2025-03-31
Il grande inganno del cambiamento di sesso
La transizione non esiste, è solo un mito: gli interventi chirurgici di riattribuzione del genere non fanno altro che peggiorare la vita di chi vi si sottopone. È necessario, invece, fornire aiuto psicologico e psichiatrico per far riavvicinare la mente al corpo.Chi squittisce la frase «Più diritti per tutti», in realtà sta proclamando il diritto a più doveri, più censura e più incarcerazioni. Comincia nel 2022 la battaglia per la verità di un professore di una scuola cristiana irlandese, Enoch Burke.Burke, insegnante irlandese di lingua tedesca della scuola anglicana Wilson’s hospital school di Dublino, già sospeso dall’incarico e licenziato per essersi rifiutato nel 2022 di chiamare uno studente «in transizione» con il pronome «loro», è stato incarcerato tre volte in 2 anni. Nel 2022 la preside della scuola, Niamh McShane, ha informato il personale che uno studente era in «transizione» e che avrebbero dovuto riferirsi a lui con un nuovo nome e il pronome «loro». C’era quindi un obbligo di menzogna, perché bisognava parlare di un ragazzo con il pronome «loro» e indicarlo con un nome femminile. Il professor Burke, come me e come moltissimi docenti, medici, psicologi e semplicemente persone di buon senso, ritiene che se una persona è confusa sulla propria appartenenza sessuale occorre aiutarla a riconciliarsi con la realtà. Il transessualismo è la situazione di una mente che non accoglie la realtà del corpo e quindi la propria realtà, perché la mente nasce dal corpo, nasce da ognuno dei neuroni che, come ogni cellula dell’organismo, sono maschi o femmine. Non esistono interventi di cambiamento di sesso: esistono interventi lunghi, dolorosi e complessi, gravati da molti rischi, di apparente cambiamento di sesso. Ai molti rischi medici, chirurgici e anestesiologici si aggiunge anche il rischio del suicidio. Molte persone che hanno combattuto per anni con la convinzione che il cambiamento (apparente) di sesso avrebbe loro dato la serenità, quando si rendono conto che non è vero, quando cominciano a rimpiangere il proprio vero sesso, cominciano a considerare l’opzione del suicidio. Burke aveva rifiutato la menzogna: è stato sospeso dalla scuola, anzi era stato allontanato dalla scuola con un ordine restrittivo che lui ha violato per cui ha affrontato tre arresti e un totale di 500 giorni di carcere. Burke ha detto che agli insegnanti della scuola è stato «comandato di imporre il transgenderismo», una «ideologia infernale», che spinge i bambini ad assumere farmaci bloccanti della pubertà, rimanendone «sfregiati per tutta la vita. Io non ho imposto le mie convinzioni a nessuno, è quella ideologia che mi è stata imposta», ha ripetuto. La libertà è la libertà di dire la verità. La libertà è la libertà di poter compiere il proprio dovere e il dovere della verità è il massimo dei doveri. Ci sono documentari e libri che riportano il dolore atroce di ragazzi e ragazze sfigurati, con i loro corpi e i loro sistemi endocrini massacrati, che denunciano la loro disperazione quando si rendono conto di essere stati ingannati. Ormai il torace delle ragazze ha subito la mastectomia, ormai i loro capelli sono radi, la barba cresce. Ormai i ragazzi si sono fatti castrare. Resta solo la disperazione. Tutti quei medici e tutti quegli psicologi che li hanno spinti a una scelta folle, allora spariscono. Il professor Burke qualche giorno fa ha denunciato che il suo conto corrente è stato congelato su ordine del tribunale: i circa 40.000 euro depositati, frutto dei suoi risparmi, non sono più disponibili e non ha più accesso al suo stipendio. Come ricordava George Orwell, tanto è più grave è il livello di menzogna di una società, tanto più dura è la persecuzione di chi ha il coraggio della verità. Il movimento Lgbt ha creato il reato di transfobia che punisce i valorosi alfieri della verità che cercano di avvertire i ragazzi confusi della trappola, cioè cosa può determinare il desiderio della mente di essere in un corpo di sesso opposto. Lo spiega molto bene l’ex trans Walt Heyer, nel suo libro Paper Genders. Il mito del cambiamento di sesso. Il cambiamento di sesso non è possibile. È un mito. In molti casi il desiderio di cambiare sesso è un sintomo di un’altra patologia, la schizofrenia o il disturbo dissociativo. Accontentare il paziente è evidentemente disastroso. Negli altri casi si è avuta nella vita del paziente un’impossibilità a identificarsi con il proprio sesso. La mente è plastica e può modificarsi sempre. Occorre rieducarla ad accettare il corpo, cioè la realtà. Il corpo non è plastico: se lo si modifica sanguina, e molto, e cicatrizza con dolore. Le ferite possono infettarsi e suppurare. Il sistema endocrino alterato è sempre in equilibrio instabile. Riporto le sue parole raccolte in un’intervista: «È giunto il momento di mettere a nudo l’inganno. Gli interventi chirurgici di riattribuzione del sesso non fanno altro che peggiorare la vita di chi vi si sottopone. L’ho imparato a mie spese e non posso che essere vicino alla sofferenza dei transgender, ma un atteggiamento di comprensione non basta: è necessario un supporto psicologico e psichiatrico che li aiuti ad affrontare i loro problemi». E ancora: «È pura follia continuare ad avallare una procedura chirurgica, fallimentare e causa di grandi sofferenze, come risposta a un disturbo che è di natura psicologica».Nell’affrontare l’argomento va chiarita la fondamentale differenza tra l’intersessualità e la transessualità: la prima riguarda alcune specifiche condizioni mediche di oggettiva ambiguità dal punto di vista biologico; i transessuali si trovano invece ad affrontare un disturbo psicologico. È scientificamente infondata l’idea che i transgender siano così dalla nascita: tra i numerosi studi, uno recentissimo condotto da un gruppo dell’Università La Sapienza smentisce questa credenza (Hormone and genetic study in male to female transsexual patients). In Italia abbiamo circa 4.000 suicidi l’anno: 800 sono commessi da donne e 3.200 sono commessi da maschi. È evidente che l’emergenza è il suicidio degli uomini, fenomeno di cui a nessuno sembra interessare qualcosa. Un gran numero di suicidi sono di padri separati, che hanno perso la casa, i figli, la posizione economica, spesso ridotti al proprio lettino di ragazzo o direttamente a dormire in macchina. Se però uno dei 4.000 suicidi che ogni anno colpiscono l’Italia (quasi undici suicidi al giorno) è una persona che si è dichiarata gay o trans, tutti coloro che non hanno dimostrato ammirazione per queste due condizioni ne sono ritenuti responsabili. Mentre ogni giorno abbiamo più di otto suicidi di maschi nell’indifferenza generale, se avviene il suicidio di qualcuno che era «diverso» comincia la flagellazione pubblica.Nel momento in cui qualcuno osasse guardare il diverso con perplessità, ci informano che ognuno ha diritto di vivere come vuole. Certo. E ognuno ha diritto di criticare i comportamenti antifisiologici, e non sapere se si è maschi o femmine, armadilli o delfini è un comportamento antifisiologico. Questa disapprovazione è fondamentale perché situazioni di disequilibrio non vengano vissute come normali: questo inchioderebbe per sempre le persone al loro disequilibrio. Questa disapprovazione, questo rifiuto alla menzogna è il primo grande atto di carità, quello che deve essere punito in Enoch Burke. I cosiddetti libertari non vogliono la semplice libertà di vivere come credono, ma l’obbligo per tutti di approvarli, altrimenti li accusano di odio. Ogni gruppo umano ha diritto alle sue linee di affiliazioni al gruppo, ai suoi simboli. Un anticonformista che viola questo schema si espone al rifiuto da parte del gruppo, come è giusto che sia. Non si può fare una frittata senza rompere le uova. Il nuovo anticonformista invece è un dittatore che viola le regole del gruppo, assume comportamenti antifisiologici e antibiologici, e li impone a colpi di piagnisteo, di vittimismo e di leggi liberticide.
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