2025-02-03
1950-1970: la grande Arte Italiana in mostra a Torino
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Da Pino Pascali a Mimmo Rotella, passando per Alberto Burri e Lucio Fontana, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino in mostra (sino al 2 marzo 2025) ben 79 opere dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra. Un‘esposizione di grande valore artistico e culturale, risultato delle sinergie tra due prestigiose istituzioni museali di rilievo nazionale: la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e i Musei Reali di Torino.1950-1970: due decenni importanti questi , che dal boom economico del secondo dopoguerra arrivano sino al ’68 e agli albori dei cosiddetti «anni di piombo». Un periodo ricco di cambiamenti politici, ideologici, economici, sociali e, inevitabilmente, di nuovi fermenti artistici, che faranno di questo «nuovo ventennio» l’epoca della grande Arte Italiana.Ed è da qui che prende le mosse la grande mostra torinese che, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali, regala al pubblico la visione di 79 capolavori di 21 artisti diversi, fra i più rappresentativi tra quelli che hanno animato una stagione senza precedenti nel panorama dell’arte moderna italiana del secondo dopoguerra. Ma non solo. Questa splendida collettiva è anche l’occasione per dare lustro al prezioso patrimonio artistico custodito alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (GAM) - dalle quale provengono tutti i capolavori esposti a Torino - e «per porre l’attenzione - come ha dichiarato la direttrice della GAM Renata Cristina Mazzantini - sul ruolo da protagonista che la Galleria rivestì nella costituzione del patrimonio artistico italiano moderno e contemporaneo, grazie soprattutto al rapporto attivo che, nei suoi tre decenni al vertice della Galleria, dal dal 1941 al 1975, la soprintendente Palma Bucarelli seppe intrecciare con gli artisti più significativi e innovativi di quella così alta stagione, da Burri e Fontana fino a Pascali».La MostraSuddiviso in 12 sale, in un avvincente confronto serrato, quasi un «corpo a corpo» fra i diversi artisti, il percorso espositivo si apre con lavori di Alberto Burri, Lucio Fontana, Ettore Colla e Giuseppe Capogrossi, i«campioni » della modernità dell’arte italiana dal 1950 in poi e punto di inizio (e di riferimento) di infiniti, futuri, linguaggi artistici. Al coro dei «grandi », sempre ad inizio mostra, si aggiunge anche Pino Pascali con il suo L’arco di Ulisse , un’opera realizzata nel 1968, l’anno del suo tragico incidente in moto che ne segnò la morte prematura, a soli 33 anni. Due sale mettono poi in dialogo Afro e Piero Dorazio - due guru dell’astrattismo che negli anni ’50 e oltre contribuirono al successo dell’arte italiana negli Stati Uniti - mentre il fulcro della mostra, come ha dichiarato il co-curatore Luca Massimo Barbero, si raggiunge nel confronto fra i già citati Lucio Fontana e Alberto Burri e l’accostamento inedito di alcune loro opere, fra cui il Concetto spaziale. Teatrino,1965 ( il nome si riferisce alla cornice della serie, realizzata a modo di «quinta »teatrale) di Fontana e il Nero cretto G5 del 1975 di Burri, un pannello ricco di crepe che rappresentano lo scorrere del tempo e rendono l'opera unica. Non potevano poi mancare, in mostra, i celebri décollage di Mimmo Rotella, le provocazioni di Piero Manzoni (esposti a Torino alcuni Achrome, serie di opere in diversi materiali incentrate sull’assenza del colore), un monocromo nero di Franco Angeli ( artista romano noto anche per il suo impegno politico e fra i principali esponenti della Scuola di Piazza del Popolo, insieme, tra gli altri, a Mario Schifano e Tano Festa) , l’iconico quadro specchiante I visitatori del 1968 di Michelangelo Pistoletto, esponente di punta dell’arte povera e una raccolta delle celebri «Cancellature» di Emilio Isgrò. Presenti anche alcuni lavori di Mario Schifano, l’«artista maledetto », prolifico e mondano, esponente di fama della pop art italiana ed europea e fra i primi a usare il computer per creare le sue opere, mentre, a chiudere il percorso, in una serie di cerchio ideale, ancora Pino Pascali (1935-1968), dissacrante artista concettuale al quale è dedicata tutta l’ultima sala dell’esposizione, con capolavori come Ricostruzione del dinosauro del 1966 e i Bachi da setola del 1968.Una mostra importante quella torinese, indispensabile per scoprire ( o riscoprire) quei Nuovi Maestri dell’arte italiana moderna e contemporanea che, con le loro opere, hanno segnato profondamente il XX secolo, universalmente riconosciuti anche fuori dai nostri confini.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)