2024-09-23
Così han spostato i soldi per il fiume esondato
Traversara, frazione di Bagnacavallo (Ravenna), invasa dalle acque del fiume Lamone (Ansa)
Con una delibera del 2023 la giunta emiliano-romagnola ha riallocato circa 3 milioni di fondi contro il dissesto, togliendone quasi uno alla sistemazione del Lamone, al centro dell'ultimo disastro. Ora si muove la Procura.Tutte le tragedie hanno un luogo simbolo, quello che ha sofferto il maggior numero di devastazioni o di vittime e che viene elevato, per questo, a emblema. Per l’alluvione di settimana scorsa in Emilia-Romagna, questo luogo simbolo è sicuramente Traversara, piccola frazione del Comune di Bagnacavallo dove diverse case sono state sventrate dalla piena del fiume Lamone. Qui i cittadini, nelle prime ore dell’emergenza, sono stati portati via con gli elicotteri dai tetti dove avevano trovato rifugio. E sempre qui, sabato mattina, il pm Francesco Coco della Procura di Ravenna ha compiuto un sopralluogo per vedere lo stato della devastazione. Una mossa che potrebbe preludere all’apertura di un fascicolo d’inchiesta come già accaduto per la precedente alluvione, quella di fine maggio 2023 (sette, allora, le vittime). In quel caso, il fascicolo aperto per disastro colposo è contro ignoti e la Procura ha da poco reclutato tre esperti del Politecnico di Milano nel ruolo di consulenti: vuole cercare di capire se l’evento di 16 mesi fa fosse prevedibile e, quindi, prevenibile. Durante la sua ispezione, il pm ha incontrato il sindaco di Ravenna e candidato in pectore del centrosinistra a raccogliere l’eredità di Stefano Bonaccini alle prossime regionali, Michele De Pascale: «Ho augurato al pm buon lavoro», ha dichiarato De Pascale al Resto del Carlino, «Il Marzeno e il Lamone? La competenza è della Regione, erano in corso enormi cantieri di disboscamento che sono stati travolti anche quelli dalle acque».Il riferimento, qui, è alla diga di 7.000 metri quadrati di superficie formata da tronchi tagliati e rami che si è generata sul Lamone all’altezza del ponte ferroviario di Boncellino. Tronchi lasciati per terra, una volta tagliati, lungo l’asta del fiume dalle aziende private cui l’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio aveva appaltato gli sfalci e che, a causa dell’ingrossamento del fiume, sono stati trascinati a valle, hanno creato il tappo al ponte ferroviario e hanno causato, perciò, lo scavalcamento degli argini e la devastazione a Traversara.Si poteva evitare? Sicuramente se tutti i tronchi fossero stati portati via una volta tagliati, almeno il tappo a Boncellino sarebbe stato meno impressionante e, forse, più gestibile. Questo è uno degli aspetti su cui dovrebbe far luce la Procura di Ravenna, intenzionata come detto ad aprire un’inchiesta anche per verificare l’eventuale bontà di alcune scelte prese dalla Regione, come ad esempio quella di procrastinare la realizzazione di opere idrauliche definite, invece, come prioritarie.Il fatto che il pm Coco sia partito ispezionando Traversara potrebbe non essere un caso. Qui, infatti, la rottura dell’argine del Lamone e il consequenziale allagamento della frazione erano dei rischi ben chiari per la Regione Emilia-Romagna. Nel febbraio 2023, però, l’ente ha deliberato il posticipo di interventi strutturali fondamentali per la messa in sicurezza del fiume Lamone, che includevano il tratto di argine a Traversara. Il motivo di questa decisione? C’era la necessità di ricollocare fondi stanziati per alcune opere verso altre priorità, come la sistemazione del nodo idraulico di Parma e Colorno. Per coprire le maggiori spese di questo intervento, si era pensato prima di azzerare i fondi già allocati su altre due criticità da risolvere (tra cui quella di Traversara) mentre successivamente si è arrivati alla loro drastica riduzione. In particolare, il «Progetto di messa in sicurezza delle località Mezzano, Villanova e Traversara», cui era stato assegnato un importo di 1,2 milioni di euro, è stato diminuito di 933.146 euro, lasciando solo briciole per la sistemazione dell’area. Questa decisione ha avuto come conseguenza diretta la mancata realizzazione degli interventi strutturali sull’argine di Traversara, la cui vulnerabilità era già evidente dopo l’alluvione del 2023. Sebbene la Regione avesse previsto di riprogrammare gli interventi nella zona di Traversara nelle fasi successive, il rinvio ha aumentato il rischio di cedimenti, come purtroppo si è verificato la scorsa settimana.Come detto, sono stati due gli interventi «tagliati»: oltre all’argine di Traversara, per finanziare i lavori a Parma-Colorno Stefano Bonaccini, la sua vice Irene Priolo e tutta la giunta dem emiliana decisero anche di dare una sforbiciata al «Completamento dei lavori di adeguamento sezioni di deflusso tratto arginato» lungo il torrente Sillaro, nel Bolognese. Intervento per cui erano stati stanziati 3 milioni di euro, poi scesi a 667.000. Il Sillaro ha rotto anch’esso gli argini, la scorsa settimana, sommergendo Castel Guelfo e Sesto Imolese per l’ennesima volta. Quindi, taglia di qui e taglia di là, per Parma e Colorno i 3,2 milioni richiesti sono spuntati fuori. Ma a che prezzo.La scure bonacciniana è stata contestata, almeno nelle fasi iniziali della «trattativa» per decidere il da farsi, dal geologo Giuseppe Travia del ministero dell’Ambiente, che aveva sottolineato, come si legge nel verbale relativo a due riunioni del Comitato di indirizzo per la gestione dell’accordo di programma sottoscritto da Regione e ministero dell’Ambiente finalizzato «alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico» (e siglato nel 2010, ben 14 anni fa), che «i due interventi per i quali la Regione propone il differimento risultano programmati quali opere urgenti e prioritarie». Addirittura, sottolinea ancora Travia, l’intervento sul Sillaro «risulta finanziato dalla seconda metà del 2018». Da qui la richiesta alla Regione di giungere «in tempi rapidi a un livello di progettazione avanzato». Medesime perplessità erano state avanzate nello stesso incontro dall’ingegner Sabato Sergio, rappresentante della Protezione civile.Insomma, gli alluvionati per l’ennesima sanno a chi dovrebbero chiedere i danni.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.