«Gioielli Vhernier sottili e sensuali per sedurre la mia generazione»

- La rivoluzione del vicedirettore generale del brand: «La Calla resta una delle linee di maggior successo. Puntiamo però a un'offerta completa, dai bracciali da 980 euro a pezzi unici che arrivano a 100.000 euro».
- Il marchio svizzero di orologi lancia il modello Black bay, che si ispira al leggendario prototipo anni Sessanta. Bello ed efficiente, adatto all'immersione e alla navigazione.
- Quest'estate la parola d'ordine è colore. Consigli per preparare la valigia in vista delle vacanze.
Un destino già scritto. Una passione così forte da non poter esserci alternativa. I gioielli sono questo e molto di più per Isabella Traglio, seconda generazione della maison Vhernier, il brand di gioielli conosciuto in tutto il mondo per le contaminazioni con il design più sofisticato e contemporaneo, per la ricerca cromatica delle pietre, per l'artigianalità del fatto a mano dell'azienda nata a Valenza nel 1984. Non è un caso che Vhernier sia stato scelto da Uma Thurman e Catherine Zeta Jones sia nella loro vita privata, che per il film.
La giovane Traglio, già negli studi, ha confermato la sua tendenza: dopo una laurea in lettere e filosofia all'Università Cattolica di Milano e un master in Bocconi, si è laureata a New York al Gemmological institute of America, il più importante riconoscimento internazionale per le gemme.
Oggi è vicedirettore generale di Vhernier, l'azienda rilevata dallo zio Carlo Traglio nel 2001, ma non sono mancati gli anni della gavetta: terminati gli studi in America ha un'esperienza in Svizzera da Christie's, come assistente agli specialist dei gioielli durante le aste; tornata in Italia è assistente all'area vendite all'ingrosso per Loro Piana; nella sede Vhernier a Parigi diventa assistente del punto vendita; nel laboratorio di Valenza è assistente alla responsabile di produzione.
Come nasce la sua passione per i gioielli?
«Sono convinta facciano parte del mio Dna. Da piccola ero attratta dai gioielli, in particolare dagli orecchini pendenti, dai diamanti, dalla loro luce e dai loro riflessi. Ma non pensavo che un giorno sarebbero diventati la mia professione. Poi, a 19 anni, ho incominciato a lavorare nel negozio Vhernier di Milano: lì ha germogliato in me un vero e proprio amore per i gioielli, per i volumi e le forme di Vhernier, così diverse da tutto. E per le pietre. Così, dopo la laurea a Milano, mi sono trasferita a New York per frequentare il Gemmological institute of America, dove mi sono laureata gemmologa. Rientrata in Italia, ho iniziato il mio percorso in Vhernier. Mi occupo di diversi aspetti del nostro business, fra cui la scelta delle pietre che per Vhernier sono sempre le più rare, dai colori meravigliosi e spesso di importanti dimensioni».
Vhernier dedica una grande ricerca per la realizzazione dei suoi gioielli. L'ultima nata è la tecnica dell'eyeliner pavè, parola conosciuta nel make up ma non nella gioielleria. Che procedimento viene adottato?
«Vhernier è da sempre ricerca e sperimentazione. Il nostro classico pavé, vellutato, con una luce magnifica, è un punto di riferimento per l'eccellenza nella gioielleria. Abbiamo voluto innovarlo. E dopo una lunga ricerca è nato il pavé Eyeliner: caratterizzato da una realizzazione molto complessa, è una sensuale superficie che accoglie pietre di diverse dimensioni e che emoziona per l'apparente casualità con cui i diamanti sono disposti. Le forme d'oro, colorate con un innovativo metodo di rodiatura, esaltano meravigliosamente le pietre, in un unicum liscio e senza alcuna asperità metallica».
La collezione Calla, che ha compiuto 20 anni nel 2018, è uno dei vostri simboli, capolavoro di ingegneria gioielliera. Da collane e ciondoli a una brand extention per dimensioni e materiali. Come descriverebbe questa nuova collezione?
«La Calla è una delle linee più emblematiche di Vhernier. Una delle prime realizzate e ancora oggi una tra le più amate, nonché di maggior successo. Abbiamo voluto apportare una piccola rivoluzione: creare una nuova declinazione in cui gli elementi a cono, i classici Calla, si curvano per abbracciare polsi, dita e lobi, e si fanno più sottili. È una variante di cui siamo molto orgogliosi: mantiene inalterata la sensuale identità di design della Calla e per via dei volumi più contenuti ben si presta al gioco dell'accumulazione, che tanto piace alla mia generazione. I materiali sono i classici Vhernier: oro rosa, e titanio, in alcuni modelli illuminati da diamanti. Una collezione dal dna Vhernier che con ancora più forza vuole esprimere l'understatement della nostra marca».
Una linea che, quindi, può avvicinare anche i giovani all'alta gioielleria.
«I prezzi dei bracciali sono compresi tra 980 e 3.000 euro, farsi o fare un regalo prezioso, senza considerarlo un investimento. Oggi abbiamo un'offerta molto completa, che comprende l'alta gioielleria, pezzi unici che possono arrivare a 100.000 euro. Si possono trovare nelle 14 boutique Vhernier nel mondo: oltre a Milano, ci sono Roma, Venezia, Capri, Porto Cervo, Parigi, Ginevra, Londra , Atene, Dubai, Istanbul, New York, Miami e Los Angeles. Cresce molto rapidamente l'e-commerce, che gestiamo internamente e il sito porta comunque tanto traffico nei negozi».
Tudor, un tuffo nel mito dell'Us navy

Tudor
Spirito contemporaneo con un'anima un po' funky. Tudor si è sempre contraddistinto per le sue proposte audaci unite ad affidabilità e solidità. Non è mai stato il fratello minore di Rolex, ma la sua essenza più libera, quella che avrebbe intrapreso nuove strade creative sconosciute al marchio coronato. Dai diver coloratissimi ai cronografi dai quadranti sgargianti per forme e tonalità: oggi il brand Tudor è riconosciuto a livello globale per la sua voglia di osare, di spingersi al di là dei canoni dell'industria orologiera. Una volontà lampante che si sprigiona nei modelli del passato e in quelli del presente, all'avanguardia della tecnica ma sempre pop. Una libertà mai dettata dal caso, sempre funzionale, capace di soddisfare le necessità di chi si spinge oltre il limite, ma con un occhio anche al portafoglio. E così, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, dopo aver esplorato le profondità oceaniche al polso di sub, amatori e professionisti, Tudor ha iniziato a fornire i suoi orologi alle marine militari di tutto il mondo. Un compito importante, ma utile e che ha permesso alla casa svizzera di testare le capacità dei suoi prodotti, migliorare e superare il giudizio del tempo, adottando novità tecniche che in seguito sarebbero diventate parametri di riferimento essenziali. Francia, America, ma anche Sudafrica, Giamaica e Italia, la lista di nazioni che hanno creduto in Tudor è lunghissima e dimostra l'efficienza dei modelli Submariner: mitici e riconoscibilissimi, dotati di grandi corone, le famose «Big Crown», e di lunette girevoli facilmente leggibili, utilissime per chi si immerge. Negli anni Settanta, però, la svolta stilistica. Dopo aver seguito le linee degli orologi subacquei Rolex, Tudor decide di cambiare, di dare un'impronta inconfondibile ai suoi prodotti. La prima innovazione, quella più abbagliante, è la sostituzione delle lancette: diventano squadrate, dette «Snowflake» per la loro somiglianza con i fiocchi di neve, garantendo una maggiore nitidezza sott'acqua. Anche gli indici diventano quadrati, sostituendo quelli tondi, i più classici. Un design motivato da bisogni concreti, apprezzato da esperti e appassionati che scelgono Tudor proprio per questo spiccato senso dello stile unito alla straordinaria affidabilità. Orologi molto ricercati dai collezionisti del vintage perché incarnano alla perfezione l'idea di un orologio-strumento creato per svolgere una funzione in modo efficace e costante, anche in condizioni difficili, giorno dopo giorno. A tutti gli effetti, un orologio nato per osare. Ed è così che Hans Wilsdorf aveva immaginato i suoi orologi: accessibili, solidi e adatti anche ai più audaci amanti dell'avventura. Oggi la collezione include modelli emblematici come il Pelagos, il Glamour e il 1926. Senza dimenticare il Black Bay, forse l'orologio di maggior successo del nuovo corso Tudor, nel quale si possono ritrovare tutti quegli elementi che hanno fatto innamorare nel passato e che oggi rivivono in una veste contemporanea. Materiali e colori che strizzano l'occhio a un pubblico giovane proiettato nel futuro, ma che apprezza il valore della storia. Anche per questo nel 2019 nasce il Tudor Black Bay P01, il modello ispirato al leggendario prototipo proposto alla US Navy verso la fine degli anni '60. Un prototipo capace di soddisfare i requisiti stabiliti dal governo americano e che incorporava i risultati delle ricerche condotte dai tecnici Tudor in materia di funzionalità ed ergonomia. L'ambizioso progetto, però, nome in codice "Commando", non giunse mai a compimento, con la Marina statunitense che decise di affidarsi ai modelli Tudor già in produzione, gli indistruttibili Submariner con referenza 7016, l'evoluzione della 7928, molto apprezzati anche dalla Marine Nationale francese, che rimasero in servizio fino alla metà degli anni Ottanta. Il Tudor Black Bay P01 include al suo interno tutte le caratteristiche che hanno contraddistinto i gloriosi orologi militari della casa svizzera insieme a nuove tecnologie, combinando sottilmente codici estetici storici con l'arte orologiera contemporanea che, malgrado l'apparenza neo-vintage, risponde ai più rigorosi requisiti odierni. Un modello robusto, in cui tutto è declinato al massimo rendimento, un orologio concepito sia per l'immersione sia per la navigazione. Come per il prototipo degli anni Sessanta, il Black Bay P01 mantiene la corona di carica alle ore 4 e le maglie sporgenti. Nel 1968 questo sistema della maglia terminale snodata fu oggetto di un brevetto che includeva un meccanismo di blocco e smontaggio della lunetta, inteso a facilitare la manutenzione dell'orologio. Il nuovo Black Bay P01 non riproduce alla lettera quel meccanismo, ma vi attinge ampiamente, fornendo un sistema di blocco della lunetta girevole attraverso una maglia terminale mobile a ore 12. Il riferimento storico si nota anche sulla cassa e sul quadrante, entrambi opachi, come nei migliori professionali vintage e nel cinturino, un ibrido di pelle e caucciù adatto per tutte le attività.
Pronti alla partenza? Quando fate la valigia prendete la decisione giusta
Si cerca l'estate tutto l'anno, cantava Celentano. A giugno c'era l'attesa delle vacanze, sapendole ancora lontane. A luglio si contavano i giorni prima della partenza. Ed ecco agosto, finalmente. Per tanti il mese coincide con gli agognati giorni di riposo, per tanti altri è già, purtroppo, il ritorno al lavoro. Ma l'estate è ancora nella sua massima espansione, anzi, passato ferragosto, si entra nella stagione più bella. La voglia di sole, di essere libere, di vestirsi con spensieratezza e allegria, contagia pure chi è in città. Basta non esagerare e tenere sempre presente che il buon gusto non va al mare o in montagna ma è sempre con te, anche nei momenti rilassati. La moda aiuta a risolvere qualsiasi situazione: tra tante proposte dei più svariati brand, impossibile non trovare la soluzione adatta alle varie circostanze vacanziere o meno. Guardando nel guardaroba di ognuna, si possono prendere le giuste decisioni. E magari acquistare al volo certi capi e certi accessori che bastano a fare la differenza e a rendere subito più cool un insieme. Parola d'ordine colore che sia un abito, un costume da bagno anche in stampe animalier e tinte fluo. Se si sta facendo la valigia, è sempre meglio non dimenticare orecchini e, magari, un bracciale alla schiava così come un paio di jeans, shorts e t-shirt con scritte, un must di questa stagione estiva. Se si vive una città semideserta ma piena di amici, non possono mancare vestiti lunghi fantasia, assolutamente al top soprattutto a fiori, e bijoux scintillanti. Di base,regole di moda semplici, elementari, lineari. Come, per esempio, la scelta di scarpe comode e flat al posto di tacchi vertiginosi sui quali sarebbe impossibile camminare tutto il giorno (ma che sono, invece, quasi d'obbligo per un aperitivo post-lavoro). Altri diktat: abiti e accessori che non abbiano bisogno di avere un logo in vista per essere glamour e di qualità. E un maglioncino di cashmere, è comunque ritenuto una spesa intelligente. Qualsiasi cifra lo si sia pagato. Fa ancora un gran caldo ma avere qualcosa da mettere sopra le spalle la sera va sempre bene. Se si prepara la valigia per la montagna, poi, occorre sempre tener presente che il tempo può cambiare rapidamente: l'abbigliamento deve essere vario, dagli indumenti leggeri (pantaloncini corti, maglie a maniche corte e canottiere) a quelli pesanti. Per chi trascorre le giornate tra i boschi ed escursioni, non devono mai mancare giacche e felpe pesanti.
















