2025-05-17
Garlasco, il gip ordina di acquisire il Dna delle cugine di Chiara Poggi
Oltre a quello per le gemelle Cappa il giudice ha disposto il prelievo del campione per altre 7 persone tra cui l’indagato Andrea Sempio. Nuove analisi anche sui reperti trovati nella villetta del delitto.Ancora sviluppi nelle nuove indagini sulla morte di Chiara Poggi, la ventiseienne originaria di Vigevano uccisa il 13 agosto del 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia. Per la sua morte fu condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l’allora fidanzato della ragazza Alberto Stasi. Ieri mattina, il gip di Pavia Daniela Garlaschelli ha stabilito nuove analisi scientifiche sulle cugine di Chiara, le gemelle Stefania e Paola Cappa; su Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi; su Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, compresi gli accertamenti sul medico legale e su inquirenti e investigatori della prima inchiesta. Il giudice ha conferito l’incarico ai periti per il maxi incidente probatorio su tutte le analisi genetiche. L’estensione dei prelievi a queste persone, tutte non indagate, servirà alle comparazioni con le tracce che saranno repertate. L’udienza di ieri è stata molto significativa ai fini degli sviluppi della nuova inchiesta nella quale è stato iscritto sul registro degli indagati Sempio, amico del fratello della vittima, accusato di concorso in omicidio. È stata la difesa di Stasi, rappresentata nell’aula del Tribunale di Pavia dall’avvocato Giada Bocellari, a fare il nome delle sorelle Cappa, le cugine di Chiara Poggi nelle nuove indagini sull’omicidio. Si è trattato di nomi condivisi anche dalle altre parti e dal gip Garlaschelli che ha definito i sette quesiti su cui si svolgerà l’incidente probatorio previsto per il 17 giugno nei laboratori della Polizia scientifica di Milano. La nuova inchiesta, quindi, ripartirà da analisi scientifiche specifiche: la comparazione del materiale genetico trovato sulle unghie della vittima (due cromosomi Y parziali) con i profili maschili degli uomini che frequentavo casa Poggi o di chi è entrato nella villetta (compresi carabinieri e soccorritori) subito dopo il delitto del 13 agosto 2007. Oltre ai tre amici di Marco Poggi, fratello della vittima, ritorna alla ribalta anche Marco Panzarasa, amico di Stasi, di cui si parlò già diciotto anni fa. Toccherà pure alle gemelle Cappa fornire il loro contributo agli esami scientifici, anche se le due sorelle già nel 2007 fornirono spontaneamente il Dna per cercare l’assassino della cugina. Stefania e Paola Cappa, adesso, dovranno essere sottoposte soltanto ad accertamenti dattiloscopici, cioè le loro impronte digitali verranno confrontate con possibili tracce che verranno estrapolate da alcuni reperti mai analizzati, come la confezione vuota di Fruttolo trovata nella cucina della villetta. Tra questi oggetti ci sono, inoltre, una confezione di biscotti e un brick del tè, decontestualizzati dalla scena del delitto. Gli accertamenti scientifici non riguarderanno i cartoni delle due pizze mangiate la sera prima dalla coppia di fidanzati e su cui ci sono le uniche tre impronte senza nome tra le sessanta tracce trovate e identificate nella villetta di Garlasco. Bisognerà aspettare almeno tre mesi per il deposito dei risultati delle analisi genetiche. Di questi, poi, si parlerà nel corso della prossima udienza davanti al gip fissata per il 24 ottobre. La difesa di Stasi è fiduciosa che le nuove indagini possano «riscrivere la storia». Il legale di Stasi, l’avvocato Antonio De Rensis, prima dell’inizio dell’udienza di ieri mattina ha ribadito le loro intenzioni: «Noi vogliamo osservare questa inchiesta ancora per molto tempo. L’ipotesi di una revisione in caso di novità per noi è al momento in secondo piano. Ci aspettiamo che questa indagine possa riscrivere questa storia». Mentre l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, prima dell’udienza ha spiegato ai giornalisti di non essere affatto sorpreso che «le indagini siano arrivate a Tromello, quello che mi sorprende è che queste cose non venissero fatte prima. Ma bene che vengano fatte. Anzi, io direi che Garlasco è piena di canali, anche vicino a casa di Stasi, perché non andare a guardare? Dopo 18 anni fa specie pensare che all’epoca non scavarono nemmeno nel giardino di Stasi. È chiaro che noi siamo per la verità che è già stata accertata, non ci opponiamo agli accertamenti che devono farsi anche perché non potremmo farlo. Speriamo solo che tutto venga letto assieme a quello che è stato fatto prima altrimenti sarebbero dei lavori inutili». Adesso i riflettori sono nuovamente puntati, in particolare, sulle «gemelle K» che non furono mai indagate per la morte della cugina ma diventarono famose per il fotomontaggio lasciato davanti alla villetta il giorno dopo il delitto. Quel gesto destò clamore mediatico e tanto odio diffuso sui social. Le due sorelle sono state sempre ritenute dagli inquirenti estranee al delitto. È stata proprio Stefania Cappa a spiegare agli inquirenti, nel febbraio del 2008, il perché di quella foto che mostra le due sorelle accanto alla vittima sorridente, precisando che lo zio non voleva foto di Chiara e Alberto insieme.
Ecco #DimmiLaVerità del 30 ottobre 2025. Ospite la senatrice calabrese della Lega Clotilde Minasi. L'argomento del giorno è: "La bocciatura del ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti"
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)