2023-11-06
Cara Gelmini, stavolta nel tunnel c’è finita lei
Mariastella Gelmini (Imagoeconomica)
Cara Mariastella Gelmini, le scrivo questa cartolina per esprimerle solidarietà. Mi viene sempre di stare dalla parte dei perdenti. E oggi non c’è nessuno più perdente di lei. Dev’essere stato traumatico vedersi sottrarre anche l’ultima seggiola che le era rimasta, quella di rappresentante di Italia Viva in commissione Affari costituzionali.L’hanno fatta fuori come non si fa nemmeno con una colf dicendo che tal Dafne Musolino (una che, a differenza sua, non è nemmeno mai stata fra i migliori dell’esecutivo Draghi) sia «assai più capace e affidabile» di lei. Addirittura l’hanno accusata di «non aver capito le regole dei gruppi parlamentari». Figurarsi, una come lei, che ha sempre capito al volo tutto. Una a cui non è mai sfuggito nulla. Neppure ciò che non esiste come il tunnel sotterraneo fra Ginevra e il Gran Sasso.Ricorda? Quello fu uno dei momenti più alti della sua carriera politica, anche se la storia ricorda pure altre sue memorabili imprese. Come quando in Parlamento, da ministro dell’istruzione, sbagliò l’accento di «ègida» (disse egìda fra le risate generali). O come quando parlò di «effetto Bocchino» sul centrodestra (si riferiva a Italo, ovviamente, ma insomma…). Poi nell’estate del 2022 ha pensato di andare alla riscossa: dopo 25 anni è uscita da Forza Italia e si è presentata come punta di diamante del nuovo asse Renzi-Calenda. «Ruberemo voti a tutti», assicurava. E Renzi e Calenda? «Andranno d’accordo, non vedo problemi». Il fiuto politico non le è mai mancato, si sa. E la capacità di capire le cose al volo neppure.Bresciana di Leno, figlia di un imprenditore agricolo, si è laureata in giurisprudenza e per diventare avvocato si è spostata a Reggio Calabria, perché là le percentuali di promossi all’esame di abilitazione erano del 94% contro il 6% del Nord Italia. L’approccio da furbetta alla professione le fu contestato quando, da ministro dell’Istruzione, insistette molto sul merito. I soliti malevoli. La sua carriera politica è cominciata a 25 anni nel consiglio comunale di Desenzano: ne divenne subito presidente, ma fu cacciata per «scarsa sollecitudine nell’adempimento dei suoi doveri istituzionali», come ha riferito l’allora segretario generale. I suoi colleghi di partito, in quell’occasione, la accusarono di un eccessivo «attaccamento alle cariche». Malevoli pure loro.Per fortuna lei si è impegnata molto per smentirli. E ha dimostrato di non essere per nulla attaccata alle cariche diventando via via assessore provinciale all’agricoltura (2004), consigliere regionale (2005), parlamentare (2006), ministro dell’istruzione (2008), vicecapogruppo Pdl alla Camera (2013), coordinatore Forza Italia Lombardia (2014), capogruppo Forza Italia alla Camera (2018), ministro degli Affari regionali (2021). E mi scuso se ho dimenticato molte poltrone, ma tanto si sa, lei non è attaccata alle cariche. Ora però che ha perso anche l’ultima, mi spiace per lei. Perciò le scrivo. «Draghi? Uno spettacolo», «avanti con Draghi anche se lui non ci sarà», proclamava festante solo qualche mese fa. Immagino quanto sia triste scoprire che l’effetto Draghi è una gaffe peggiore dell’effetto Bocchino. E che un tunnel esiste davvero, ma non è quello del Gran Sasso. È quello dove è finita dentro lei.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara (Ansa)