2021-09-25
«Green pass per andare a messa». Bassetti fa uno scherzo da prete
Gualtiero Bassetti (Ansa)
Il capo della Cei: «Trattativa con lo Stato, il vaccino è una garanzia». Poi ritratta: «Resta il protocollo attuale». Ma in Vaticano la card parte da ottobre (non per le funzioni). E molti vescovi già la pretendono dai volontari.Ricordatevi di sanificare le feste: il Vaticano si conferma avanguardia delle restrizioni anti Covid, del resto si tratta di uno Stato che richiede il foglio verde anche per accedere all'interno del proprio territorio. Le dichiarazioni del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, riaprono uno dei fronti più caldi, quello dell'obbligo del green pass per andare a messa. Dichiarazioni, quelle di Bassetti, poi rettificate, ma che lasciano comunque il mistero su un argomento che definire sensibile è riduttivo, ovvero quello dell'obbligo di esibire il certificato verde per i fedeli che si recano in chiesa, soprattutto in vista delle festività natalizie. La cronaca della giornata di ieri è all'insegna dell'ambiguità. Alle 9.30, Bassetti sgancia la bomba mediatica. A una domanda sull'ipotesi di introdurre l'obbligo del green pass anche per la messa, risponde: «Noi abbiamo una trattativa con il governo, andiamo secondo quella». Una dichiarazione che non ammette interpretazioni, quella del capo della Cei, tra l'altro pronunciata a margine dell'assemblea della Ccee, il Consiglio delle Conferenze dei vescovi d'Europa (in latino Consilium Conferentiarum episcoporum Europae), organismo che riunisce i vescovi delle 33 Conferenze episcopali cattoliche del vecchio continente. «Non è una questione semplice», aggiunge Bassetti, «comunque si usino tutti i mezzi per conservare la nostra salute, per prevenire. E al momento attuale il vaccino è ancora la più grande garanzia che abbiamo. Devo sentire il Consiglio permanente e tutto l'episcopato. Noi, non per privilegio ma come tutte le religioni, abbiamo firmato un nostro accordo con il governo», sottolinea ancora Bassetti, e «finora nelle chiese abbiamo rispettato tutte le regole che ci siamo posti». Dunque, il capo dei vescovi italiani parla chiaramente di «trattativa con il governo». Apriti cielo (è il caso di dirlo): la questione dell'obbligo del green pass per andare a messa sembrava superata, e invece ritorna prepotentemente alla ribalta con le dichiarazioni di Bassetti. I fedeli, ricordiamolo sempre, sono già soggetti a regole stringenti: in Chiesa sono obbligatori il distanziamento nei banchi, le mascherine e l'igienizzazione delle mani, mentre dall'inizio della pandemia sono stati comunque eliminati alcuni gesti liturgici, come lo scambio del gesto di pace e l'acqua santa agli ingressi. Non solo: alcune diocesi hanno già deciso regole molto stringenti per l'attività pastorale. Nelle parrocchie della diocesi di Milano, ad esempio, dal 20 settembre è necessario, per svolgere alcune attività, avere ricevuto la prima dose di vaccino da almeno 14 giorni o essere guariti da meno di 180 giorni dal covid, o aver fatto un tampone negativo nei due giorni precedenti. Bisogna in sostanza aver fatto tutto quello che serve per ottenere il green pass, anche se formalmente non è richiesto. Sono soggetti a questa regola catechisti, coristi ma anche sacerdoti, ministri della straordinari della comunione, educatori dei doposcuola o delle scuole per stranieri delle parrocchie. Tampone o vaccino sono richiesti per le attività dove più alto è il rischio di contagio come la visita degli ammalati (salvo i casi di persone in punto di morte), la distribuzione della Comunione, gli incontri di catechismo, le attività educative e didattiche gestite dalle parrocchie. E nella diocesi di Pistoia, chi svolge servizio nella parrocchie deve essere vaccinato: l'obbligo vale per sacerdoti, diaconi, accoliti, ministri straordinari dell'eucarestia, insegnanti, catechisti, volontari della Caritas, coristi e cantori. Le parole di Bassetti scatenano un vespaio: La Verità chiede a tre esponenti del governo, di diversi partiti, se in Cdm si sia mai discussa questa ipotesi, ricevendo tre risposte negative. Anche uno dei partecipanti alle cabine di regia smentisce che si sia mai parlato dell'obbligo del green pass per andare a messa. La Verità interpella anche il direttore della comunicazione della Cei, Vincenzo Corrado, che minimizza, dicendo che a Bassetti «è stata fatta una domanda a bruciapelo, mentre camminava». Arriva poi la auto smentita dello stesso Bassetti: «La certificazione verde», dichiara il presidente della Cei, «non è richiesta per partecipare alle celebrazioni. Si continua a osservare quanto previsto dal protocollo Cei-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote». E la trattativa? «Il termine», prosegue il cardinale, «fa riferimento al protocollo sottoscritto l'anno scorso. Si tratta di una trattativa compiuta nel 2020, e che continua a essere valida ancora per l'oggi». Il mistero resta, alimentato anche dalla mancata risposta da parte di Palazzo Chigi a una richiesta di delucidazioni sull'argomento. La promessa di una verifica in merito da parte dell'ufficio stampa di Mario Draghi, resta infatti senza seguito: nessuna conferma, nessuna smentita.