2023-12-01
Francisco Goya: Milano rende omaggio al grande genio spagnolo
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L'allestimento della mostra Francisco Goya. La ribellione della ragione a Palazzo Reale di Milano. Ph. Carlotta Coppo
A Palazzo Reale, sino al 3 marzo 2024, l’attesissima mostra dedicata al grande maestro spagnolo che visse a cavallo fra due epoche. Fra dipinti e incisioni - affiancate dalle loro matrici in rame recentemente restaurate - sono esposte oltre settanta opere, alla scoperta di un genio pittorico che seppe fondere nella sua arte ragione illuminista ed emotività romantica. Una vita lunga quella di Francisco José de Goya y Lucientes (o più semplicemente Goya), nato a Fuendetodos, in Aragona, Spagna, nel 1746 e spentosi in Francia, a Bordeaux, nel 1828. Ottantadue anni che si snodano fra due secoli cruciali per la storia del mondo, che passa dall’età moderna a quella contemporanea: a fare da spartiacque, la Rivoluzione Francese. Dopo il 14 luglio del 1789, nulla sarà mai più come prima. Luigi XVI e consorte lasciano sulla ghigliottina le teste coronate e all’orizzonte si profila un nuovo Sole, che di nome fa Napoleone. Un generale corso piccolo di statura, ma la cui forza crea un Impero. Un Impero vastissimo ma non eterno, e al suo sgretolarsi, la Restaurazione (1815) cercherà (più o meno inutilmente) di riportare tutto «come prima». A tutti questi cambiamenti assiste anche Francisco Goya, pittore preferito dalla nobiltà spagnola e, dal 1786, pittore di corte - pintor del rey - di re Carlo IV . Pittore di corte si, ma non cicisbeo adulatore… E basta pensare ad alcune delle sue opere più celebri (per esempio al ritratto corale La Famiglia di Carlo IV) per capire che alla nobiltà, sovrani compresi, Goya non risparmiava nulla. Nemmeno i difetti. Non li abbelliva né li imbruttiva. Li ritraeva così com’erano: fisicamente mediocri (quando non proprio brutti), spocchiosi, vanitosi. Una pittura realistica la sua, ma difficile da inquadrare in una sola corrente: «nella pittura non ci sono regole» era solito dire. E nell’operare non si smentiva. Ammiratore di Tiepolo, Velázquez e Rembrandt, la sua arte, come la sua vita, passò per la razionalità illuminista e l’inquietudine romantica. Fu luce e fu ombra. Entusiasmo e delusione. A creare uno iato, una spaccatura irreversibile fra «un prima e un dopo », due fatti estremi: la sordità, che lo colpì ne 1792 e gli cambiò per sempre la modalità di affrontare (e rappresentare) la vita e, nel 1808, la sanguinosa invasione della Spagna da parte delle truppe francesi guidate da Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone. E’ in questi anni, per denunciare le atrocità abominevoli commesse dagli invasori d’oltralpe, che Goya dipinge Il Colosso, il ciclo dei Disastri della guerra e, nel 1814, durante la Restaurazione borbonica, la famosa e drammatica tela La fucilazione del 3 maggio 1808. Vita, storia, arte. In Goya, più che in ogni altro pittore del suo tempo, sono elementi strettamente legati, imprescindibili gli uni dagli altri. Goya, «dall’osservatorio privilegiato» della corte di Madrid, vive la storia e dipinge la vita. La sua sordità a fare «da filtro»: è il primo artista le cui opere sono frutto di esperienze, di sentimenti personali, di passioni e sofferenze, nonché della sua visione del mondo che lo circonda. È uno dei primi artisti a identificarsi con la vita ed è per questo che è impossibile comprendere la sua pittura senza conoscere la sua vita, né la sua vita se non attraverso la sua pittura. E raccontare il mondo di Goya, la sua esperienza nella e della storia, il suo pensiero, la sua evoluzione artistica e i temi da lui trattati, è l’obiettivo di Goya. La ribellione della ragione, la straordinaria antologica in corso a Palazzo Reale di Milano, una mostra che ha la particolarità unica di mostrare al visitatore non solo la visione di alcuni fra i capolavori pittorici del genio spagnolo, ma anche – e questa è la vera novità – di una serie di straordinarie e preziose incisioni ( che lo resero maestro assoluto di quest’arte), affiancate dalle loro originali matrici di rame.La Mostra e le opereCosì come l’arte di Goya parte dalla «luminosa » formazione accademica per arrivare a rappresentare gli «oscuri» orrori della Guerra d’indipendenza spagnola, anche il percorso espositivo - ideato dallo Studio Novembre - si sviluppa simbolicamente dalla luce al buio. Trasmigra, sempre come l’arte di Goya, dal claro alla pinturas nigras, quella dai toni cupi e neri della vecchiaia, quella che sgorga da un uomo ferito e tradito, segnato dalla malattia e disilluso dalla rivoluzione francese e da una società malevola e becera, da cui si sente estraneo. Visitare questa mostra, significa essenzialmente due cose: significa «vivere la storia » - la Storia nel senso più stretto del termine (quella fatta di date e di avvenimenti) e quella di un uomo e di un artista che nella Storia si muove e che la Storia la rappresenta - e significa scoprire (o riscoprire) un’arte rivoluzionaria e in continuo divenire, figlia di un artista che, pur profondamente integrato nel suo tempo, apre in modo irreversibile alla modernità: non dimentichiamoci che Goya è anche l’autore della famosissima Maja desnuda (opera conservata a El Prado di Madrid e non in mostra a Palazzo Reale), il primo dipinto in cui viene rappresentata una donna con i peli pubici e la linea nigra ben delineata …« Attraverso le sue opere – ha commenttoa Víctor Nieto Alcaide, curatore dell’esposizione milanese - Goya appare come l’origine, l’inizio e il punto di partenza di tutte le forme di pittura moderne».Tra le opere in mostra, assolutamente da ammirare la serie di ritratti, il famoso Autoritratto al cavalletto (1785), Il Colosso (1808) e, splendide, le tele «corali » Il manicomio e la Processione di flagellanti , entrambe realizzate fra il 1808 e il 1812 ed entrambe cariche di un pathos e di una pietas profondamente moderna. Quegli stessi sentimenti che si ritrovano anche in molte delle incisioni esposte, tutte incentrate sulla critica alla guerra e sull’irrazionale volo libero dell’immaginario.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.