2021-07-31
Gli intellò francesi fanno le barricate sul pass
Altro che terrapiattisti: i dubbi di Massimo Cacciari e Giorgio Agamben al di là delle Alpi sono trasversali. Dal liberale Gaspard Koenig, secondo cui lo Stato «non deve proteggere l'individuo da sé stesso», ai filosofi François Bellamy e Chantal Delsol. Fino a Libération che stronca il moralismo vaccinale.Non chiamateli no vax, non paragonateli ai terrapiattisti. La misura del pass sanitario inquieta i filosofi. In Italia abbiamo visto le reazioni preoccupate di Giorgio Agamben e Massimo Cacciari, accolte dalla puerile sagra delle fallacie logiche all'insegna del «E allora il semaforo?» o «E allora la patente?». In Francia il dibattito è ancora più ampio e articolato. A metà luglio, per esempio, il filosofo liberale Gaspard Koenig esprimeva su L'obs tutte le sue perplessità su una misura che, assicurava, mina lo Stato di diritto: «Chi cerchiamo di proteggere?», si chiedeva il pensatore, «il cittadino contro un pericolo esterno, cosa che è dovere dello Stato, o l'individuo contro sé stesso, cosa che oltrepassa il ruolo dei poteri pubblici? I primi confinamenti rientrano chiaramente nella prima categoria: niente da dire (a parte forse sul metodo...). Ma il pass sanitario si inscrive nella seconda categoria». Insomma, per Koenig non sta a Emmanuel Macron decidere su ciò che il singolo cittadino intende fare della propria salute: «A partire dal momento in cui i vaccinati sono protetti, i non vaccinati rappresentano un pericolo solo per sé stessi e possono fare la loro scelta, con il solo limite dell'ingolfamento dei servizi ospedalieri». Contrario al green pass anche il filosofo ed eurodeputato François Xavier Bellamy, che su Le Figaro, dopo aver descritto i vaccini come «un progresso scientifico prodigioso», ha attaccato: «Ciò che non accettiamo, e non accetteremo mai, è la trasformazione delle nostre vite quotidiane, delle nostre relazioni umane, del nostro modello di società, che si compirà in maniera certa e potenzialmente irreversibile attraverso la messa in funzione del pass sanitario». Quest'ultima, infatti, «costituisce un formidabile precedente in termini di controllo permanente e diritti differenziati, in particolare per quanto attiene alle grandi questioni che riguardano la salute e la bioetica negli anni a venire. Soprattutto, non pensate che, essendo vaccinati, avrete «una vita normale»: quando si deve presentare un documento sanitario e la carta d'identità dieci volte al giorno per comprare una baguette o per fare sport, non si è ritrovata la libertà. Quando tutti devono essere sorveglianti di tutti gli altri, non si ha “una vita normale"». Sempre su Le Figaro, la fondatrice dell'Istituto Hannah Arendt, Chantal Delsol, si è in questi giorni scagliata contro l'ideologia igienista, ponendo una serie di questioni ineludibili: «La salute perfetta vale la fine delle libertà? Sono disposto a rischiare una malattia, anche grave, pur di poter andare a teatro, fare dello sport o vedere i miei figli? Sono disposto a vedere mia nonna perdere un anno della vita che le resta purché non rimanga sola in una stanza per tutto il tempo di vita che ancora le resta? Detto in altre parole, è l'ideologia igienista stessa a essere messa in discussione dalle correnti perturbatrici, descritte immediatamente come accolite di idioti, mentre i nostri governanti sono ancorati all'igienismo come se si trattasse per loro di una seconda natura». Martin Steffens, insignito del premio Umanesimo cristiano nel 2013, in un'intervista pubblicata su Fr.aleteia.org lo scorso 16 luglio, dal canto suo ha tuonato: «Quando si costringe un ragazzino di 12 anni a farsi vaccinare, pena non poter andare più al cinema con i suoi amici, non si incoraggia il civismo, ma il cinismo. Lo abituate a scegliere il divertimento contro la sua propria libertà di circolazione e di pensare. Quel giovane non è più un cittadino, ma il turista vaccinato del nuovo mondo. Gli si sarà mostrato che il ricatto è uno strumento politico efficace e che non c'è nessuna sfera - dell'intimità, fisica o privata - che lo Stato non possa penetrare. Sì, è una sconfitta della morale minacciare dei cittadini responsabili a colpi di ammende insensate e di penosi coprifuoco. O ripeterci che restando chiusi in casa salviamo delle vite - mentre veniamo a sapere che un terzo dei francesi soffre attualmente di solitudine». Fissazioni di conservatori impenitenti? Non proprio. Già lo scorso febbraio, addirittura su Libération, Emmanuel Hirsch, docente di etica medica all'università Paris Saclay, scriveva: «Disapprovo il moralismo vaccinale che distinguerebbe i vaccinati da quelli che non lo sono, o che non possono esserlo. Stabilire la vaccinazione come un merito che permetterebbe di concedersi ciò che sarà vietato agli altri non è eticamente accettabile senza dibattito». E ancora: «Considerato un “lasciapassare", un diritto di circolazione, questo passaporto ha la funzione simbolica di suggerire che i suoi titolari sono più degni di fiducia e rispettabilità degli altri». E ora che si fa? Arruoliamo anche i compagni di Libé fra i terrapiattisti?
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)