con somma soddisfazione in una di questa fredde serate invernali, ci sia qualcosa in comune? A costo di passare per sulfurei sacrileghi, diciamo che sì, qualcosa c’è. Entrambi, inno e zuppa, generano una profonda emozione. L’uno e l’altra vanno diritti al cuore. L’inno lo riempie di gioia transitando per gli orecchi, la zuppa lo conforta passando per il palato. Cambiano i sensi interessati, ma il risultato non cambia: in entrambi i casi è assicurata una sincera e profonda emozione.

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