2025-05-10
Il governo stoppa la fuga in avanti della Toscana sul suicidio assistito
Ricorso alla Corte costituzionale contro le norme sul fine vita, le prime in Italia.Eccoli i commenti: «Questo governo dà uno schiaffo ai malati e alla Corte costituzionale» (Movimento 5 stelle); «Sono falsi, falsi in tutto, con Matteo Salvini predicano l'autonomia e fanno il contrario» (Riccardo Magi, +Europa); «Compiono un atto di ferocia ideologica» (Angelo Bonelli, Avs). Tanto rumore per nulla. Le Regioni non hanno la potestà per legiferare sul fine vita. E partendo da questa constatazione, ieri, il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la norma della Regione Toscana, che è stata la prima a legiferare sul tema. Si scalda il presidente della Toscana, il piddino Eugenio Giani: «È paradossale che, invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni (fare le leggi sarebbe compito principalmente del Parlamento dove siede anche il Pd, partito di Giani, ndr), il governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte costituzionale». E aggiunge: «Difenderemo con determinazione la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto della legalità, della Costituzione e, soprattutto, delle persone». La legge della Toscana fa passare come trattamento sanitario - su cui le autonomie hanno competenza concorrente - il suicidio medicalmente assistito. Peccato che la Corte costituzionale con la sentenza 135 di un anno fa abbia detto l’esatto contrario anche se nel 2019 ammise il suicidio medicalmente assistito in pochi casi. Stabilisce infatti che «ogni vita è portatrice di una inalienabile dignità, indipendentemente dalle condizioni concrete in cui essa si svolga» e compito dello Stato è difendere la vita. Semmai ha fissato un perimetro di non punibilità per chi agevola il suicidio a fronte di «una persona affetta da patologia irreversibile e fonte di sofferenze fisiche o psicologiche assolutamente intollerabili, la quale sia tenuta in vita a mezzo di mezzi di trattamento di sostegno vitale, ma resti capace di prendere decisioni libere e consapevoli». Una raccomandazione forte la Consulta l’ha fatta verso le cure palliative. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, ovviamente del Pd, rincara: «La decisione del governo è semplicemente assurda: un’offesa per i malati, una mannaia nei confronti di una Regione che legifera bene, nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione, apripista in tutta Italia, ma che viene bloccata a livello nazionale». È vero che anche Luca Zaia - della Lega - dal Veneto scalpita per una legge sul fine vita, però è anche vero che il suo Consiglio regionale gliel’ha bocciata. La ragione è quella addotta dal governo: il suicidio assistito è un tema di competenza nazionale, e non regionale. Con la stessa motivazione il mese scorso l’esecutivo aveva impugnato davanti al Tar una delibera dell’Emilia Romagna. La delibera è cosa diversa dalla legge e quella della Toscana - fu approvata con i voti di Pd, M5s, Italia viva e gruppo Misto; contrari Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega - resterà comunque in vigore fino a quando non si pronuncerà la Corte costituzionale.