2025-03-01
La Germania vuol curare chi usa il cervello
Ultima genialata del governo uscente di Scholz: uno sportello per assistere le «persone vittime del pensiero cospirazionista». Chi vive con familiari o amici considerati «complottisti» può telefonare e prenotare loro un appuntamento. Come dal medico.Pensi che sulla guerra in Ucraina ti abbiano raccontato balle? Pensi che sul Covid ti abbiano detto un sacco di menzogne? Non ti preoccupare: da oggi c’è chi ti aiuta. E ti cura. In Germania nasce infatti il primo centro di assistenza per le «persone vittime del pensiero cospirazionista». Una specie di Sert per chi non riesce a liberarsi dalla dipendenza dal proprio cervello. Perché è chiaro: chi non si attiene rigorosamente alle direttive del Cup (comitato del pensiero unico) e osa continuare a ragionare con la propria testa, dev’essere trattato come un malato. Come un tossico. O come un alcolista. Con la differenza che nei centri contro l’alcolismo s’impara a non bere più niente. Nei centri contro il dissenso, invece, si insegna a bersi di tutto.I Sert del cospirazionismo sono stati creati dai ministri tedeschi dell’interno e della famiglia, alla vigilia del cambio di governo. È stato l’ultimo geniale atto di un esecutivo morente: finanziare e istituzionalizzare uno sportello «facilmente accessibile a chiunque cerchi supporto». Caso mai una mattina, svegliandovi, doveste scoprire con angoscia di avere ancora un pensiero autonomo, ecco, tranquillizzatevi: l’apposito ufficio statale vi darà una mano per tornare a credere a quello che raccontano Alan Friedman e Roberto Burioni. Zac, un lampo: persino Nathalie Tocci e Matteo Bassetti vi sembreranno inattaccabili. In un attimo vi libererete del fastidio del vostro pensiero e vivrete meglio. In fondo ricordatevi che la droga uccide, l’alcol fa venire il cancro e il dissenso è «veleno». Scrivono proprio così i ministri che hanno istituito lo sportello: «veleno». Ne basta poco per star male.Attenzione, però: il primo passo per curarsi, come si sa, è riconoscere la malattia. E molte vittime del pensiero autonomo non ci riescono. Non ce la fanno. Continuano a ritenersi sani. Vi rendete conto? Questi pazzi. Ragionano con la loro testa, non credono al verbo ufficiale, non credono che «chi si vaccina non si contagia», non credono che «gli effetti avversi del vaccino non esistono», non credono che «le sanzioni metteranno in ginocchio la Russia e Putin era già morto tre anni fa», e pensano persino di star bene. Bisogna aiutarli in qualche modo. Perciò familiari, amici e colleghi sono chiamati alla delazione. Scrivono proprio così i ministri tedeschi, nell’istituire lo sportello contro i cospirazionisti: «Le prime persone ad accorgersi del problema sono le persone vicine, in famiglia, tra gli amici, a scuola». Sono loro a dover denunciare per liberarsi dell’«enorme fardello» (testuale). Si capisce: non dev’essere facile vivere accanto a chi soffre di questa grave dipendenza dal suo cervello.«L’obiettivo del progetto Advice Compass on Conspirancy Thinking (bussola consultiva del pensiero complottista) è quello di fornire aiuto e consulenza personalizzati. Il centro è ora disponibile on line e telefonicamente. Il primo appuntamento è per una consulenza iniziale anonima. Se dalla consulenza iniziale emerge la necessità di una consulenza a lungo termine, si verrà indirizzati a un centro di consulenza locale»: dice proprio così il comunicato che annuncia il nuovo servizio. Servizio che, c’è da augurarsi, dalla Germania presto verrà esportato altrove perché è particolarmente necessario «in tempi di crisi sociale», come continua il comunicato citando proprio il Covid e la guerra in Ucraina come momenti che hanno suscitato, chissà come mai, una pericolosa ondata di pensiero non allineato. Roba da matti. E i matti vanno curati, no? A questo serve il centro anti dissenso. Che speriamo di avere presto anche in Italia, per poter sentire finalmente telefonate così. «Scusi, sportello anti cospirazionisti?». «Sì». «Oh per fortuna che ci siete: ho un problema: mio marito non crede a quello che dicono i telegiornali». «Ha altri sintomi?». «Sicuro: non l’ho mai visto leggere Repubblica e nemmeno la Stampa». «Ha già dato segni di squilibrio?». «Sì, una volta a cena l’ho sentito dire che sulla guerra in Ucraina sono state raccontate un sacco di balle». «Accidenti, allora è un soggetto pericoloso: altre affermazioni simili?». «Ha detto che pure sul Covid non ci hanno raccontato la verità». «Addirittura?». «Addirittura: diceva che sui vaccini Draghi ha mentito». «Gravissimo. Ora interveniamo subito per ricoverarlo. Lei intanto ne stia alla larga che potrebbe essere contagioso». «Contagioso? Davvero? Potrei diventare cospirazionista anch’io?». «Sì, c’è il rischio». «E come faccio a salvarmi?». «Le capita mai di pensare con la sua testa?» «Sì». «Ecco, la smetta. E faccia tutto quello che diciamo noi».Non è meraviglioso poter pensare che una telefonata nel genere non sia solo un’invenzione ma, da oggi, una possibilità concreta? Diciamoci la verità: nella sua orgogliosa battaglia in difesa delle libertà, l’Occidente democratico e liberale è riuscito a raggiungere un nuovo brillante traguardo. Ha superato l’Unione sovietica. Là, infatti, il dissenso veniva trattato come malattia, ma senza sbandierarlo come traguardo di civiltà. Noi abbiamo invece abbiamo creato appositi sportelli e ce ne vantiamo pure. Ci resta un unico dubbio: questi anticomplottisti convinti che «bugie e disinformazione vengono deliberatamente diffuse per dividere la nostra società e distruggere la fiducia nella scienza» non saranno un po’ complottisti anche loro? Cioè: chi stanno accusando? Chi è che «deliberatamente diffonde bugie»? Pensano a un potere oscuro? A trame segrete? A poteri forti che si muovono nell’ombra? E dunque questi anticospirazionisti non saranno pure loro cospirazionisti? Quasi quasi la prima telefonata al nuovo centro tedesco la faccio io. «Scusi, sportello anti cospirazionisti?». «Sì, dica». «Vorrei denunciare dei cospirazionisti». «E chi sono?». «Voi».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)