2022-07-22
Forza Italia e Lega al lavoro verso il voto. Silvio vuol fare il re
Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (Imagoeconomica)
Il Cav e Matteo Salvini sognano l’unione. E scalpitano per la leadership. Giorgia Meloni chiede regole. Addio di Renato Brunetta, Mara Carfagna sull’uscio.Il day after del centrodestra è il giorno dei bilanci, ma anche l’inizio dei lavori di ristrutturazione della coalizione in vista delle elezioni. A cui al momento manca un capo riconosciuto da tutti (e non solo quello).La giornata di mercoledì ha lasciato inevitabili strascichi, amari addii e una delusione condivisa per il comportamento del premier uscente, Mario Draghi, giudicato da forzisti e leghisti eccessivamente velenoso e smaccatamente sbilanciato nel campo del Partito democratico. Ma Villa Grande, la nuova residenza di Silvio Berlusconi sull’Appia antica, è già stata trasformata nel lussuoso cantiere che guarda al voto, vicino come il rientro a scuola per gli studenti (da qui al 25 settembre mancano solo 56 giorni). «Su, adesso basta con le sciocchezze. Io stimo Mario Draghi, lo sanno tutti», confida in serata Berlusconi al direttore della Stampa, Massimo Giannini, a proposito di bilanci. «Però adesso finiamola con questa storia che siamo stati noi a farlo fuori e a cacciarlo dal governo… Probabilmente era stanco e ha colto la palla al balzo per andarsene...». E per allontanare le voci che parlano di una sudditanza del vecchio fondatore del centrodestra italiano rispetto a Matteo Salvini replica: «Ma secondo lei se mettiamo vicino Berlusconi e Salvini, chi prevale tra i due per competenza, esperienza, cultura e savoir faire? Dai su, non scherziamo. Io non sono affatto spinto da Salvini. Il centrodestra sono io…». Battute a parte, Forza Italia e Lega sembrano aver abbandonato le vecchie diffidenze reciproche che si erano depositate sul fondo dopo la bruciante sconfitta nella complicata partita a scacchi per il Quirinale e ormai non nascondono più il progetto della federazione verde e azzurra, già balenata in passato, ma solo con annunci estemporanei. «Sogno un partito conservatore che tenga dentro Forza Italia, la Lega e gli altri partiti che si riconoscono nei valori liberali», confida Silvio ai suoi, secondo un’indiscrezione rilanciata dall’Agi. A dirla tutta, i tempi sono proibitivi e l’impressione è che l’annuncio serva a certificare soltanto l’esistenza di un patto di ferro tra il Cavaliere e il Capitano, mai come oggi decisi a contendere insieme la leadership della coalizione alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che raccoglie i frutti di 18 mesi di opposizione solitaria al governo di Supermario. E da giorni sventola i sondaggi che danno il partito con la fiamma al 23,8%. Sulla stessa linea d’onda arrivano gli inviti da vari esponenti del cosiddetto «centrodestra di governo» a trovare nei prossimi mesi «una figura di garanzia per governare», quasi a voler rimarcare che anche l’incoronazione del capo coalizione è una partita ancora aperta. Prima è lo stesso Berlusconi a far filtrare questa ipotesi, poi lo dice a chiare lettere: «Decideremo le regole per la premiership». Ed è il sottosegretario azzurro alla Difesa, Giorgio Mulè, a ripeterlo ai microfoni di Sky Tg24: «Non è detto che guiderà il centrodestra chi prenderà più voti. Prima però pensiamo a vincere le elezioni, non fatemi fare gesti sconvenienti sotto la telecamera…». Un pizzico di scaramanzia più che plausibile per una coalizione che negli ultimi tempi, proprio per le sue rivalità incrociate, ha collezionato sonore sconfitte, da ultima quella più simile a un harakiri che si è consumata a Verona.Sul fronte interno, Forza Italia ieri ha incassato l’endorsement del presidente del Ppe, Manfred Weber, che ha cinguettato: «Dopo che i 5 stelle hanno votato contro il governo, era impossibile continuare con loro. L’Europa ha bisogno di un governo stabile di centrodestra a Roma». Ma tra gli azzurri anche ieri ha continuato a risuonare il valzer degli addii. Dopo il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, uscita mercoledì sera al termine di un combattimento senza esclusione di colpi con la storica rivale Licia Ronzulli, è toccato a Renato Brunetta salutare la casa madre. «Non sono io che lascio, ma è Forza Italia, o meglio quel che ne è rimasto, che ha lasciato sé stessa e ha rinnegato la sua storia», ha dichiarato il titolare del dicastero per la Pubblica amministrazione. Per entrambi il commento del Cav è stato tecnicamente lapidario: «Brunetta e Gelmini? Riposino in pace». A questo punto è l’ultima azzurra con un piede nell’esecutivo, Mara Carfagna, ad avere gli occhi puntati addosso, questa volta per motivi diversi dal solito. E anche da lei in serata è arrivato un messaggio forte e chiaro: «Sono grata al presidente Berlusconi per le opportunità che mi ha offerto, ma quanto accaduto rappresenta una frattura con il mondo di valori nei quali ho sempre creduto che mi impone di prendere le distanze e di avviare una seria riflessione politica». Dalle parti del Carroccio queste separazioni sono accolte con una certa soddisfazione, visto che il partito berlusconiano, depurato dagli ultrà draghiani, è un compagno di strada molto meno spigoloso. Mentre all’interno restano da monitorare i mal di pancia del ministro Giancarlo Giorgetti, che nel giorno più lungo aveva abbracciato Mr Bce per testimoniargli il suo appoggio. È evidente però che il desiderio di portare a casa dei risultati nell’ultima fase dell’esecutivo è la priorità di Matteo Salvini. Il leader, terminata la riunione con i ministri e i sottosegretari, ieri li ha ringraziati e ha dettato la linea: rinnovo immediato degli sconti carburante, sostegno alle famiglie per far fronte al caro bollette e crediti d’imposta per le aziende. Senza dimenticare la Lombardia: «Siamo pronti a vincere nel 2023». Mentre per il governo che verrà - o meglio che in via Bellerio si sogna -, il mantra è già la «pace fiscale» (taglio delle imposte e flat tax), la riforma delle pensioni e - vecchio cavallo di battaglia - i decreti Sicurezza. Tutte idee rilanciate al Tg1, con l’aggiunta di quota 41 («Dopo 41 anni di contributi è giusto godersi la pensione») e un fondo per l’autismo da 100 milioni. La coalizione di centrodestra però non è fatta solo di Forza Italia e Lega. E la leader di Fdi, Giorgia Meloni, ha voluto ricordarlo agli alleati: «Dobbiamo vederci nelle prossime ore e stabilire delle regole che consentano di far contare i cittadini nella scelta di un eventuale candidato premier».
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