Crollo del 15% in sei anni: appena il 34% dei lavoratori ha la tessera. La crisi tocca sia le sigle storiche, sia quelle di base. La tendenza è globale. Nell'area Ocse, si affilia in media solo il 16% dei dipendenti.
Crollo del 15% in sei anni: appena il 34% dei lavoratori ha la tessera. La crisi tocca sia le sigle storiche, sia quelle di base. La tendenza è globale. Nell'area Ocse, si affilia in media solo il 16% dei dipendenti.In un Paese sempre più vecchio nel quale, come ha recentemente rilevato l'Ocse, il numero di pensionati e disoccupati potrebbe presto superare quello dei lavoratori, l'appeal dei sindacati è in crollo verticale. Le tre sigle tradizionali, come quelle autonome e di categoria, non si dimostrano più in grado di rappresentare la popolazione attiva, e così il numero degli iscritti è sempre più basso, salvo pochi casi in controtendenza e che riguardano solo l'Uil. A confermarlo sono i dati resi noti dall'Istat: rispetto a sei anni fa il numero dei cittadini aderenti a Cgil, Cisl, Uil e altre organizzazioni è sceso del 15%, con circa il 34,3% dei dipendenti sindacalizzati. Anche la partecipazione è considerata un'attività sempre più marginale, soprattutto fra i giovani. La colpa è attribuibile a un mercato del lavoro più complesso e instabile, nel quale è fortissima la distanza fra lavoratori a tempo indeterminato e quella costellazione di precari, partite Iva, free lance e collaboratori che, a vario titolo, cercano di galleggiare e farsi sentire. Proprio a questi ultimi i sindacati tradizionali non danno risposte, continuando invece a tutelare gli interessi di chi ha il posto fisso. Il risultato è un indice di gradimento sempre più basso, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. A confermarlo sono i dati resi noti da Demoskopika, che mostrano una fotografia impietosa: al Sud gli scritti sono calati di quasi il 70% dal 2015 a oggi. In poco più di tre anni la diminuzione è stata di oltre 450.000 iscritti, 293.000 dei quali residenti nel Meridione. A livello nazionale, nello stesso periodo, la contrazione più significativa è stata registrata dalla Cgil, con -285.000 aderenti, seguita dalla Cisl (-188.000 tesserati). L'unico segno più riguarda la Uil che, in controtendenza rispetto alle altre sigle, ha tesserato 26.000 lavoratori in più. Poco, ma comunque meglio di Cgil e Cisl.La situazione non è uguale in tutto il Paese. In alcune Regioni la fiducia nei confronti dei sindacati regge ancora. È il caso della Basilicata, dove si contano 717 tesserati ogni 1.000 occupati. Ma quello che colpisce è soprattutto il trend relativo alle nuove iscrizioni: su 20 regioni italiane, il segno più è solo in tre. Da sottolineare che tra i quattro territori dove la contrazione è più alta, tre sono governati dal centrosinistra e il quarto lo è stato fino a un anno mezzo fa.Il calo più significativo riguarda la Campania guidata da Vincenzo De Luca (-90.764), la Puglia di Michele Emiliano (-66.714), la Sicilia che solo dalla fine del 2017 è in mano a Nello Musumeci ma prima era targata Pd (-53.729) e la Calabria di Mario Oliverio (-33.800). Seguono Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche, Piemonte, Toscana, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Molise, Liguria e Basilicata. A salvarsi dal segno negativo sono Valle d'Aosta (più 630), Veneto (6.126) e Trentino Alto Adige (8.040). Dimostrazione inequivocabile di come i sindacati abbiano perso il contatto con i lavoratori in difficoltà, quelli che oggi non si preoccupano di mantenere inalterati i propri diritti acquisiti, ma sono costretti a combattere per trovare un'occupazione che permetta loro di sopravvivere. Ma la Cgil non ci sta. «Al contrario di altri la Cgil non computa, nel totale degli iscritti, gli aderenti alle associazioni da essa promosse, quali per esempio Auser, Federconsumatori, e altre (circa 400.000 associati). Pertanto, non risulta la flessione che ci viene attribuita», dice il sindacato capeggiato da Maurizio Landini con una nota. Sarà come sostengono? Non riteniamo che Federconsumatori si possa paragonare a un sindacato tradizionale. Resta comunque il fatto che la distanza fra mondo dei lavoratori e i sindacati sembra ormai incolmabile. A dimostralo è anche un altro dato: i volontari crollano al ritmo di circa 60.000 persone ogni anno. Sono soprattutto quattro le Regioni coinvolte dal fenomeno: Emilia Romagna (-26.000), Piemonte (-22.000), Campania e Umbria (-10.000). Lombardia e Toscana, al contrario, hanno visto crescere significativamente questo numero rispettivamente di 16.000 e 12.000 persone.Sbaglia chi ritiene che questo sia un fenomeno solo italiano. L'appeal dei sindacati sta toccando il minimo storico nella maggior parte dei Paesi industrializzati. Per rendersene conto basta guardare i dati recentemente pubblicati dall'Ocse. In tutta l'area, la media dei lavoratori iscritti a una qualche organizzazione è scesa al 16%. Questo significa che dal 1985 a oggi il numero dei tesserati si è dimezzato. Segno che anche fuori dai nostri confini il ruolo di questi enti si è affievolito. In controtendenza ci sono Islanda (90,4% dei lavoratori iscritti), Svezia (66%) e Belgio (54%). Fuori dall'Europa, al di sopra del 16% ci sono solo Canada (25,9%) e Giappone (17,1%). Sono invece moltissimi gli Stati nei quali il numero di aderenti si ferma sotto la media: Germania, Spagna, Messico, Corea del Sud, Stati Uniti, Turchia e Francia. Proprio questi ultimi tre chiudono la classifica Ocse con un numero di iscritti crollato, rispettivamente, a 10,1%, al 8,6% e al 7,9%.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Dal 19 al 21 settembre la Val di Fiemme ospita un weekend dedicato a riposo, nutrizione e consapevolezza. Sulle Dolomiti del Brenta esperienze wellness diffuse sul territorio. In Val di Fassa yoga, meditazione e attenzione all’equilibrio della mente.
Non solo il caso Kaufmann: la Procura di Roma ha aperto diversi fascicoli su società di produzione che hanno goduto di faraonici sussidi. C’è pure la Cacciamani, ad di Cinecittà. Intanto i film italiani spariscono dalle sale.
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)
Oggi a Vercelli il ministro raduna i produttori europei. Obiettivo: contrastare gli accordi commerciali dell’Ue, che col Mercosur spalancano il continente a prodotti di basso valore provenienti da Oriente e Sud America: «Difendiamo qualità e mercato».