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Gentiloni & C. fanno ancora disastri sull'etica

Gentiloni & C. fanno ancora disastri sull'etica
ANSA

Mentre l'attenzione politica e mediatica è tutta incentrata sulle manovre per formare un nuovo esecutivo, il governo in carica approfitta dei riflettori spenti sui suoi atti quotidiani per proseguire indisturbato la sua azione di occupazione del potere e di destrutturazione dei principi portanti la civiltà del nostro Paese.

Una settimana fa viene nominato direttore dell'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) l'ex senatore pd Luigi Manconi, la cui unica garanzia è che sarà chiaramente «di parte», di parte «gender», a favore delle famiglie omogenitoriali, delle adozioni gay e - perché no - dell'educazione scolastica gay friendly. Basta leggersi le sue dichiarazioni su questi temi per rendersi conto che - in quel posto delicatissimo per il quale era in atto un lavoro proficuo con gli uffici di Maria Elena Boschi, al fine di individuare una competente professionalità super partes - il nuovo corso Unar riprenderà quella strada che la vergognosa vicenda delle dark room finanziate da denaro pubblico speravamo avesse definitivamente cancellato.

Oggi aggiungiamo un'altra perla di questa poco onesta strategia. Sappiamo che il 14 febbraio scorso, la Corte d'assise di Milano ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell'articolo 580 del codice penale, quello che punisce il reato di istigazione e aiuto al suicidio, nella causa penale a carico di Marco Cappato nella vicenda del «suicidio assistito» in Svizzera di Fabiano Antoniani (Dj Fabo). Non ci vuole l'acume di un fine giurista per capire che la posta in gioco va ben oltre la vicenda in sé. Di fatto, la Consulta viene sollecitata a dichiarare la «liceità» del suicidio, che apre la strada al legislatore a scrivere il «diritto di suicidio». Ora, il grande pubblico non sa che è prassi consolidata che il governo si costituisca sempre a sostegno della legittimità della norma che viene impugnata e questo passaggio non è irrilevante sia sul piano politico che su quello istituzionale. Inoltre, la costituzione in giudizio del governo fa parte di quella amministrazione degli affari correnti cui il governo pro tempore non dovrebbe sottrarsi. Il termine ultimo è il 3 aprile prossimo e il governo di Paolo Gentiloni tace. Indaffarato a occupare - perché il tempo stringe - i posti di potere ancora liberi (vedi i giudici del Consiglio di Stato e i componenti del Cnel), ha dimenticato di schierarsi a favore della vita, contrastando con ogni mezzo ogni forma di omicidio/suicidio.

Giovedì 29 marzo l'onorevole Alessandro Pagano (Lega) ha sollevato la questione e oggi, 30 marzo, il centro studi Livatino ha depositato ha depositato presso la Consulta l'atto d'intervento nel giudizio di costituzionalità. La campana ora suona per il governo Gentiloni, augurandoci che abbia un sussulto di onore, che non lo riscatta certo dall'aver introdotto l'eutanasia nel nostro ordinamento, ma aiuterebbe a diminuire quel rossore di vergogna che la strategia del larvatus prodeo vuole nascondere. La verità non ha bisogno di maschere. E la verità è solo una: il diritto al suicidio è una follia che non ha nessuna giustificazione.

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Ricchezza triplicata e vecchiaia al sicuro: il piano  Mediolanum
Ansa
Stefano Volpato: col Tfr nei fondi previdenziali e un contributo volontario di circa 5.000 euro l’anno si riduce il nodo della pensione bassa.

Il 2025 rappresenta un punto di svolta per Banca Mediolanum. «Un anno memorabile», lo definisce Stefano Volpato, direttore commerciale, non solo per i risultati economici - budget ampiamente superati - ma perché segna il passaggio da una fase di crescita a una di trasformazione strutturale. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: accompagnare i clienti verso l’autonomia e l’indipendenza finanziaria in età pensionabile, rendendo possibile, nei fatti, la triplicazione della ricchezza finanziaria pro capite, sottolinea Volpato durante la tradizionale convention con la rete a Merano, per tirare le somme dell’anno che sta per finire e definire le strategie del 2026. Un anno, ha confermato l’amministratore delegato Massimo Doris, destinato appunto a superare il record del 2024, con una raccolta netta di 10,4 miliardi e oltre 2 milioni di clienti e un primato, nell’universo Assoreti tra raccolta, mutui e prestiti concessi oltre che le polizze sottoscritte.

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«Nido di vipere», desiderio e ipocrisia nel Texas profondo
«The Hunting Wives» (Netflix)

Arrivata su Netflix Italia, Nido di vipere adatta il romanzo di May Cobb e racconta noia, desiderio e trasgressione in una comunità texana conservatrice. Tra dramma e giallo, la serie osserva le contraddizioni private e sociali della sua protagonista.

La serie dello scandalo, quella che negli Stati Uniti ha fama di aver passato al vaglio, senza nulla lasciare all'immaginazione, la sessualità omoerotica di donne all'apparenza tradizionali. The Hunting Wives, tradotto per l'Italia con Nido di vipere, è un romanzo di May Cobb, adattato poi a serie televisiva. Negli Usa, sotto forma di narrazione tv, ha debuttato lo scorso anno. Su Netflix Italia, invece, è arrivata lunedì 15 dicembre, portando con sé una storia fatta di noia e trasgressione, di bisogni che emergono piano, travolgendo chi li provi prima ancora che questi possa capire perché.

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Dimmi La Verità | Augusta Montaruli (Fdi): «Il centro sociale Askatasuna non ha mai ripudiato la violenza»

Ecco #DimmiLaVerità del 19 dicembre 2025. Ospite la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli. L'argomento del giorno è: "Lo sgombero del centro sociale Askatasuna di Torino".

Stellantis & C. scoprono il bluff Ue: «Svolta sulle elettriche disastrosa»
Ansa
Anche le case tedesche bocciano la proposta della Commissione che dà più spazio alle auto diesel e benzina: «Troppe condizioni, lievitano i costi». Per il gruppo di Elkann il piano è «inadeguato». Meno pessimista Parigi.

Quella che i commenti a caldo definivano «svolta epocale», si è prima trasformata in un passo in avanti «importante» - a strettissimo giro sminuito come «significativo» -, e poi è diventata l’ennesimo pastrocchio della Commissione europea che peggiora la già drammatica situazione dell’automotive nel Vecchio continente. La rapidissima parabola delle modifiche annunciate da Bruxelles sui veicoli elettrici si è compiuta quando i diretti interessati, cioè le case automobilistiche, hanno svelato il bluff.

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