2022-02-12
Gli invisibili
Bambini e anziani i più discriminati. Liste di proscrizione alle elementari.Hanno tolto loro diritti e servizi in modo arbitrario. Sono diventati capri espiatori senza alcun fondamento scientifico. Vengono dileggiati, mostrificati o ignorati dall'opinione pubblica. Di fatto, sono milioni gli "invisibili" che, a prescindere dalla bontà o meno delle loro ragioni, vengono privati del lavoro e non solo in virtù di provvedimenti spericolati e quasi unici nelle democrazie occidentali. Vogliamo raccontare - anche - le loro storie. Scriveteci a invisibili@laverita.infoSono stato bandito per sempre dal Servizio civileSono un ragazzo di 27 anni che scrive dalla provincia di Lecce. Sono stato etichettato, come tanti altri come me, e mi sono visto privare del «pane» perché contrario al sistema. Sono sempre stato di salute cagionevole sin dalla nascita. Quante giornate trascorse da pediatri e specialisti per un’otite o una faringite. All’età di 7 anni ebbi due episodi di convulsioni febbrili che sicuramente mi avranno lasciato qualche strascico a livello mentale. Inutile elencare la quantità di medicinali assunti (bisogna sempre pensare che c’è chi sta peggio...). Nel 2009, un altro ospite bussò alla mia porta: l’influenza suina. Stetti a casa per oltre due settimane con picchi di febbre oltre i 40 gradi. Forse fui l’unico caso nel mio paese. Ricordo che mio padre decise di non andare in fabbrica quel giorno. Avevo bruciori estesi sul tutto il corpo eppure ricordo che non c’era la moda delle mascherine, del distanziamento, del lockdown e non si obbligavano le persone a vaccinarsi. Altri tempi? Chissà!Ho iniziato questa lettera dicendo che mi hanno privato del pane perché da due mesi a questa parte sono stato bandito, e sottolineo bandito, per sempre dal Servizio civile nazionale. Ci era stato detto, sin dall’inizio, che se fosse stato introdotto qualche obbligo vaccinale noi avremmo dovuto adempiere in quanto volontari. Io ho fatto presente la mia situazione. Mi è stato chiesto di risolvere la questione parlando con un medico e poi con i responsabili degli hub. Nessuno però si è assunto la responsabilità di esentarmi dal fare il vaccino. In conclusione: sono stato cacciato per sempre, con tanto di lettera dal ministero delle Politiche giovanili, dal Servizio civile e non potrò più presentare domanda in tutta la mia vita. Vi pare una cosa giusta? Non viviamo in un Paese che dovrebbe essere democratico? Io non credo più nelle istituzioni e nello Stato. Siamo veramente alla fruttaLuigi ColettaMia madre di 83 anni respinta dall’ufficio postaleVi scrivo questo episodio che riguarda mia mamma, 83 anni, che, pur essendo autosufficiente, talvolta dimentica piccole cose. Il 1° febbraio ha trovato un avviso di raccomandata. Poiché io sono impossibilitata ad aiutarla in quanto positiva e in quarantena, le dico di aspettare. Ma lei mi risponde che sarebbe andata da sola in Posta: «Mi conoscono, sono sicura che mi fanno entrare e me la daranno». Invece la chiamo alla sera ed era in preda al panico. Era andata in farmacia, si era fatta il tampone, aveva fatto la coda per entrare all’ufficio postale ma, quando per ritirare le raccomandata le hanno chiesto il green pass, lei non ha saputo cosa mostrare ed è andata via senza raccomandata. Io l’ho chiamata mentre tornava a casa e pensarla in quello stato mi ha stretto il cuore di pena. Piangeva quasi... «Io non posso sapere queste cose! Io non sapevo cosa far vedere! Non sono mai stata abituata!».Ecco cosa stanno facendo alle persone anziane. Mia madre non vuole vaccinarsi. Ha l’esperienza di due persone vicine che hanno avuto effetti collaterali importanti e duraturi. Ogni giorno si chiede perché il bel mondo che conosceva non esiste più. La scorsa estate in un paesino della Toscana la parente da cui compra l’olio glielo ha passato dalla finestra quando ha saputo che non era vaccinata. Silvia DuchiPrimo appuntamento rovinato: per me niente bibitaSono uno studente universitario di Padova e voglio raccontare la mia storia. Ho chiesto a una ragazza di uscire e dopo una piccola passeggiata abbiamo deciso di prendere qualcosa da bere. Essendo sprovvisto di super green pass entro in un bar per comprare qualcosa d’asporto da consumare all’aperto (non nei tavolini all’esterno ma proprio in strada). Appena entro mi viene richiesto di esibire la tessera, io rispondo di non averla e la titolare inizia ad andare nel panico dicendo che i carabinieri erano passati a fare un controllo poco prima. Io affermo di voler solo prendere delle bevande da asporto, cosa consentita, ma la titolare mi invita a uscire senza darmi alcuna possibilità di avere da bere, terrorizzata, dalla possibilità che i carabinieri potessero tornare e trovarmi all’interno del bar (secondo lei già motivo sufficiente di sanzione). Mi ha seguito fino all’uscita dalla sua proprietà. Io esco mortificato e umiliato dato che questa scena si è consumata davanti alla ragazza e a tutti gli altri clienti. La ragazza si offre di prendere lei da bere e, mostrando il suo certificato, riesce a farlo. Faccio fatica a trasmettere il profondo disagio e il senso di vergogna che ho provato: sono stato trattato come un criminale e un appestato. Non ho nulla contro la titolare del bar che neanche aveva capito le nuove regole e che non penso ce l’avesse con me, ma ciò che ho provato non andrà più via. In 28 anni per la prima volta ho capito cosa vuol dire essere discriminati.Matteo BarbatoGuarito due volte però mi viene negato il pass illimitatoHo 31 anni e non sono vaccinato. Da poco sono guarito dal Covid per la seconda volta, la prima volta l’ho contratto nell’agosto 2020 e me la sono cavata con tre giorni di febbre a 37 e mezzo e una decina di giorni di tosse, ma niente di preoccupante. La seconda volta ho avuto un giorno di febbre a 38 e mezzo e un secondo giorno a 37 e mezzo, fine della malattia. Ora, per quanto ritenga che il green pass sia una misura discriminatoria, perché a me non deve essere riconosciuto illimitatamente come a chi è trivaccinato? A differenza di chi ha fatto tre dosi, io ho anticorpi naturali più forti e sicuramente più efficaci, in quanto almeno per sei mesi non rischio di infettarmi (in base a quello che ci hanno detto fino a oggi), cosa che non vale per chi si è appena fatto il booster.Siccome, nonostante si vada verso l’uscita dalla pandemia, il Cts (e non solo) vorrebbe che il green pass venisse mantenuto anche dopo la fine dello stato di emergenza, io con il lasciapassare con scadenza a luglio perché dovrei iniziare l’iter vaccinale quando per due volte il virus non è stato pericoloso per me? Io spero che riusciate a sollevare questo problema il più possibile, in modo che da qui a breve la carta verde sparisca per sempre.Nicola Urgo Nelle chat di classe si stilano elenchi di non immunizzatiSiamo i genitori di due bambini di 6 e 8 anni che frequentano la prima e la terza elementare a Monza. Da dove partire? Nelle chat dei genitori sono già partite le discriminazioni fra bambini visto che sono state predisposte le liste con vaccinati e non vaccinati. Alla festa di Carnevale, da realizzarsi probabilmente al chiuso, anche se sani e regolarmente tamponati io e mia moglie non potremo entrare. Così come non potremo andare a mangiare una pizza con i bimbi. Mia moglie per portare il piccolo a fare logopedia deve effettuare un tampone. Io per lavoro mentre ero in viaggio verso Firenze (in auto perché non posso usare i mezzi) all’Autogrill sono rimasto fuori come un cane e mi sono dovuto far portare un caffè d’asporto da un cliente. Per non parlare dei vicini che fanno fatica a salutarmi sulle scale. Roberto Rinaldi Adolescenti privati degli amici e della socialitàLavinia ha 16 anni ed è mia figlia minore. Insieme con il babbo abbiamo deciso di non vaccinarla in quanto, dopo esserci informati, non riteniamo questo vaccino utile per un’adolescente che è ed è sempre stata sana. Purtroppo questo ha significato piano piano vederla tagliata fuori da tutto: non può andare al cinema o a mangiare fuori con gli amici e sappiamo a quell’età quanto è importante socializzare. Non può nemmeno più prendere il treno per andare a scuola, per fortuna noi a turno possiamo accompagnarla. Se prima bastava un tampone per andare a un compleanno o in gita, adesso non è più possibile. Per fortuna è una ragazza matura, che ha capito che lo stiamo facendo per il suo bene, e nonostante tutte queste privazioni, è decisissima a non vaccinarsi. A fine gennaio, sia io sia lei ci siamo ammalate in maniera piuttosto leggera. Quando ha scoperto di essere positiva ho visto la gioia nei suoi occhi. Vi sembra normale tutto questo? Ora può uscire con le amiche, per sei mesi potrà fare la vita che un’adolescente di 16 dovrebbe fare, ma è giusto che una ragazza sana voglia ammalarsi per condurre una vita normale? Vorrei chiedere questo al nostro governo.Lidia Baldini Da biologa spiego perché non ha senso vaccinarsi oraSono una biologa che ha compiuto 50 anni a fine gennaio e sono dovuta andare per forza a fare la terza dose solo e soltanto per poter lavorare. L’avrei fatta molto volentieri se avessi potuto attendere ottobre/novembre 2022, quando forse avrà un senso e forse arriverà il siero costruito sulla variante Omicron. Comunque, pur trovando tutto questo estremamente illogico e ingiusto, mi sono adeguata.Si pone adesso il problema per mia figlia che di anni ne ha 17 e ha contratto la variante Delta nell’estate del 2021. Essendo scaduto il suo green pass dovrebbe fare almeno una dose. Mi sono recata in diversi centri vaccinali a chiedere quale fosse la ragione scientifica per fare oggi un vaccino costruito sul ceppo originale del Covid a una ragazzina che si è poi infettata con una variante successiva. Ovviamente nessuno me lo ha messo per iscritto, ma, proprio perché mi sono sempre qualificata come mamma biologa, con grande franchezza mi hanno risposto che l’unico motivo per farlo era il green pass. È assurdo! Questo è l’ennesimo esempio di come un trattamento sanitario sia diventato un trattamento politico e io trovo ripugnante tutto questo.Stefania PaparoFuggo dal Venezuela e mi ritrovo costretto a dire sì alla punturaSono un cittadino italiano perché i miei genitori sono nati e cresciuti qui, ma si sono trasferiti in Venezuela negli anni Cinquanta. Purtroppo mia madre ha avuto tanti problemi di salute (ictus, infarto al miocardio, insufficienza renale cronica terminale) e attualmente è in trattamento dialitico peritoneale giornaliero a domicilio. A mio padre è stato diagnosticato a ottobre 2021 un carcinoma cutaneo, è stato sottoposto a un intervento per eradicare il tumore e adesso deve fare medicazioni giornaliere fino al 15 febbraio, quando avrà una visita di controllo. Per queste ragioni ho deciso di non sottoporli al vaccino per paura degli effetti avversi.Abbiamo deciso di lasciare il Venezuela quasi sei anni fa perché in quel Paese non garantivano la dialisi a mia madre, vista la situazione di caos. Io ho dovuto abbandonare tutto per assisterli, un lavoro come avvocato da più di 20 anni, e mia moglie mi ha seguito. Racconto tutto questo perché ho tanta paura di vaccinarmi e vaccinare a i miei genitori, ho 52 anni e se succedesse qualcosa a me tutta mia famiglia andrebbe in frantumi. Credo nella scienza, nel caso contrario non avrei accettato di fare la dialisi a mia madre, non avrei accettato di fare l’intervento a mio padre e mi sarei opposto a tante altre cure che ci hanno aiutato, ma penso che ci voglia il tempo necessario per sviluppare i farmaci. Costringere le persone a sottoporsi a trattamenti medici contro la loro volontà la trovo una cosa molto ingiusta e poco democratica. Ve lo dico con autorevolezza perché provengo da un Paese in cui ci hanno imposto un regime comunista che la maggioranza dei cittadini non voleva.Mersindo Spinelli GuerrieroFaccio la comparsa. Adesso però nessuno mi chiama Lavoro come comparsa cinematografica e nonostante non abbia 50 anni e per la mia categoria esista per legge il solo obbligo (ingiusto) di green pass base, le produzioni insistono nel chiedere chi abbia il vaccino e chi no. Non appena un mese fa sono stata contattata per lavorare in un film tratto da un libro di Elena Ferrante e quando ho detto di non avere il vaccino non mi hanno più chiamata. L’agenzia mi ha specificato che le produzioni chiedono il vaccino. Poi mi è capitato ancora che un’altra agenzia mi abbia chiamata per alcune imminenti produzioni chiedendo come sempre i dati e l’Iban per stilare il contratto. Il giorno dopo mi hanno inviato un messaggio chiedendo di specificare se fossi vaccinata o no. Non voglio lasciare i miei dati sensibili e pertanto non ho risposto al messaggio. Ovviamente non li ho più sentiti. Claudia Palermo Non posso viaggiare e raggiungere mia moglie al NordSono stato sospeso dal servizio militare dal 15 dicembre per aver rifiutato la seconda dose, dopo aver subito effetti collaterali con la prima (Pfizer, fatta il 27 agosto 2021). In un primo momento avrei dovuto sottopormi alla prima dose di Astrazeneca a marzo, nonostante la mia piastrinopenia dichiarata che mi ha portato alla sospensione da donatore di sangue. Il medico vaccinatore mi ha risposto che potevo sottopormi tranquillamente alla puntura. Dopo la morte di un collega della Marina militare correlata ad Astrazeneca, che è stato poi ritirato, ho aspettato per poi cedere alle pressioni e sottopormi a Pfizer. Ho subito successivamente effetti avversi al vaccino, ma il mio medico di base si è rifiutato di effettuare la segnalazione all’Aifa, cosa che ho fatto personalmente. Inoltre, si è rifiutato di certificarmi un’esenzione o di posticipare la seconda dose. L’unica cosa che ha fatto è stato dirmi di andare in un hub in cui fosse presente un reparto di rianimazione. Cosa che non ha solamente esplicitato a voce, ma che ha messo per iscritto.Nell’ambiente lavorativo ho dovuto sopportare varie pressioni e borbottii dei colleghi più fanatici che pretendevano che mi vaccinassi. Dopo la mia sospensione, su 60 colleghi di reparto solo uno mi ha telefonato. A causa del mio green pass scaduto non posso utilizzare mezzi pubblici e quindi raggiungere mia moglie nel Nord Italia, cosa che mi prostra. Lei, docente di scuola superiore, è stata costretta a vaccinarsi, pena la sospensione e il giudizio negativo per il passaggio di ruolo. Alla fine delle vacanze natalizie, dopo aver ricevuto la prima dose il 27 dicembre, prima di partire ha chiamato l’aeroporto di Catania e la polizia aeroportuale per chiedere se fosse in regola per imbarcarsi. Hanno risposto che ci si poteva imbarcare con prima dose e tampone negativo. Recatasi in aeroporto con prima dose e tampone negativo, è stata respinta ed è stata costretta ad acquistare un nuovo biglietto passati i 15 giorni dalla prima dose. Domenico Anfora Per fare i tamponi ho dovuto sborsare ben 750 euroVi scrivo da Codogno, dove questo disastro ha avuto inizio. Non ho ancora ceduto al ricatto ma purtroppo, come tanti italiani, ho una famiglia, una figlia da crescere e un mutuo da pagare. Fino a oggi mi sono sacrificato e sono andato puntualmente tre volte a settimana in farmacia pagando 15 euro ogni volta per poter lavorare. E solo questo di per sé dovrebbe far pensare a come ci hanno ridotto. Pagare per poter lavorare. Assurdo. Ho proseguito fino a oggi facendo circa 50 tamponi e sborsando di tasca mia più o meno 750 euro. E nonostante questo contro la mia volontà mi costringono a farmi inoculare un vaccino che non voglio. Sono un cittadino privato della libertà di scelta. Un invisibile vittima dell’indifferenza e della rabbia di tanti. Questo mi porta a pensare che l’unica soluzione sia abbandonare il Belpaese.Emilio Dragoni