2022-11-23
Tre flat tax, un mini condono e una sforbiciata al cuneo. Rinviata la cura fiscale choc
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Estesa la tassa piatta per i professionisti, sgravi su premi di produttività e benefit. Limite al contante a 5.000 euro. Per i dipendenti, fino a 45 euro in più in busta paga.Dando uno sguardo alla manovra del governo Meloni, approvata dal Consiglio dei ministri, si capisce che in tema di fisco l’esecutivo ha fatto quello che poteva, senza compiere miracoli.Tra le misure più rilevanti, c’è sicuramente la rottamazione delle cartelle esattoriali. Il ministero dell’Economia nei giorni scorsi aveva già annunciato l’intenzione di dare il via a una tregua fiscale, sottolineando, però, che non si tratta di alcun condono. Più in dettaglio, in ballo ci sono sconti o cancellazione diretta degli addebiti pendenti di piccola entità, quelli per cui i costi di riscossione sono molto elevati e che spesso sono legati a famiglie o persone messe in ginocchio dal Covid-19 o dall’impennata dei costi dell’energia. La pace fiscale prevede che le cartelle di importo fino a 1.000 euro e notificate da almeno sette anni (fino al 2015) vengan cancellate. Per gli importi superiori cui molti contribuenti non sono riusciti a far fronte, la manovra prevede l’applicazione di un’imposta unica al 3% o al 5% in sostituzione alle sanzioni, con la possibilità di rateizzare il carico pendente fino a cinque anni. In più, è prevista la rateizzazione dei pagamenti fiscali non effettuati nel 2022 senza aggravio di sanzioni e interessi per chi non ha versato le imposte a causa dell’emergenza Covid, del caro bollette e di comprovate difficoltà economiche. C’è poi l’altra grande protagonista della manovra in tema di fisco: la flat tax. Come ha spiegato la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa, nella manovra ci sono «tre tasse piatte». Tra queste, quella «sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente, con soglia massima di 40.000 euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora». Meloni ha poi anche ricordato ieri l’aumento della flat tax a 85.000 euro e «l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3.000 euro contro il 10% previsto attualmente». Vediamo in dettaglio le tre flat tax previste dal governo. In primis, il regime agevolato passa da 65.000 a 85.000 euro annui. In pratica tutti i lavoratori autonomi e le partite Iva con ricavi e compensi annuali non superiori a 85.000 euro godranno di un’aliquota unica al 15%. La platea di beneficiari, secondo le stime del ministero dell’Economia e delle Finanze, supererà di poco le 100.000 persone.C’è poi una flat tax incrementale l 15% per i lavoratori autonomi con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40.000 euro. In parole povere, l’aliquota verrà calcolata su una quota dell’incremento di reddito 2022, paragonato al più alto reddito dichiarato nei tre anni precedenti e assoggettato all’Irpef. C’è poi anche un incentivo per i lavoratori del settore privato. La terza tassa piatta consiste nell’abbassamento della tassazione sui premi di produttività per i dipendenti. Fino a 3.000 euro di premio la tassazione scenderà da 10% a 5%, sostituendo così l’estensione della totale detassazione sui fringe benefit fino a 3.000 euro, misura che - come da decreto Aiuti quater - scade il 31 dicembre 2022.Sempre per i dipendenti, ma solo quelli a basso reddito, c’è anche un taglio del cuneo fiscale. La misura vale circa 4,185 miliardi e prevede tagli delle imposte sul lavoro del 2% per i redditi fino a 35.000 euro e del 3% per i redditi fino a 20.000 euro. Pallottoliere alla mano, la riduzione di due punti assicura in media 35 euro lordi in più in una busta paga con 13 mensilità da 15.000 euro lordi l’anno. A 20.000 euro lordi l’anno il vantaggio sale a 46 euro lordi mensili, sempre per 13 mensilità. Con il tetto massimo di 35.000 euro si incassano invece 54 euro in più. A conti fatti, l’aumento netto oscilla tra i 24 e i 45 euro al mese. Il governo ha poi ritoccato il tetto al contante. A partire dal primo gennaio del prossimo anno, la soglia per l’uso del contante aumenterà da 1.000 a 5.000 euro. La misura doveva essere parte del dl Aiuti quater e la Lega aveva lanciato l’ipotesi di innalzare il tetto a 10.000 euro. Alla fine, il cdm ha scelto una via di mezzo. Fino al 31 dicembre 2022, va ricordato, il tetto è fissato a 2.000 euro, dopo che nel 2016 era stato fissato a 3.000 euro e dopo che un emendamento approvato durante la conversione del dl Milleproroghe di quest’anno lo avrebbe visto scendere a 1.000 euro a partire dal 2023 (misura poi cancellata dal nuovo governo). Alla base del cambiamento, c’è il fatto che non vi sarebbe alcuna correlazione tra intensità del limite del contante e la diffusione dell’economia sommersa. Anzi, come afferma la Banca centrale europea, il limite all’utilizzo del denaro contante penalizzerebbe proprio i più poveri. Molti altri Paesi Ue non hanno alcun limite e il tasso di evasione è sempre più basso. Una situazione che, aveva spiegato la Meloni, «rischia di non favorire la nostra competitività».