2024-01-22
Galeazzo Bignami: «Basta con le trappole per far cassa. I Comuni pensino solo alla sicurezza»
Il viceministro dei Trasporti: «Stiamo definendo un decreto che regoli l’utilizzo dei rilevatori. E con il ddl sul Codice della strada dovranno essere collocati dove gli incidenti sono frequenti, non dove conviene».Il ministro Matteo Salvini ha annunciato nuovi paletti, volti a regolamentare l’utilizzo degli autovelox da parte degli enti locali, affinché smettano di essere un bancomat a uso dei Comuni. A che punto è il provvedimento?«Il ministero dei Trasporti sta definendo un decreto attuativo con cui si disciplinano le modalità d’uso e di collocazione degli autovelox», spiega il viceministro Galeazzo Bignami, che indica alla Verità quali sono i pilastri e le direttrici delle misure in arrivo. Anche a fronte della protesta che si sta diffondendo a macchia d’olio, traducendosi in atti di sabotaggio dei rilevatori. «È un decreto attuativo fermo da ben 16 anni. Poi c’è il ddl inerente al Codice della strada, con cui si vuole rinsaldare la funzione degli autovelox come presidio di sicurezza e non come prelievo erariale. Il principio è uno: i rilevatori di velocità devono essere collocati laddove si registrano situazioni di pericolosità stradale e quindi dove si realizza una effettiva azione di deterrenza di incidenti e comportamenti scorretti legati all’eccesso di velocità».Una finalità, questa della sicurezza che si è andata perdendo. È prevalsa l’esigenza di far cassa.«È esatto. Lo vedo, per esempio, nella mia città, Bologna, dove non c’è alcuna relazione tra sinistri e autovelox. L’unico scopo è realizzare un aumento di gettito. Non ci dimentichiamo che nel bilancio comunale le entrate da infrazione del Codice della strada sono classificate come extratributarie e pertanto non dovrebbero essere funzionali a garantire un equilibrio di bilancio». Invece ai sindaci non pare vero di avere un’altra fonte di gettito, è così?«Oramai c’è una consolidata usanza per cui i bilanci comunali vengono chiusi quasi programmando e preventivando gli incassi provenienti dalle sanzioni da infrazione del Codice della strada. I soldi da questa fonte dovrebbero essere impiegati per finalità di sicurezza stradale e di incremento dotativo della polizia locale impegnata sulle strade, invece sono destinati anche alla spesa corrente. Altro paradosso è che se si mettono in costante incremento o semplicemente in pareggio rispetto all’anno precedente, le voci relative al Codice della strada, è come dire che si preventivano comportamenti di violazione da parte dell’utenza. Pertanto gli autovelox che dovrebbero avere una funzione preventiva, finalizzati a far diminuire le infrazioni, in realtà sono uno strumento per stimare nuovi flussi di cassa. Inoltre si dà per scontato che non verranno rispettati i limiti di velocità. È paradossale e assolutamente contrario alla logica per cui sono nati». I Comuni non dovrebbero essere monitorati sugli incassi da multe?«Esiste una rendicontazione voluta dal centrodestra che dovrebbe far luce su come vengono spesi quei soldi. Ad esempio, nel 2022 abbiamo 2.716 Comuni, 83 province e 14 città metropolitane che hanno trasmesso i dati. Ce ne sono 685 che non lo hanno ancora fatto e 169 Comuni che hanno mandato risultati incompleti. Ad oggi abbiamo un ammontare complessivo di gettito da infrazioni del Codice della strada di 2,7 miliardi di euro per il 2022. A dimostrazione della rilevanza del fenomeno». È possibile individuare le spese effettuate con i soldi degli autovelox che non hanno niente a che vedere con l’implementazione della sicurezza sulle strade? «Il tema è spinoso. Spesso si rischia di incorrere in una dizione ampia di riutilizzo ai fini della sicurezza stradale, nella quale può rientrare anche il vestiario della polizia locale. La sanzione a carico del Comune che usa in modo non appropriato gli incassi delle multe, più che pecuniaria, dovrebbe essere di livello penale. Se un’amministrazione non applica questo vincolo e, per esempio, non acquista la segnaletica stradale per aumentare la sicurezza e poi su quella strada si verifica un incidente, ed è dimostrata la relazione di causa ed effetto tra questi due fattori, allora la responsabilità è penale». Cosa accade al Comune che non ha rendicontato gli incassi da multe?«I Comuni che non hanno inviato i dati vengono segnalati alla Corte dei conti, che può attivare controlli a sua volta più pervasivi. Noi effettuiamo un monitoraggio a campione per verificare la condotta amministrativa e contabile dei singoli Comuni».Quanti sono i casi di errato utilizzo dei soldi incassati dalle multe?«La normativa sulla rendicontazione è recente e i dati del 2022 sono in lavorazione. Però già la previsione di questo controllo che prima non c’era ha suscitato maggiore attenzione da parte degli enti locali al corretto utilizzo dei fondi».
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