2019-12-05
Governo lacerato dallo schiaffone. Adesso può davvero saltare tutto
Luigi Di Maio mantiene il punto, ma nel M5s è isolato. Un grillino confessa: «Luigi vuol fare al Pd ciò che la Lega ha fatto a noi, solo che lui perde voti». Intanto Silvio Berlusconi sposa la linea Salvini: «Rinegoziare l'accordo».Il governo val bene una Mes? No: sulla riforma del Fondo salva Stati la maggioranza giallorossa rischia grosso, quanto mai prima. Luigi Di Maio ieri ha colpito duro: «Sul Mes», scrive Di Maio su Facebook, «siamo molto determinati. Per noi bisogna rinviare: così com'è non va bene, perché espone l'Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti. Se investo i miei soldi per il futuro poi non posso avere qualcuno che me li ridá solo in cambio di manovre lacrime e sangue. Questo a casa mia si chiama ricatto e non siamo d'accordo. Il M5s è la prima forza politica in Parlamento ed è giusto che dica la sua. Abbiamo girato in lungo e in largo l'Italia in questi anni», aggiunge Di Maio, «e abbiamo incontrato milioni di italiani in ginocchio a causa di trattati firmati con superficialità o dolo da ministri che potevano ascoltare di più. In qualità di ministro degli Esteri dovrei firmare il Mes o delegare questa firma ad un rappresentante del corpo diplomatico. Questa firma ci impegnerà per i prossimi 50 anni. Finché non avremo la certezza al 200% che l'Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma». Le parole di Di Maio non sorprendono i suoi avversari interni. «Di Maio», spiega alla Verità una fonte parlamentare del M5s, «si illude di fare con il Pd quello che Salvini ha fatto con noi durante l'esperienza del governo gialloblù, alzando continuamente la posta. Piccolo particolare: la Lega, grazie a questa strategia, cresceva nei sondaggi, noi crolliamo. Tra l'altro Di Maio, che ormai nel movimento è completamente delegittimato, sta logorando il premier Giuseppe Conte, dopo essere stato lui stesso a imporlo al Pd». Dal M5s arriva anche un'altra considerazione sullo stato confusionale in cui versa Di Maio: «Ha incaricato», spiega un'altra fonte parlamentare, «il sottosegretario agli Affari Europei, Laura Agea, ex eurodeputato, a scrivere la risoluzione del M5s sul Mes. Ma quando mai un documento del Parlamento viene scritto da un esponente del governo che in Parlamento non c'è?». L'ipotesi più gettonata è che sul Mes salti tutto. Una vecchia volpe come Clemente Mastella vede nelle mosse di Di Maio non la confusione di un leader allo sbando, ma un preciso disegno: «Ritengo», scrive su Facebook l'ex ministro, attuale sindaco di Benevento, «che ormai le elezioni politiche anticipate siano prossime. È evidente, infatti, che Di Maio vuole rompere per poi fare un accordo con Salvini. Di Maio come leader è ormai finito. Questa è la sua unica possibilità di sopravvivenza e conseguentemente finirà per spaccare il M5s».Il Pd reagisce ai diktat dello statista di Pomigliano: «Vedo minacce del tipo: senza di me questo non passa», dice il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, a Repubblica, «oppure: noi siamo l'ago della bilancia. Dobbiamo rispettare tutte le sollecitazioni che vengono dalle forze di maggioranza, a maggior ragione quando arrivano dal partito più forte in Parlamento, il M5s. Ma l'approccio di Di Maio non mi piace, ricattare gli alleati non può essere un metodo».Intanto, Giuseppe Conte, tentando di smentire il suo avvicinamento al Pd, per tenersi buono il M5s, finisce per confermare la notizia: «È una stupidaggine», dice il premier col ciuffo al Corriere della Sera, «dire che sul Mes sono più vicino al Pd. Il Pd è arrivato adesso. Gualtieri su un percorso di 100 chilometri sta compiendo l'ultimo miglio. Non sono vicino a nessuno», aggiunge Conte, «sono un capo di governo che sta portando un programma di 29 punti, ho un rapporto più facile, per ragioni storiche, con il M5s, ma non si può fare una comparazione. Il Pd lo sto conoscendo ora».«Il Mes», aggiunge Conte in conferenza stampa a Londra, «sarà firmato quando lo decideranno i responsabili dei singoli Paesi, con cui in ogni caso decideremo procedure, tempi e modalità: detto ciò, non vedo rischi particolari a riguardo. Con il ministro Gualtieri ci confronteremo sui risultati dell'ultima riunione dell'Eurogruppo, per poi procedere a una discussione aperta e trasparente con tutte le forze politiche in Parlamento: dopodiché», aggiunge Giuseppi, «stabiliremo i tempi e le modalità. Per quanto riguarda il Mes siamo sui passaggi finali, e disponiamo di una logica di pacchetto che dobbiamo seguire».Il centrodestra, tuttavia, si ricompatta contro la riforma: «Di fronte alla grave presa di posizione del presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno», ha detto ieri Silvio Berlusconi, «stupisce e preoccupa ancora una volta l'incertezza e l'evanescenza dell'atteggiamento del governo italiano«. Per l'ex premier, quello che bisognerebbe fare è «rinegoziare un accordo che così com'è rischia di far pagare agli italiani un prezzo davvero troppo alto». Matteo Salvini, invece, attacca ancora il premier: «È l'ennesima bugia di Conte. Da Bruxelles continuano a dire pacchetto chiuso. E Conte dice invece che è aperto. Non mi stupirebbe l'ennesima bugia, bisogna fermare la firma».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)