2024-01-25
I sindaci si arrendono a Fleximan
Autovelox abbattuto da Fleximan nel padovano
In Veneto alcuni Comuni colpiti dall’abbattitore seriale di telecamere annunciano che non li ripristineranno: «Atti sbagliati, però con i cittadini dobbiamo dialogare».Dopo il quindicesimo attacco agli autovelox del Veneto (due fatti esplodere, 13 abbattuti), diversi sindaci dell’Alta padovana si dichiarano sconfitti da Fleximan. Il sabotatore dei rilevatori di velocità ha messo a segno un altro colpo, lunedì notte a Villa del Conte, segando il palo che reggeva l’apparecchio e questa volta annunciando le sue prodezze. «Fleximan sta arrivando», aveva scritto su un cartello, poche ore dopo l’autovelox era a terra. Sembra che questa volta il vendicatore degli automobilisti multati non abbia utilizzato il consueto flessibile, che gli è valso l’appellativo, bensì un attrezzo manuale. Il raid in ogni caso è riuscito nell’intento di danneggiare il dispositivo e la reazione di alcuni amministratori suona come una resa. Sarah Gaiani, sindaco di Villanova e presidente della Federazione dei dieci Comuni del Camposampierese, ha ammesso al Corriere del Veneto: «Non credo che lo reinstalleremo. In quella stessa strada ce n’è già un altro, e poi dobbiamo tenere conto anche del dissenso delle persone, se c’è chi arriva a tanto non possiamo ignorarlo». Marco Schiesaro, sindaco di Cadoneghe, il Comune dove lo scorso 9 agosto venne fatto saltare in aria un autovelox che infliggeva 24.000 multe al mese e dove, poche ore dopo, anche un altro rivelatore venne preso di mira a colpi di pistola, è pure dell’idea che non valga la pena posizionare altri dispositivi. «Già non ero molto convinto prima, ora con quello che è successo, le indagini e tutto il resto, ho deciso di non reinstallare nulla», ha dichiarato. Il primo cittadino di Tribano, Massimo Cavazzana, non ha ancora sostituito l’autovelox contro il quale si era avventato un trattore lo scorso 3 ottobre. Sa bene che la Monselice-Mare, dove l’apparecchio controllava la velocità, «è battuta da molti camion e le auto vanno spesso in sorpasso», però sostiene, «dobbiamo anche trovare un dialogo con la popolazione, magari potremmo accenderlo a fasce orarie e mettere degli avvisi quando è funzionante». Il sindaco di Villa Del Conte, Antonella Argenti, ha dichiarato al Mattino di Padova: «Indubbiamente condanno l’atto di vandalismo e ovviamente non condivido questa “giustizia fai da te”. Tali fatti però ci devono far riflettere seriamente, sia come amministratori così come autorità di pubblica sicurezza». Andava compiuto un’operazione di controllo della velocità su tutto il territorio, sostiene, mentre «a oggi tale percorso è ancora in itinere».Dopo il primo danneggiamento nel Rodigino, a maggio 2023, gli atti vandalici contro i rilevatori di velocità si sono moltiplicati in Veneto e ci sono stati danneggiamenti pure in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Mistero assoluto su chi metta a segno questi colpi. Al momento non ci sono persone indagate, quasi certamente i sabotatori sono diversi e agiscono come improbabili vendicatori degli automobilisti. Fleximan spopola sui social, in molti lo definiscono «l’eroe di cui abbiamo bisogno nell’epoca del buonismo a 30 all’ora», sorvolando sulla questione fondamentale, ovvero che chi compie atti vandalici danneggia apparecchi da parecchie migliaia di euro lungo le strade comunali e statali. A Padova è comparso pure un murale, dove il «giustiziere» ha le sembianze di Uma Thurman nel film Kill Bill diretto da Quentin Tarantino, ritratta con la katana nella mano destra e un palo di un autovelox tagliato nella sinistra. I sindaci dei Comuni dove si trovano alcuni degli apparecchi più «attivi», come quello di Carmignano nel Padovano che lo scorso anno ha incassato 2,3 milioni di euro (+73% in dodici mesi) o di Meolo, sulla Treviso mare, da 3 milioni di euro in multe, temono che Fleximan entri in azione anche nei loro territori, ma dichiarano di non avere alcuna intenzione di mettere le forze di sicurezza a controllare i controllori della velocità.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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