2023-01-13
Gänswein ha tentato di bloccare l’uscita del suo libro
Georg Gänswein (Getty images)
Padre Georg l’avrebbe, inutilmente, chiesto a Marina Berlusconi. E il cardinale George Pell scrisse: il pontificato di Francesco è un disastro. A dieci giorni dal funerale di papa Benedetto XVI, e a due giorni dall’udienza in cui papa Francesco ha ricevuto monsignor Georg Gänswein, esattamente il giorno dell’uscita del libro Nient’altro che la verità (Piemme, 336 pagine), dalla Germania arriva la notizia che lo storico segretario di papa Ratzinger sarebbe stato «usato da un editore italiano».La fonte è autorevole, stiamo parlando, infatti, del Die Tagespost, uno storico settimanale di orientamento cattolico tedesco, sostenuto direttamente dalla «Fondazione Die Tagespost per il giornalismo cattolico», che nasce su impulso nientedimeno che di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Con una nota editoriale firmata da Guido Horst, caporedattore del Tagespost, si dice appunto che padre Georg avrebbe fatto il «tentativo di impedire la rapida pubblicazione del libro sulla sua vita a fianco del defunto Papa» e per ottenere questo risultato «avrebbe raggiunto i vertici del gruppo Mondadori. Cioè fino a Marina Berlusconi, la figlia dello zar dei media Silvio».Secondo Horst, quindi, «la controllata di Berlusconi» avrebbe tirato un gancio al segretario di papa Ratzinger, il quale si sarebbe aspettato una pubblicazione più tardiva ma l’editore, appunto, avrebbe accelerato i tempi in prossimità della morte di Benedetto XVI «per promuovere le vendite». Mentre, dice ancora Horst, la «vera intenzione di Gänswein era ben diversa: profondamente colpito dall’accusa di menzogna a cui era stato esposto il Papa tedesco (…) voleva semplicemente dire la verità. Ma non aveva fatto i conti con l’editore».Se la notizia di aver provato a fermare almeno la distribuzione del libro fosse vera, sarebbe anche interessante sapere quando è avvenuta. Perché, appunto, due giorni fa padre Georg è stato in udienza privata da Francesco: nulla è trapelato, ma del libro avranno certamente parlato. E alla luce di quanto asserito dal Tagespost, si potrebbe pensare che o il Papa ha chiesto a Gänswein di ritirare il libro, oppure lo stesso Gänswein ha detto a Francesco che aveva già tentato di fermare le rotative o la distribuzione.Il problema è che, a quanto risulta alla Verità tramite l’ufficio stampa Piemme, la casa editrice «non ha ricevuto alcun sollecito per rinviare e bloccare l’uscita del libro». Inoltre, «la casa editrice ha rispettato i termini contrattuali in ogni parte: tempistica, testo, titolo e copertina».Quindi, potrebbe anche essere che Piemme, in effetti, non abbia ricevuto alcun sollecito per fermare le macchine di distribuzione ma che al vertice di Mondadori, cioè appunto a Marina Berlusconi, possa essere arrivata una qualche richiesta di fermare tutto. Però, dall’informazione dell’ufficio stampa Piemme è difficile pensare che padre Georg non sapesse quale fosse la tempistica e quindi, difficilmente, Horst può scrivere che lo storico segretario del Papa sia stato «usato da un editore italiano». Peraltro, proprio lo stesso giornalista Guido Horst aveva diffuso una intervista video a Gänswein in prossimità dei giorni del funerale di Ratzinger in cui, prima che uscissero le anticipazioni del libro, padre Georg diceva apertis verbis che quello di papa Benedetto era stato un «cuore spezzato» dal colpo inferto dal Motu proprio Traditionis custodes promulgato dal suo successore Francesco nel 2021, un atto che è parso come la obliterazione dell’altro Motu proprio, il Summorum pontificum del 2007 con cui appunto papa Ratzinger aveva ridato cittadinanza alla messa in latino.Quindi, se il libro con le sue anticipazioni ha certamente provveduto a surriscaldare l’atmosfera intraecclesiale, riaccendendo la mai sopita differenza di visione tra i due Papi, bisogna riconoscere che l’operazione di verità di padre Georg era iniziata anche altrove, compresa l’intervista di Guido Horst e quella a Ezio Mauro per Repubblica. Entrambe con una tempistica abbastanza a orologeria rispetto alla morte di Ratzinger, e l’intervistato era pur sempre padre Georg.La fiammata provocata dalle dichiarazioni contenute nel libro Niente altro che la verità, che Gänswein ha scritto con la collaborazione del giornalista Saverio Gaeta, sono incendiarie al di là della tempistica, che certamente potrebbe apparire un po’ di dubbio gusto rispetto alla morte di Benedetto XVI. Secondo il settimanale tedesco Die Zeit, inoltre, padre Georg dovrà lasciare entro il primo febbraio il monastero Mater Ecclesiae. Indicazione che gli sarebbe arrivata attraverso un biglietto inviato da Francesco. Quindi, il tentativo di buttare acqua sul fuoco da parte di padre Georg, non riesce a fermare la brace che cova ardente e riguarda la polarizzazione interna al collegio cardinalizio. Peraltro, la morte improvvisa del cardinale australiano George Pell, da sempre in sintonia con papa Ratzinger, ha svelato un altro tassello del mosaico che riguarda i lavori in corso all’interno del collegio cardinalizio. Il famigerato Demos, firmatario del memorandum che da primavera scorsa girava semi clandestino tra i porporati per metterli in guardia sui punti essenziali da tener presente per il prossimo conclave, era proprio il cardinale Pell. A svelare questo dettaglio è stato il vaticanista Sandro Magister che, appunto, aveva pubblicato sul suo blog il memorandum. Se una volta, scrive Demos/Pell nel memorandum, si diceva che Roma locuta, causa finita est, «Roma ha parlato la causa è finita», ora vale il detto Roma loquitur. Confusio augetur. Ovvero, «Roma parla, cresce la confusione». Perché, scrive in attacco, «i commentatori di ogni scuola, anche se per ragioni diverse, con la possibile eccezione di padre Spadaro, concordano sul fatto che questo pontificato è un disastro sotto molti o più aspetti, una catastrofe». Se questo è il livello dell’incendio all’interno della Chiesa, non basterà un po’ di acqua sul metodo di un editore a spegnere le fiamme.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)