2022-04-19
Al governo serve un pellegrinaggio per capire che le tasse vanno tagliate
Dopo due anni di pandemia e con l’inevitabile acuirsi della crisi energetica e del caro bollette (tendenze in atto ancor prima della guerra), il rifiuto di diminuire l’imposizione fiscale è un atto di irresponsabilità.Diciamo le cose come stanno senza tanti giri di parole: il governo Draghi non crede che la diminuzione delle tasse sia una priorità ed anche molto urgente. Sì, a parole lo dicono, a partire da Mario Draghi ma i discorsi stanno a zero. Lo si è visto nell’ultima manovra del 2021 che riguarda il 2022 nella quale dopo grandi proclami sono riusciti a umiliare ancora una volta i contribuenti italiani - e con una sfacciataggine incomprensibile - facendogli trovare, ad alcuni, una media di trenta euro in più. Dopo due anni di Covid e la crisi energetica che è cominciata ben prima della guerra. Quindi un’azione di governo a dir poco insultante, arrogante e mortificante. Come si fa a non rendersene conto? Ma dove cacchio vivono? Quanto sono distanti dal pianeta terra e da quale pezzettino che si chiama Italia? Confermiamo l’idea già maturata da tempo della necessità di organizzare per i membri del governo, Draghi in testa, in collaborazione con l’Opera romana pellegrinaggi - che magari garantisce anche un aiuto soprannaturale, e ce n’è bisogno - un «Tour alla scoperta dei cittadini contribuenti» dove, come nei tour turistici vengono di volta in volta illustrati e fatti conoscere musei, opere d’arte, città di pregio, in questo caso la visita prevederà l’illustrazione e la presa di conoscenza di varie categorie di contribuenti, a loro evidentemente sconosciute, un po’ come i safari e le belve feroci, anche se in questo caso le belve assetate del sangue dei contribuenti sono i gitanti stessi. Ci sarà la tappa artigiani, quella destinata alla conoscenza dei commercianti, dei piccoli imprenditori delle famiglie con redditi medio bassi (che pagano la maggior parte dell’Irpef), degli anziani con la pensione minima o sociale, degli invalidi e delle loro famiglie, ecc. Sarebbero probabilmente i giorni più utili di tutto l’anno parlamentare. Non avrebbe nulla a che fare con quella autentica buffonata che furono gli Stati generali di Giuseppe Conte dove non furono ascoltati i cittadini ma coloro che parlano dei cittadini, che è cosa diversa e in molti casi inutile per capire i problemi reali e la loro entità. E infatti se ne sono visti i risultati pratici: inesistenti.L’anno scorso - ce lo dice una ricerca dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre e della quale ha già riferito domenica La Verità - la pressione fiscale in Italia ha toccato il record storico del 43,5 per cento del Pil e nel 2022 dovrebbe scendere al 43,1 per cento. Nulla, e si capisce bene viste le manovre assurde del governo Draghi, manovre degne della peggiore Prima repubblica, almeno lì erano esplicite, cioè dominate dall’intento di non lasciare nessuno insoddisfatto, i soldi c’erano e il debito non era ancora un problema. Ora invece sono ammantati di una scientificità dei responsabili dell’economia e della presidenza del Consiglio sui quali, evidentemente, il seggiolone sul quale siedono, per trasmissione vertebrale, ha avuto degli effetti anche cognitivi facendogli dimenticare i fondamentali dell’economia e cioè, nello specifico, che manovre economiche parcellizzate in mille rivoli non servono a nulla e a nessuno.Solo la Francia ha un fisco più pesante del nostro ma grazie alle centrali nucleari ha una bolletta meno salata. Noi, invece, becchi e randellati: cornuti e mazziati. Tra l’altro è semplice calcolo aritmetico quello che ci fa capire che se il Pil cala - come l’anno passato - e la pressione fiscale aumenta vuol dire che è aumentata molto. Infatti se un anno il Pil fosse 100 e la pressione fiscale 40 l’incasso sarebbe 40, l’anno successivo con il Pil a 90 e la pressione sempre a 40 l’incasso sarebbe 32. Invece no: è stato maggiore col Pil diminuito quindi è aumentata la pressione. Nel corso dell’anno 2021 lo Stato ha incassato 496.094 milioni di euro con un aumento di 48.497 milioni di euro rispetto al 2020, per un + 10,8%. Durante il Covid e alle prese con le prime avvisaglie della crisi energetica e del caro bollette. Roba da irresponsabili. Come li volete chiamare per non usare espressioni becere?Sarebbe necessario un atto di onestà che portasse il governo a dire una delle due seguenti cose: o non crediamo nella urgenza di diminuire le tasse, oppure magari ci crediamo ma non abbiamo a disposizione gli attributi necessari di farlo. Nel frattempo, a proposito di attributi, segnaliamo che quelli dei contribuenti quando non spariti del tutto per liofilizzazione, sono scomparsi proprio per scoppio.
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