2024-06-02
«Garantire il diritto di manifestare»
Sergio Mattarella (Getty Images)
Il Colle celebra la festa del 2 giugno e scrive ai prefetti: «No all’ordine attraverso la paura. Il dialogo tra le distinte posizioni politiche afferma il senso dello Stato».La memoria dei drammi che ha vissuto l’Italia per arrivare alla democrazia, deve servire per tenere vivo lo spirito di coesione nazionale e preservare i valori repubblicani. È il senso del messaggio che ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato ai prefetti alla vigilia della Festa della Repubblica. Nel suo messaggio, il capo dello Stato è partito dal ruolo fondamentale che i prefetti ricoprono per l’efficienza dello Stato. «Nel 1946», scrive Mattarella, «la scelta del popolo italiano per la Repubblica scrisse una pagina decisiva di democrazia e pose le basi per un rinnovato patto sociale, che avrebbe trovato compiuta articolazione nella Carta costituzionale». «Un esito al quale», prosegue, «si giunse dopo i tragici eventi bellici e la lotta di Liberazione dal nazifascismo, costellata da molteplici episodi di eroismo, da eccidi efferati, di cui nel corso di quest’anno, con commossa partecipazione, viene commemorato l’ottantesimo anniversario in numerose località». «Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi», sottolinea il capo dello Stato, «è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività. È un esercizio proprio a ogni cittadino e soprattutto per quanti, esercitando pubbliche funzioni, trovano nei principi costituzionali di libertà, uguaglianza e solidarietà una bussola di sicuro orientamento di fronte alle complesse sfide del presente, in una fase resa ancor più ardua dall’aspro contesto internazionale». Mattarella indica quali siano i doveri imprescindibili degli uomini di Stato, a partire dal continuare ad essere garanti della libertà di manifestare, della sicurezza dei cittadini e della coesione sociale: «Dagli spazi di mediazione per la tutela dell’occupazione e per il superamento dei conflitti sociali, alla cura, con le amministrazioni locali, delle fasce più deboli della popolazione, a percorsi efficaci di accoglienza e di integrazione dei migranti, si tratta di un lavoro prezioso a favore dell’unità del Paese e della sua coesione». «Vale per la tutela delle libertà dei cittadini», prosegue, « nello svolgersi della vita quotidiana, per lo sviluppo di efficaci cornici di sicurezza per territori sempre più sicuri e vivibili. Vale per la garanzia dell’esercizio del diritto di riunione e manifestazione. Con il contrasto alle spinte criminali, alla violenza e alla disgregazione, con la promozione, in particolare tra le giovani generazioni, della diffusione dei valori del rispetto della persona e del dialogo tra le distinte posizioni politiche, sociali, culturali, religiose, si affermano importanti testimonianze di devozione alla Repubblica e di senso dello Stato». Ovviamente, nessun riferimento alla congiuntura politica o ai temi all’ordine del giorno, ma un generico richiamo all’importanza di un «raccordo tra centro e territori come avvenuto anche nei mesi scorsi». «Quando insieme vengono affrontati gli eventi emergenziali, quando gli enti locali sono sostenuti nel superamento dei momenti di crisi amministrativa e finanziaria», ha concluso il presidente della Repubblica, «viene rinsaldata l’unità dell’edificio democratico, valorizzando il principio di autonomia nell’orizzonte della solidarietà». Sempre ieri, parlando al Quirinale per il concerto per la festa della Repubblica, Mattarella ha detto che, «come il 2 giugno del 1946» dobbiamo rifiutare «baratti insidiosi» come «sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione prosperità economia in cambio di sudditanza».