2019-08-18
Germania, Chiesa e Cgil votano per l’inciucio
Il tedesco Christian Petry (Spd) dichiara serafico che, con un esecutivo senza la Lega, Europa e Berlino ci aiuterebbero con i conti. Antonio Spadaro e Alex Zanotelli scomunicano i cristiani pro Matteo Salvini. E Maurizio Landini è già pronto a schierare il sindacato con l'accrocchio Ursula Von der Leyen.L'Europa è una gallina con le zampe uguali, specialmente la sinistra. Il motto surrealista è perfetto per identificare i sostenitori più accaniti del governo 5 stelle-Pd, che stanno di casa a Bruxelles. Lassù, sbilanciati come il pennuto della metafora, sarebbero tutti pronti a fare sconti da Eurospin (almeno a parole) all'esecutivo che si prefigura all'orizzonte, per il quale nutrono una spontanea e ideologica simpatia. Così come altre due istituzioni e forze sociali schierate dal primo minuto della partita in Curva Renzi: il Vaticano e i sindacati.La chiamano Europa dell'equilibrio e dell'equidistanza, i trattati ne sottolineano l'imparzialità. Ma nel costosissimo palazzo di vetro gli ultrà del governo Ursula (dal nome della commissaria Von der Leyen eletta con i voti di Pd, 5 stelle e Forza Italia) non si contano. A tal punto che in un'intervista a Repubblica il responsabile dell'Spd tedesco in Europa, Christian Petry, fa capire che con una nuova maggioranza la Commissione sarà molto più benevola con l'Italia. «Un governo Ursula sarebbe la soluzione migliore. Sarebbe bene che quel governo varasse in autunno una finanziaria per il 2020 che sia accettabile per gli italiani. E in questo la Commissione Ue dovrà dare una mano all'Italia. Sui conti pubblici, Bruxelles e Berlino dovranno andare incontro all'Italia». Questo significa maggiore flessibilità, più agibilità nel modellare il 3% di deficit per un governo senza Matteo Salvini. Petry sembra entusiasta: «È quello che auspico e come responsabile Europa della Spd è ciò per cui mi batterò. Perché è ovvio che Salvini punterà subito il dito contro Von der Leyen la tedesca che vuole solo strangolare l'Italia (...). Sarei molto favorevole ad aiutare l'Italia se ci fosse un governo di forze pro-europee». Lo dice come se fosse una cosa normale. Come se un esecutivo simpatico potesse essere trattato - a parità di parametri economici - meglio di un esecutivo antipatizzante. Petry (membro della maggioranza del Bundestag) è così sfrontato da applicare il lodo Fubini: un governo politicamente anestetizzato verrà trattato con i guanti mentre un governo problematico verrà stangato. Petry non ha finito con i consigli urticanti e ambigui al capo dello Stato, Sergio Mattarella, e agli italiani. «Il ritorno dei nazionalismi al governo nasconde il rischio di nuovi conflitti in Europa. E non credo affatto che sarebbe bene farlo governare (Salvini) in attesa che vada a sbattere e l'Italia se ne disamori».La strategia è pronta e la dialettica è elementare: se nel governo c'è la Lega è un dramma, se non c'è è un luna park di deficit e migranti. Così anche per la Chiesa, che in attesa di una parola definitiva di papa Francesco, affida il sostegno del ribaltone a due figure antitetiche: l'apocalittico padre Alex Zanotelli e l'integratissimo padre Antonio Spadaro, gesuita, l'uomo che sussurra al pontefice. Il missionario comboniano tifoso di ogni causa movimentista a sinistra del Pcus dice tutto con una frase: «Chi vota Salvini non è cristiano». Il direttore di Civiltà Cattolica invece impiega qualche giro di frase più articolato per arrivare alla stessa conclusione. Lui è un frequentatore seriale di Twitter, dove fa più opposizione di Laura Boldrini. «Annaspa e avvinghia con rabbia e violenza una corona ridotta a talismano che lui crede possa servirgli per diventare re», scrive furente a dispetto del sorriso sulla foto dell'account. E poi: «La legislatura non si piega alle Polaroid che vengono scattate mentre essa avviene e snoda i processi di discussione nel Parlamento».Pur di non ritrovarsi mai più il leader leghista davanti, padre Spadaro sarebbe disposto a soprassedere su eutanasia, nozze gay, utero in affitto mascherato. I valori non negoziabili sono dettagli, il Pd al potere innanzitutto. La linea ufficiale è condensata nella nota dell'Agensir, agenzia della Cei, che qualche giorno fa evidenziava «una grande apprensione relativamente a possibili elezioni anticipate che ci possano ulteriormente e subdolamente allontanare dall'Unione europea. Pesano le estemporanee uscite di alcuni esponenti leghisti come quelle sui minibot, l'incertezza sulle direttrici di politica estera, il Russiagate all'italiana». Flash impressionisti, sassi nello stagno per far capire: viva il governo Ursula.Alla cordata inciucista si aggiunge Maurizio Landini, che schiera il sindacato nell'ovile della sinistra azzardando un allarme democratico che presuppone una reazione antifascista-resistenzial-bellaciao. La Cgil torna a cantare nel coro più comodo. «Le parole pesano e quelle di Salvini sui pieni poteri evocano dittature contro le quali in Italia c'è stata la lotta di liberazione. Bisogna diffidare degli uomini soli al comando difendendo il sistema democratico». La prende larga, ma in autunno è pronto a schierarsi con il governo istituzionale, esattamente come la Cisl (che segue il Papa) e la Uil (che segue gli altri due). Ciò facendo, Landini volta già le spalle a quelle associazioni di categoria, aziende, lavoratori che si aspetterebbero i passi decisivi promessi dalla Lega su grandi opere, taglio delle tasse, lotta alla precarietà per il rilancio del Paese. «La precarietà è figlia delle leggi che hanno cancellato diritti e tutele», si lascia scappare il tribuno rosso. Ma poiché quelle leggi le ha fatte Matteo Renzi, decide di lasciar perdere.