2018-10-09
Giustizia senza leggi: Lucano parla come le Br
Chi giustifica il sindaco di Riace utilizza argomenti pericolosi: negli anni Settanta, con esiti ben più tragici, l'estrema sinistra aveva già teorizzato la necessità di non obbedire alle norme dello «Stato fascista» in nome di un'etica ritenuta superiore. Oggi però molti degli ex simpatizzanti degli estremisti che flirtavano con le Brigate Rosse fanno parte dell'establishment.Domenico Lucano, sindaco di Riace agli arresti domiciliari, sta al Pd e al milieu radical chic come Renato Curcio stava al Pci e a quell'ambiente nebbiogeno della borghesia rossa. Gli esiti sono diversi: le Br arrivarono a sparare e uccidere, Lucano ha solo l'intenzione, in maniera rozza, di cambiare le regole del gioco per salvare quelli che ai suoi occhi sono gli ultimi. Ma gli effetti di disarticolazione dello Stato sono i medesimi. Stando ai fatti, Lucano, indossando la fascia tricolore, ha sostanziato un anti-Stato dichiarando apertamente di agire contro «leggi balorde» che se anche fossero tali in un regime democratico possono essere cambiate esclusivamente dal Parlamento sovrano. «Mi accusano di reato di umanità, ma sia chiaro che io preferisco la giustizia alla legalità», ha dichiarato. La cronaca si è già incaricata di narrare le gesta - penalmente rilevanti - che il sindaco dei migranti s'appunta sul petto come medaglie d'onore. Un' obiezione: lo Stato contro cui lui ha agito è il medesimo che gli fornisce i mezzi per il suo sistema di accoglienza che il Pd continua a rivendicare come modello. Quei mezzi arrivano in forza di leggi contro le quali sovente, ad esempio il contribuente in difficoltà, si potrebbero ben invocare ragioni umanitarie. Dice il sindaco di Riace di aver agito in nome della Costituzione superando dunque le norme ordinarie. È sulla Costituzione che ogni sindaco giura recitando questa formula: «Giuro di osservare lealmente la Costituzione italiana, le leggi della Repubblica e l'ordinamento del Comune e di agire per il bene di tutti i cittadini». Mimmo Lucano lo ha fatto? Evidentemente no. A tacer d'altro è certo che Riace non è uno dei paesi più floridi dell'Occidente e sorge la domanda: ma il sindaco dei migranti il welfare come lo finanzia? Lo fa a scapito dei cittadini? E se è lecito nella sua logica fare una falsa attestazione d'identità per un migrante, non è altrettanto lecito fare una falsa attestazione d'invalidità per un disoccupato calabrese? Non è un reato di umanità anche quello? La potenza eversiva - come ha ben notato il Procuratore capo di Locri sottoposto a un linciaggio mediatico senza precedenti affermando che non è tollerabile esista uno Stato (quello di Locri) nello Stato - delle disordinate azioni e delle ancor più roboanti dichiarazioni di Lucano è devastante e fuorviante. Sostiene che «la prima norma della Costituzione che nasce dalla Resistenza è il rispetto degli esseri umani». Ma qui non sono i destini di Lucano a preoccuparci. Diranno l'inchiesta e il processo se e quali colpe egli abbia. A preoccupare è il collateralismo che circonda questo sindaco arruffone e l'affermarsi di un principio per cui occuparsi - non importa come - di migranti sta diventando una scriminante. Emilio Siriani - pubblico ministero di Catanzaro - da anni è a fianco di Mimmo Lucano e anche in questa circostanza vestendo i panni di Magistratura Democratica ammonisce: «Noi di Md abbiamo ben presente la gerarchia delle fonti del diritto; prima viene la Costituzione, prima vengono i diritti universali e poi dopo, molto dopo vengono i regolamenti emanati da qualche ministro». Peraltro leggendo Democratica - il sito ufficiale del Pd - si apprende che le toghe di Md hanno un pensiero profondo sul caso Lucano. Pubblicano come un tazebao l'ordinanza del Gip quasi a screditare il lavoro del Procura di Locri, stigmatizzando il ministro dell'Interno. Nei tribunali vi è un de iure condendo che umilia e svuota di potestà lo iure condito con provvedimenti che umiliano le forze dell'ordine che ancora credono nella legalità e nella funzione dello Stato e che di fatto prevedono la scriminate di immigrazione (anche clandestina). E nessuno fiata. A partire dal Quirinale. Sergio Mattarella validando il cosiddetto decreto Salvini si è impalcato - al limite della rampogna - a raccomandare il rispetto della Costituzione al presidente del Consiglio. Mattarella richiama in particolare l'articolo 10 preoccupato che vengano salvaguardati i diritti dei richiedenti asilo. Bene ha fatto il Presidente della Repubblica che però -sempre a norma di Costituzione - avrebbe dovuto pronunciarsi sugli attacchi che sono venuti alla Procura di Locri che indaga su Lucano. Invece silenzio. Ma è lo stesso Presidente che si schierò contro Matteo Salvini nel caso della Diciotti? Mattarella allora disse: «Basta conflitti tra poteri, nessuno è al di sopra della legge». Dunque anche Lucano? Non sarà che il solidarismo di matrice cattolica - così ben enfatizzato da Papa Francesco -saldandosi con una deriva gauchista sta di nuovo, come ai tempi delle Br, erodendo i fondamenti dello Stato? E il neoeletto vicepresidente del Csm di rigida osservanza renziana David Ermini trova tutto legittimo? Così come Laura Boldrini (cittadina onoraria di Riace) che insinua: «Porterò la solidarietà a Mimmo Lucano sempre nel rispetto del lavoro della magistratura, che do per scontato agisca in modo autonomo e indipendente». Sarebbe trascurabile se non fosse indice che si ripete concettualmente con Lucano ciò che successe con Alberto Franceschini alto dirigente del Pci reggiano e divenuto testa pensante delle Brigate Rosse, l'opinione di Roberto Saviano che sostiene che con l'arresto di Lucano si passa dalla democrazia allo Stato fascista. Molti sindaci si sono schierati con Lucano indossando la fascia tricolore, forse dimentichi che hanno giurato lealtà alla legge e di fare il bene dei loro cittadini. Chi ha i capelli bianchi ricorda bene il clima che c'era intorno alle Br. Erano i compagni che sbagliano. Il Pci ci mise molti anni, fino all'omicidio di Guido Rossa, a comprendere che aveva allevato il terrorismo in casa. Ma la borghesia rossa come quella milanese che tentò di far passare la morte di Giangiacomo Feltrinelli come un complotto fascista applaudiva alle gesta di questi rivoluzionari comunisti. Si scoprì dopo che le Br originarono da un cortocircuito ideologico tra la retorica partigiana e il fanatismo sociale di parte dei cattolici.Oggi però molti degli ex simpatizzanti della sinistra estremista che flirtavano con le Brigate Rosse fanno parte dell'establishment. Il pietismo verso i migranti è forse diventato il nuovo collante di questo delirio di giustizia oltre la legalità? Da qui bisogna partire per comprendere il vero effetto eversivo delle azioni di Lucano, assai più devastante del peso effettivo di questo povero cristo.
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