Ferrara ostaggio dei nigeriani che si sfidano a colpi di machete. Le denunce per reati legati agli stupefacenti sono cresciute del 42% in un anno. Fuori controllo la zona Giardino. La mafia africana usa gli italiani come manovalanza.Anche a Ferrara c'è uno di quei posticini in cui a fare il buono e cattivo tempo sono gli stranieri. In quella che era nota per essere una delle capitali dell'arte e della cultura italiana, gli immigrati, clandestini o richiedenti asilo soprattutto nigeriani, hanno occupato e tengono in ostaggio un intero quartiere, diventato terra di spaccio, risse e violenze che niente e nessuno fino a oggi è riuscito a fermare.Innanzitutto sono troppi. Non immaginatevi alcune decine di manovali della droga: nel quartiere Giardino di Ferrara (meglio conosciuto come zona Gad) i baldi giovani arrivati con i barconi sono quasi la maggioranza della popolazione, perché negli anni i residenti sono fuggiti. Il giro lo gestiscono tutto loro: dall'arrivo della merce dall'Olanda alla vendita al dettaglio. E alle lotte per accaparrarsi le piazze migliori.La Dia ha definito la mafia nigeriana come la «mafia straniera più feroce e strutturata in Italia». Ferrara non è ancora entrata a pieno titolo tra le città che vengono considerate terra di questo fenomeno criminale. Fra i segnali più evidenti ci sono le risse tra bande legate a spaccio e prostituzione. Come è potuto accadere? Ferrara è storicamente una città di sinistra, e la sinistra ha sempre minimizzato il fenomeno.Eppure i numeri parlano chiaro: ogni anno nella città estense sono centinaia i profughi che fanno perdere le proprie tracce. Soltanto nei primi sei mesi del 2017 alla commissione territoriale di Bologna sono arrivate da Ferrara 8.341 richieste per ottenere lo status di rifugiato; di queste ne sono state analizzate 2.200 e solo il 6% è stata accolta. Nello stesso periodo l'Asp ha reso nota la presenza sul territorio di 296 persone uscite dal sistema di accoglienza, di cui 96 avevano fatto perdere completamente le proprie tracce. Stessa cosa l'anno precedente: nel settembre 2016 furono 389 i profughi che presentarono domanda e appena sette furono quelle accolte. Secondo il focus recente sulla criminalità redatto dal Sole 24 Ore, inoltre, Ferrara è la 21° provincia più insicura d'Italia con 14.714 denunce totali. Tra i reati in aumento ci sono proprio quelli relativi all'uso di stupefacenti (+42,95%, 213 casi in totale) e le violenze sessuali (+19%).Il fenomeno è cresciuto negli anni, di pari passo con gli sbarchi e l'accoglienza, fino a diventare eclatante nell'estate che si è appena conclusa. La peggiore che i ferraresi ricordino.Tra gli episodi più sanguinosi c'è quello dello scorso 30 luglio: un nigeriano inseguito, circondato e massacrato con bastoni e bottiglie e poi colpito in testa con un machete da avversari pronti a ucciderlo. Per strada, tra i passanti, in pieno pomeriggio. Un regolamento di conti tra bande rivali, secondo gli inquirenti. Chi erano gli assalitori? Due sedicenti profughi, entrambi nigeriani. Uno aveva fatto la domanda d'asilo e, in attesa della risposta, si era dato alla spaccio. L'altro aveva già ottenuto la protezione sussidiaria. Sono stati arrestati anche altri due nigeriani che facevano i pali. Il giovane aggredito, anche lui uno spacciatore, aveva cercato di fare una soffiata alla polizia sulla banda rivale. «I cittadini possono stare tranquilli perché questi individui non aggrediscono i passanti, ma si azzuffano fra loro», sarebbe il commento delle forze dell'ordine, secondo quanto riferito dalla stampa locale. Lo scorso 11 giugno, sempre nel quartiere Giardino, si sono consumate altre due risse, sempre fra gruppi di immigrati che si affrontavano con machete e coltelli. E, ancora, il 4 agosto i carabinieri hanno sorpreso una banda che si aggirava in piena notte armata fino ai denti a caccia di rivali. Fermati dai militari, i nigeriani hanno reagito aggredendoli con le spranghe. Appena arrestati sono stati rilasciati grazie a un patteggiamento e alla sospensione condizionale della pena.A riprova che non si tratta di malavita locale, lo scorso giugno la maxioperazione antidroga Bombizona ha portato all'arresto di 15 persone tra Ferrara, Verona e Trento e ha «disarticolato un'organizzazione nigeriana dedita al traffico di sostanze stupefacenti» composta da «centroafricani giunti in Italia come richiedenti asilo» che usavano come manovalanza «alcuni italiani tossicodipendenti e donne incinte con figli».L'Emilia Romagna è la regione che conta il maggior numero di immigrati (e richiedenti asilo) provenienti dalla Nigeria e la presenza degli affiliati di Black Axe' (ascia nera, così si chiama in gergo l'organizzazione criminale) è conclamata.«Alla mafia nigeriana piacciono città marginali, più tranquille rispetto ai grandi centri di cronaca nera, ma con importanti università, che garantiscono l'utenza», aveva spiegato Roberto Mirabile, presidente dell'associazione La caramella buona (Onlus che si occupa di pedofilia) ed esperto di criminalità organizzata africana. «Il primo indizio della loro presenza sono le risse. Sono scontri tra fazioni diverse che si contendono il territorio e non vanno confuse con risse tra balordi. Anzi, guai a minimizzare», ha concluso Mirabile.
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».
È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 novembre con Carlo Cambi
Martin Sellner (Ansa)
Parla il saggista austriaco che l’ha teorizzata: «Prima vanno rimpatriati i clandestini, poi chi commette reati. E la cittadinanza va concessa solo a chi si assimila davvero».
Per qualcuno Martin Sellner, saggista e attivista austriaco, è un pericoloso razzista. Per molti altri, invece, è colui che ha individuato una via per la salvezza dell’Europa. Fatto sta che il suo libro (Remigrazione: una proposta, edito in Italia da Passaggio al bosco) è stato discusso un po’ ovunque in Occidente, anche laddove si è fatto di tutto per oscurarlo.
Giancarlo Giorgetti e Mario Draghi (Ansa)
Giancarlo Giorgetti difende la manovra: «Aiutiamo il ceto medio ma ci hanno massacrati». E sulle banche: «Tornino ai loro veri scopi». Elly Schlein: «Redistribuire le ricchezze».
«Bisogna capire cosa si intende per ricco. Se è ricco chi guadagna 45.000 euro lordi all’anno, cioè poco più di 2.000 euro netti al mese forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno un concezione della vita un po’…».
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo i rilievi alla manovra economica di Istat, Corte dei Conti e Bankitalia si è sfogato e, con i numeri, ha spiegato la ratio del taglio Irpef previsto nella legge di Bilancio il cui iter entra nel vivo in questa settimana. I conti corrispondono a quelli anticipati dal nostro direttore Maurizio Belpietro che, nell’editoriale di ieri, aveva sottolineato come la segretaria del Pd, Elly Schlein avesse lanciato la sua «lotta di classe» individuando un nuovo nemico in chi guadagna 2.500 euro al mese ovvero «un ricco facoltoso».






