2025-03-06
Il Fratacchione intona un salmo al vaccino
Su «Repubblica» la fedelissima Annalisa Cuzzocrea intervista Fabio Fazio. E scatta subito l’immancabile elogio dei sieri con una citazione retorica e tutta strumentale della lotta alla polio. Poi giustifica l’informazione a senso unico: «Contraddittorio? Non potevo invitare il virus».Tre giorni fa, dando notizia della morte di Eleonora Giorgi, Radio24 l’ha definita «volto identitario della commedia all’italiana». Insomma, anche questa parola ce la siamo giocata, come una resilienza qualsiasi. Così, letta un’intervista di Fabio Fazio che tracimava su due pagine di Repubblica, ecco un breve catalogo identitario (di Fazio) sul quale riflettere tutti per essere cittadini migliori: le cartine scolastiche dell’Europa con le bandierine; «i maestri che avevano fatto i partigiani»; i meravigliosi vaccini per la poliomielite e i meravigliosi vaccini tutti; il «valore imprescindibile della scienza»; il valore della competenza contro «la canottiera di Bossi» e il trash in generale; il barattolo delle offerte per gli orfanelli alle elementari; la televisione del maestro Manzi negli anni Sessanta. Gesù, salvaci dai santi laici e soprattutto dai loro santini. Perché poi, tra l’altro, si santificano tra loro e santino chiama santino. Così Fazio, a marzo del 2025, ancora insiste nella lode sempiterna dei Burioni e dei Fauci, della sacra Oms. Il tutto intonando un lamento per il Novecento che non c’è più e per i cattivi che lo epurano solo perché lui sarebbe controcorrente, quando è il conduttore più conformista in circolazione. Per la legge del santino, l’intervista è stata realizzata da Annalisa Cuzzocrea, che è ospite fisso di Chetempochefa. I savonesi come Fazio sono notoriamente chiusi e diffidenti. Basta una domanda sulla scuola degli anni Sessanta e Settanta ed ecco che don Fabio indossa il camice bianco: «Erano gli anni in cui era stata ripristinata la ragionevolezza. Vedevi che i tuoi compagni facevano il vaccino contro la poliomielite, e non c’era più la poliomielite. Poi sono arrivati altri vaccini, i nostri figli non hanno preso più il morbillo». Ed ecco il prosieguo della ragionevolezza: «Durante il Covid mi dicevano: devi invitare la controparte. E io chiedevo: chi sarebbe? Il virus? Davvero devo chiamare chi diceva che i vaccini non funzionavano? E se parliamo dei lager, devo invitare un nazista?». Beh, se fai il giornalista, un po’ di contraddittorio (che non è quella cosa caricaturale su esposta) magari avrebbe senso. Poi ognuno, da casa, si fa la propria opinione. Ma soprattutto, visto che il vaccino contro il morbillo funziona, allora tutti i vaccini sono buoni per decreto? Con quelli sfornati in fretta e furia ci sono stati tantissimi casi di effetti avversi, per i vaccini, e anche di morti neppure tanto sospette. Si fa finta di nulla per non turbare le certezze dei Ragionevoli?Sarebbe bastato ammettere che quei sieri erano sperimentali e non fermavano il contagio. Sarebbe stato più umano rispettare chi era fragile e impaurito. Sarebbe stato più «di sinistra» sforzarsi di comprendere chi aveva qualche dubbio su Big Pharma e sullo Stato sanitario. Invece Fazio rivendica l’informazione a senso unico, quella che ai tempi del Covid e dei green pass si è messa il camice e pure le stellette: «Abbiamo fatto informazione a livelli altissimi, con Burioni, Fauci (Anthony, immunologo statunitense), con tutti i virologi italiani». A cinque anni da quel delirio collettivo, impreziosito dai Dpcm di Giuseppe Conte e dagli espertoni di Roberto Speranza, Fazio denuncia che oggi «si sta perdendo l’umanità» per via dell’elezione di Donald Trump, ma non si è reso conto che è stato disumano mettere gli uni contro gli altri milioni di cittadini in famiglia e sui luoghi di lavoro. Decidendo per decreto (e per tv) chi erano i buoni e chi i cattivi, chi erano i saggi e chi erano gli untori (pur non sapendo spiegare come funzionasse l’ungimento). Comunque anche oggi non siamo messi tanto bene e padre Fabio è preoccupato: «La mia generazione sognava l’Europa unita e si è risvegliata con Trump». Spuntato da solo, come un fungo, all’insaputa di milioni di elettori non vaccinati. A scuola «avevano maestri che avevano fatto la guerra o erano stati partigiani. Non c’erano dubbi sul fatto che dittatura e fascismo fossero stati il male assoluto». Poi, domandone eroico-esistenziale dell’amica Annalisa: «Sente un po’ di solitudine, nel portare avanti questi valori novecenteschi?». E qui «F. Il figlio del secolo» rispose: «La solitudine è una cosa più grande e più seria. Ho già intuito anni fa che avanzava questa idea del “basta con il buonismo”». Ha intuito, ma di fatto ha continuato a lavorare per il ritorno di Trump. E visto che di solito non c’è santità senza martirio (o presunto tale), tocca aggiornare anche il triste capitolo di F. e le epurazioni. Visto che anni fa è passato dalla Rai al Nove, dove gli hanno fatto un contratto non proprio francescano, alla surreale domanda se «chi dissente paga un prezzo?», risponde che «un certo modo di pensare e di essere non è più tollerabile e infatti non è stato tollerato. In Rai, ma prima ancora dalla politica». Ed è sparita anche la solidarietà di fronte ai soprusi? «È così in situazioni ben più tragiche della vita, la tv è poca cosa. Ma il punto è: scegliere. Se sei un bravo medico e ti viene ordinato di non fare il vaccino, tu lo fai». È davvero sorprendente la quantità di varianti del Long Covid.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)