2022-12-15
Se seguiamo la Consulta leviamo diritti ai gay
In pandemia siamo stati multati per mascherine e vaccini: trasmettere il virus era considerato una colpa sotto il profilo normativo Perché allora non si arginano condotte che diffondono Hiv o sifilide? Sono malattie curabili e dovrebbero sparire, invece crescono La Corte costituzionale ha affermato che la libertà può essere distrutta se è per salvare la salute. Non ha trovato eccessive e spropositate le regole sul Covid che hanno distrutto le libertà più elementari, incluse quelle di uscire, stare all’aria aperta, correre in un bosco o una spiaggia (inseguiti come mai sono stati inseguiti gli spacciatori). Chi ha osato rifiutare il vaccino non poteva lavorare, entrare in un bar, usare i bagni pubblici: una tragedia per le persone anziane. Sono stati fermati treni perché i non inoculati potessero essere buttati fuori, col green pass da tampone scaduto da pochi minuti. I non inoculati però hanno sempre potuto donare il sangue e questo basta a capire come non ci sia mai stato alcun pericolo: chi ha un comportamento sessuale promiscuo, invece, non può donare il sangue. I giudici hanno signorilmente sorvolato sull’intralcio alle terapie precoci, sui dati non autentici e sull’epidemia di malori che ha colpito il Paese una volta inoculato con sieri sperimentali. Sorvoliamo anche noi e restiamo sul punto conclusivo: la salute pubblica vale più della libertà. L’idea quindi sarebbe che le libertà umane, incluse le più elementari, devono passare in secondo piano rispetto alla salute pubblica. Che la salute valga più della libertà è un concetto tragicamente opinabile in quanto viola l’habeas corpus e parte dal presupposto che il cittadino sia fondamentalmente un idiota incapace di badare a se stesso, che la medicina sia scienza esatta fatta di certezze. Ormai però è stato detto: la regola vale sempre o non vale mai, a meno che non si sia deciso di rinunciare a qualsiasi pretesa che la legge sia si uguale per tutti. Se il concetto non si applica a tutti i campi della vita, si riconosce ufficialmente che non esiste nessuna giustizia, ma semplicemente gli interessi di micidiali case farmaceutiche e l’arbitrio di governi, che hanno calpestato i diritti più elementari per questi interessi. Applichiamo il concetto alle malattie sessualmente trasmissibili. Il presidente della Repubblica, Mattarella Sergio, e il presidente del Consiglio - fortunatamente non più in carica - Draghi Mario, hanno ufficialmente dichiarato alla nazione che contagiare il virus corona 19 e trasmettere la malattia ad altri non era un diritto umano. Il discorso era basato sull’ipotesi - del tutto errata - che i vaccini fossero efficaci a impedire la trasmissione della malattia, e ovviamente innocui. È stato affermato che trasmettere una malattia non è un diritto umano. Negli ultimi decenni però contrarre (e poi trasmettere) l’Hiv, la sifilide, l’epatite B e la gonorrea sono stati considerati diritti umani, rivendicati con orgoglio. Ora i malati di Aids non muoiono più ma le loro terapie costano un mucchio di quattrini, quattrini che noi non inoculati siamo stati accusati di «sperperare» se bisognosi di cure. Quando ho sostenuto l’esame di medicina legale nel 1976 ho studiato l’articolo 554 del codice penale, abrogato poi nel 1978, che puniva con la reclusione da uno a tre anni il contagio volontario di malattie sessualmente trasmissibili. Chi, sapendo di esserne portatore, aveva un rapporto sessuale e trasmetteva la malattia ad altri, doveva risponderne. L’articolo è stato abolito, giustamente, in nome della sacralità della libertà, ma dopo essere stata sospesa dal lavoro ed essere stata condannata a 600 euro di multa per non aver portato la mascherina all’aperto, visto che tutto questo è stato considerato costituzionale, comincio a pensare che sia il caso di riconsiderare la questione. Le persone gay sono il 2 % della popolazione ma sono il 50% dei nuovi casi di Aids e l’80% dei nuovi casi di sifilide. Un maschio che abbia rapporti con altri maschi nella condizione cosiddetta gay bottom, moltiplica il suo rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili per un numero di volte che oscilla da 20 a 140 secondo varie statistiche, e moltiplica di 17 volte il rischio di contrarre il cancro dell’ano. Visto che è stato vietato respirare senza mascherine, non sarebbe corretto responsabilizzare penalmente la trasmissione di questo genere di patologie? O almeno possiamo chiudere le «dark room», luoghi di promiscuità sessuale, e levare i finanziamenti ai Pride dove si inneggia alla promiscuità sessuale, visto che secondo i nostri giudici non è stato irragionevole chiudere le chiese, vietare il lavoro o l’accesso i treni? Possiamo almeno vietare le lezioni di educazione sessuale che inneggiano alla promiscuità sessuale e ricordare che l’Oms ha stabilito, allo scopo di diminuire il numero delle malattie sessualmente trasmissibili (al momento tutte in aumento) il sistema «ABC»? Dove «A» sta per «astinenza», cioè tenersi i pantaloni abbottonati; «B» per essere fedeli («be faithful»); «C» per «condom» ossia il profilattico, che è il piano C, quando i primi due cono impraticabili. Il condom non è sicuro al 100% e - soprattutto - un enorme numero di persone non lo usa. Leo Bersani, attualmente considerato uno dei maggiori teorici gay, scrive a lungo in incredibili saggi che sono libri di testo nelle facoltà di sociologia, dell’assoluta importanza per il mondo gay non solo della promiscuità sessuale, ma di comportamenti come il barebaking («cavalcare nudi», vuol dire sesso anale non protetto) e il bugchasing (ricerca volontaria del contagio) e che qualsiasi critica a questi comportamenti debba essere considerata violenta omofobia e repressa con la massima severità. Lo stesso autore, in un articolo dal titolo «Is the rectum a grave?» (Il retto è una tomba?), scritto negli anni in cui ancora non esisteva una terapia per l’Aids, ribadisce come l’Aids sia un diritto umano, racconta come in una sola notte molti riescano ad avere anche 20 o 30 rapporti «correndo come una zanzara da un ano all’altro seminando infezione», che molti riescono ad avere anche un migliaio di rapporti con partner diversi in un anno. Morire e uccidere trasmettendo una malattia mortale quindi è un diritto umano, se si tratta dell’Aids. Chilometri di fiocchetti rossi sono stati messi al bavero di gente che ci ha augurato di diventare poltiglia. Barebaking e bugchasing sono ossessivamente presenti in molti film, accompagnati da rappresentazione di orge che non sono esattamente una pratica igienica: Theo et Hugo dans le meme bateau, Bareback ou la Guerre des sens, Once more, Weekend. Attraverso i cosiddetti bisessuali, accuratamente ricercati nelle chat gay, le malattie arrivano al corpo delle donne, al loro ventre e ai neonati. In Africa sono stati milioni i bambini morti di Aids. Ora visualizzate le pratiche, coprofagia e necrofilia, descritte per esempio nel libro di Mario Mieli Elementi di critica omosessuale, scaricabile gratuitamente su Internet, e anche descritte sui siti gay: scatting, fisting, pissing, eccetera, e paragonatele all’obbligo di mascherina. Tutti paghiamo il barebaking. La sifilide, la gonorrea, l’Aids sono malattie curabili. Mentre sono sotto terapia non sono contagiose. Dovrebbero essere estinte nel mondo occidentale, invece si moltiplicano, aumentano ogni anno. Nel terzo mondo sono una strage. Il libri dove si reclamizzano il barebaking e il bugchasing come una festa della libertà umana non dovrebbero portare scritto sulla copertina che sono libri irresponsabili per irresponsabili?
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)