2022-11-10
        I francesi fanno i galletti, Meloni se li cucina
    
 
Parigi pontifica: «Inaccettabile il comportamento italiano». Il presidente del Consiglio respinge le accuse: «Norme rispettate, sulle imbarcazioni non c’erano naufraghi». Ocean Viking ancora senza ormeggio, l’Ue spera di rifilarcela: «Autorizzate lo sbarco».La Ocean Viking, con i suoi 234 passeggeri, è in viaggio per Marsiglia o per la Corsica. La Francia non ha ancora indicato di preciso quale sarà il porto di sbarco, ma il caso ormai è chiuso. Come ha confermato Alessandro Porro, presidente di Sos Méditerranée, che prevede di approdare «in 24, 48 ore». «La Francia condivide la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri Stati», ha affermato il premier Giorgia Meloni, che ha aggiunto: «È importante proseguire su questa linea con gli Stati più esposti, così da trovare una soluzione condivisa e comune. L’emergenza immigrazione è un tema europeo e come tale deve essere affrontato». Poi, durante un incontro con gli eletti di Fratelli d’Italia, ha spiegato: «Il governo italiano sta rispettando tutte le convenzioni internazionali e il divieto imposto a queste navi Ong di sostare in acque italiane, oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza dei soggetti fragili, è giustificato e legittimo». E ha puntato molto su un’analisi differenziale: «A bordo di queste navi non ci sono naufraghi ma migranti. Le persone sono salite a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento e la nave che li ha presi in carico è attrezzata ed equipaggiata per ospitarli e provvedere a tutte le loro esigenze di accoglienza». La differenza non è sottile. Tanto che alla nave che aveva effettuato un soccorso Sar, la Rise Above, è stato permesso uno sbarco regolare, senza alcun triage medico né verifiche a bordo. Ovviamente opposizioni e Ong interessate cercano di mistificare, confondendo volutamente i due termini con evidente finalità di propaganda. La prima soluzione sulle suddivisioni di responsabilità in tema di immigrazione incassata dal governo Meloni, però, deve essere andata di traverso in Europa. La Commissione europea, con una dichiarazione a mezzo stampa, è intervenuta fuori tempo massimo, ovvero con la Ocean Viking già verso la Sardegna e in direzione Francia, chiedendo «lo sbarco immediato nel porto sicuro più vicino». E ha invitato «gli Stati membri a lavorare insieme per garantire una risposta comune, nel rispetto della massima importanza e in considerazione della sacralità della vita». E per buttare un po' di fumo negli occhi ha ricordato che, sulla base del meccanismo di solidarietà del Nuovo patto su migrazioni e asilo, sono disponibili «un numero significativo di posti di ricollocazione, per contribuire ad alleviare parte della pressione attraverso il trasferimento in altri Stati membri». Un meccanismo che di fatto non è mai partito davvero. E senza la posizione netta mantenuta per giorni dall’Italia, con l’Ue che continua a fare orecchie da mercante, la Francia di certo non si sarebbe mossa. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani infatti «è stato lanciato un segnale»: «Noi abbiamo difeso un principio. Lunedì porrò la questione al Consiglio degli Affari europei perché il problema dell’immigrazione è un problema europeo, non solo italiano, greco o maltese». E che il governo italiano sia riuscito a cucinarsi i galletti l’hanno percepito pure in Francia: «Accogliere in Francia la Ocean Viking sarebbe cedere a coloro che non rispettano i principi di umanità e responsabilità», ha commentato l’europarlamentare di Renew Europe ed ex ministro francese incaricata per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. Secondo Loiseau, «l’Italia, prima ancora dell’arrivo della signora Meloni, e ancora oggi, riceve dei fondi europei perché fa parte dei Paesi in prima linea dinanzi all’arrivo delle migrazioni irregolari. Non può da una parte ricevere fondi e dall’altra dire che non si assume le proprie responsabilità e che non applica il diritto internazionale. Questa nave deve al più presto possibile poter sbarcare in Italia». DAnche a destra si ribellano: il deputato Ue, ex Rassemblement national, Gilbert Collard, ha sbraitato: «Nessun porto francese alla Ocean Viking!». Il tutto mentre non si arrestano le tragedie in mare: dopo una sosta di quattro giorni sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa e una giovane donna è morta dopo l’arrivo nell’isola per un arresto cardiaco da ipotermia. Era, assieme ad altre 43 persone, su un barchino salpato da Sfax (Tunisia). Con i 375 arrivi di ieri è riandato in crisi l’hotspot di contrada Imbriacola, che ora ospita 1.180 persone. Il Viminale si è attivato per alleggerirlo. Ma all’orizzonte si profila una nuova spola dei taxi del mare, visto che la Humanity One appena ha lasciato il porto di Catania si è rimessa in viaggio. «Riprenderemo appena possibile le operazioni di ricerca e soccorso di naufraghi in mare», ha annunciato il responsabile delle operazioni di Sos Humanity Till Rummenhohl. Stesso proclama dalla Geo Barents di Medici senza frontiere, che domani lascerà il porto di Catania. Dopo i necessari rifornimenti e cambio equipaggio, annuncia la Ong, tornerà nel Mediterraneo centrale per la ventesima volta. Humanity One, invece, è già salpata da Catania. La sua destinazione sarebbe un porto della Spagna, dal quale ripartirà per l’ennesima operazione. Il governo italiano è avvisato.
        Leonardo Apache La Russa (Ansa)
    
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
        Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)