2023-04-07
Le gaffe di Macron con Xi infrangono i suoi sogni da statista e pacificatore
Xi Jinping ed Emmanuel Macron (Ansa)
Il francese parla troppo e irrita i padroni di casa nella visita con Ursula Von der Leyen. Alla fine ottiene un comunicato scialbo e la promessa di un colloquio Pechino-Kiev.Un superflop, il viaggio del presidente francese Emmanuel Macron e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Pechino, almeno per quel che riguarda la guerra in Ucraina. L’incontro di ieri con Xi Jinping non solo non ha smosso di un millimetro il leader cinese, ma è stato pure controproducente, considerato che il padrone di casa è apparso infastidito dal modo in cui Macron ha ignorato le prassi del cerimoniale, al quale i cinesi tengono moltissimo, parlando il doppio di Xi in conferenza stampa e rivolgendosi direttamente a lui quando ha parlato di Ucraina. Fallimento totale, quindi, di questa missione diplomatica sulla quale Macron aveva puntato molto: ricordiamo tutti come, all’inizio del conflitto in Ucraina, l’inquilino dell’Eliseo si fosse distinto per il suo attivismo sul fronte della ricerca di una mediazione tra Mosca e Kiev. Voleva passare alla storia come il grande pacificatore, e invece ieri Macron ha dimostrato tutti i limiti del suo stile propagandistico, fatto di proclami e fuffa mediatica, quando arrivato al sodo, anzi a Pechino, non ha cavato un ragno dal buco: non a caso, sia l’Eliseo che la von der Leyen hanno tentato di enfatizzare una generica disponibilità di Xi a chiamare il leader ucraino Volodymyr Zelensky: «È stato interessante sentire», ha detto la presidente della Commissione Ue, «che il presidente Xi ha ribadito la sua disponibilità a parlare con Zelensky quando i tempi e le condizioni saranno i più opportuni». Traduzione: per ora non se ne parla. All’inizio dell’incontro con Xi, durante la parte aperta ai giornalisti, Macron ha detto al leader cinese di «contare su di lui per riportare la Russia alla ragione». Sia Macron che la von der Leyen hanno esortato Xi a non fornire armi alla Russia: eventuali spedizioni di materiale bellico a Mosca, ha avvertito Ursula, «nuocerebbero significativamente ai rapporti tra Bruxelles e Pechino, perché assistere un aggressore sarebbe contrario al diritto internazionale». Xi non ha fatto alcuna concessione alla coppia Macron-von der Leyen: sulla crisi ucraina, ha detto il presidente cinese, Pechino insiste «nel promuovere i colloqui di pace e una soluzione politica», esprimendo la disponibilità a collaborare con la Francia per invitare la comunità internazionale a «mantenere una moderazione razionale ed evitare di intraprendere azioni che possano aggravare la crisi o portarla fuori controllo. Bisogna rispettare rigorosamente il diritto internazionale umanitario», ha aggiunto Xi, «astenersi dall’attaccare civili e strutture civili e proteggere donne, bambini e altre vittime del conflitto. La ripresa dei colloqui di pace il prima possibile deve essere in conformità con gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, tenendo conto delle legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti, cercando una soluzione politica e costruendo un quadro di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile». «Legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti», e quindi anche della Russia: basta questa frase di Xi Jinping per comprendere l’inutilità della visita a Pechino di Macron e von der Leyen per quel che riguarda il conflitto. Non solo: «La Cina», ha avvertito Xi Jinping, secondo quanto riferisce su Twitter la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, «sostiene l’Europa nel raggiungimento dell’autonomia strategica e sostiene che la relazione Cina-Europa non deve essere sottoposta o controllata da terzi», ovvero dagli Stati Uniti. «Cina e Francia», ha aggiunto il presidente cinese, «continueranno a opporsi alla mentalità della guerra fredda e al confronto tra blocchi, unendo le forze per affrontare tutti i tipi di sfide globali». Dicevamo di momenti di palese irritazione del presidente cinese: stando alla ricostruzione di Politico.eu, nel corso della conferenza stampa congiunta «la differenza di stile tra i due leader è apparsa subito evidente. Xi ha letto le sue osservazioni, accuratamente scritte, con lo sguardo fisso davanti a sé prima di cedere il passo a Macron. Il leader francese ha continuato a parlare per circa il doppio del tempo del suo ospite, un errore di protocollo che i membri dell’entourage cinese di Xi hanno notato. Xi stesso è sembrato a tratti impaziente e infastidito, mentre Macron continuava a parlare. Il leader cinese ha tirato diversi sospiri profondi ed è apparso a disagio quando Macron si è rivolto direttamente a lui». Non si è fatta attendere la reazione della Russia: «La Cina», ha commentato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, «ha un potenziale di mediazione molto efficace e impressionante, e i recenti successi diplomatici di Pechino lo hanno dimostrato in modo eloquente, ma la situazione con l’Ucraina è ancora difficile, per ora non ci sono prospettive per una soluzione pacifica». Falliti gli obiettivi globali, Macron ha poi pensato agli interessi di casa sua, e qui le cose sono andate molto meglio. Alla presenza di Xi Jinping e del presidente francese, infatti, il Ceo di Airbus, Guillaume Faury, ha firmato con la Tianjin Free Trade Zone Investment Company e la Aviation Industry Corporation of China un accordo per incrementare la capacità di assemblaggio finale degli A320 con una seconda linea nel suo stabilimento di Tianjin. L’intesa va nella direzione di consentire a Airbus, che ha una enorme richiesta di acquisti, di raggiungere la produzione di 75 aerei al mese nel 2026. Airbus ha sottoscritto anche un General Terms of Agreement con China Aviation Supplies Holding Company per l’acquisto di 160 aeromobili commerciali.