2023-10-27
Frattura Ue sulla «pausa umanitaria». La Meloni: «Più peso ai palestinesi»
Scontro tra i leader europei su Gaza, divisi tra la richiesta di tregua temporanea e il cessate il fuoco Intanto, il premier suggerisce la strategia futura: maggiore considerazione all’Anp per isolare i tagliagole.«Non mi interessa il nome, che sia pausa umanitaria o cessate il fuoco. Quello che conta è che ogni giorno ci sono donne, bambini e uomini che muoiono senza avere nulla a che vedere con la guerra; ci sono persone che stavano facendo una festa e sono state assassinate da Hamas, ci sono persone che muoiono sotto le bombe israeliane e ci sono persone che non c’entrano niente con la guerra che stanno morendo. Ed è questo che deve essere fermato»: il primo ministro lussemburghese, Xavier Bettel, al suo arrivo al Consiglio europeo di Bruxelles, consegna ai cronisti una lezione di sano realismo. Eppure, proprio sulle parole si è inceppata, ieri sera, la trattativa per arrivare a una dichiarazione finale congiunta sull’argomento. Secondo fonti diplomatiche informate, riferisce l’Ansa, «pochi paesi» al tavolo hanno chiesto una formula più forte nelle conclusioni del vertice rispetto alla richiesta di «pause umanitarie», formula sulla quale si stava per raggiungere l’intesa, e che si avvicini il più possibile alla richiesta di un «cessate il fuoco». Contrario il cancelliere austriaco, Karl Nehammer: «Se vogliamo la sicurezza dell’Unione europea dobbiamo combattere l’organizzazione terroristica Hamas e sostenere Israele al meglio delle nostre capacita». Per il leader austriaco «tutte le fantasie sul cessate il fuoco hanno portato al rafforzamento di Hamas». All’opposto il governo spagnolo: «Serve una voce chiara dell'Ue che aiuti il cammino verso una soluzione definitiva del conflitto, oltre che la consegna degli aiuti umanitari, ovvero la soluzione dei due Stati. Israele non può continuare a vivere così e la soluzione è dare alla Palestina una prospettiva». Il rischio è che l’accordo non si raggiunga, e che salti il capitolo delle conclusioni sul Medio Oriente. Per l’Europa sarebbe uno smacco eclatante, una figuraccia senza precedenti. Fino al momento in cui il giornale è andato in stampa le trattative erano ancora in corso. La sensazione è che i leader dei 27, impegnati nella discussione sulla guerra a Gaza, siano tutti d’accordo sulla richiesta di fermare almeno temporaneamente i bombardamenti israeliani per far entrare aiuti umanitari nella Striscia, ma che le sfumature lessicali abbiano la loro importanza, come sempre accade in diplomazia. Sempre che, ed è tutt’altro che certo, Benjamin Netanyahu e Joe Biden, quelli che decidono, ascoltino la voce dell’Europa.L’Italia si muove con grande senso di responsabilità: il premier Giorgia Meloni, nel consueto punto stampa che precede l’inizio dei lavori, dimostra di avere le idee molto chiare non solo sull’immediato, ma anche sulla strategia che l’Europa dovrà portare avanti a medio e lungo termine per evitare una escalation dai risvolti imprevedibili, arrivando in prospettiva alla soluzione dei due Stati, lavorando per «un impegno comune per una de-escalation per evitare un conflitto che potrebbe avere oggi delle proporzioni inimmaginabili. Mi pare che ci possa essere unità d’intenti. Ribadisco che uno degli strumenti più efficaci per sconfiggere Hamas», argomenta la Meloni, «sia dare una concretezza e una tempistica per la questione palestinese, dando più peso all’Autorità nazionale palestinese. È un ruolo che l’Ue può giocare». Concretezza e tempistica: la Meloni in sostanza è convinta che se la popolazione palestinese avesse la prospettiva concreta di avere, un giorno, uno Stato nel quale vivere in pace, con il sostegno della comunità internazionale, il terrorismo estremista potrebbe essere sconfitto più facilmente, perché perderebbe il consenso che oggi ha tra i civili.La Meloni non si discosta dalla linea tenuta fin dallo scorso 7 ottobre, il giorno del massacro compiuto da Hamas: «Non credo che Hamas c’entri niente con la questione palestinese», dice il nostro premier, «nell’immediato c’è il tema umanitario, il tema degli ostaggi, dei cittadini stranieri che attendono di uscire, il ripristino del valico di Rafah. Poi c’è un medio termine che non deve però significare ne riparliamo dopo, perché io credo che offrire una soluzione sia una delle cose più efficaci che si possano fare per aiutare la de-escalation e per svelare il bluff di Hamas: dire che le cose atroci che ha fatto le ha fatte per difendere la causa palestinese. Non credo che Hamas c’entri niente con la questione palestinese», ribadisce la Meloni, «credo che sia giusto trovare un modo per ribadirlo a chi lo sa e per raccontarlo per chi non la vede così».Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolinea l’importanza di adre ai palestinesi una prospettiva di pace e sicurezza: «Bisogna avviare un percorso», sottolinea Tajani, «che dia una prospettiva ai palestinesi e così tagliare l’erba sotto Hamas che va delegittimata dal punto di vista militare ma anche dal punto di vista politico. L’interlocutore è l’Anp, Hamas non può esserlo e allo stesso tempo bisogna assolutamente garantire il diritto di Israele ad esistere. Non può esserci un cessate il fuoco, potrebbe esserci un accordo per una eventuale breve sospensione, per far uscire la popolazione civile o i cittadini che hanno doppio passaporto, penso anche al gruppo di 19 persone con 14 italiani. Non possiamo chiedere a Israele di non colpire le centrali da cui partono i missili di Hamas», aggiunge Tajani, diretti contro la popolazione civile, non contro obiettivi militari. La nostra azione punta a costruire la pace con l’obiettivo due popoli e due Stati. La situazione è difficile ma non dobbiamo demordere e credere che il dialogo e la diplomazia possano raggiungere un risultato positivo».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.