2022-08-23
La fissa per la Meloni travia i dem: «Viva le devianze». Cioè droga, alcol e violenza
La leader di Fdi promuove lo sport per salvare i giovani da crimine e autodistruzione. Enrico Letta rosica e si fa male da solo con un tweet che sembra l’apologia delle baby gang.sulle liste; dopo tutto questo, Letta ieri ha pensato bene di lanciare su Twitter il lunare hashtag #VivaLeDevianze. Direte voi: al Nazareno sono forse impazziti? Non sapremmo rispondere, ma - nel tentativo di cercare almeno una spiegazione - possiamo dire che tutto nasce da quella che è ormai un’ossessione del segretario Pd, nonché l’unico schema di gioco costantemente scelto dai dem in questa campagna elettorale: attaccare sempre e comunque Giorgia Meloni, cercare la contrapposizione sistematica con lei, e - a prescindere - dire sempre il contrario rispetto alle tesi sostenute dalla leader di Fdi. Peccato che il format appaia surreale quando la Meloni dice cose di elementare buon senso. riflesso pavlovianoAd esempio, nei giorni scorsi, la candidata premier del centrodestra aveva diffuso un video per valorizzare lo sport come veicolo anche sociale per i giovani. Nella breve clip, la Meloni faceva l’esempio dell’Islanda, che aveva negli anni Novanta tassi altissimi di abuso di alcool e tabacco e di tossicodipendenza tra i giovani, e che è riuscita a capovolgere quel trend, realizzando un caso di successo, anche grazie a un forte programma centrato sullo sport giovanile. La Meloni concludeva così: «Lo sport sarà anche per noi un centro di investimento strategico […] per consentire a tutti i ragazzi di mettere a frutto il loro talento sportivo». E ancora: «Quanti nuovi Francesco Totti, quanti piccoli Juri Chechi, quanti fratelli Abbagnale ci siamo persi, per non aver dato loro la possibilità di fare sport? Quanti di loro sono stati inghiottiti dalle devianze che affliggono i nostri ragazzi quando vengono lasciati soli?».Ora, qualunque sia l’opinione politica generale di ciascuno, qui è veramente difficile equivocare: la Meloni cita lo sport come strumento per contrastare l’abuso di droga e alcool e la caduta nella violenza giovanile. E invece? E invece Letta e il Pd si sono aggrappati alla parola «devianze» per accreditare la tesi di una Meloni - non sappiamo in che senso, proviamo solo a intuire - pronta a discriminare o a immaginare una specie di sabato fascista con relativo salto nel cerchio di fuoco. Ma per Letta - evidentemente - il contenuto delle frasi della Meloni non conta più: importa solo la Meloni stessa, contro cui, con una specie di riflesso pavloviano, occorre necessariamente scattare, indicando pericoli autoritari. E qui l’albero delle ipotesi si fa ancora più binario: se questa contrapposizione gratuita e ossessiva non renderà al Pd, ma porterà la Meloni al 30%, saremo dinanzi a uno spettacolare atto di autolesionismo politico; se invece, in qualche modo, consentirà a Letta di raccogliere il raccoglibile, di coagulare sul Pd altri voti di sinistra (anche a scapito dei suoi alleati), vorrà dire che il segretario dem ha una stima piuttosto bassa dei suoi elettori, per richiamare i quali pensa forse sia sufficiente mostrare un drappo (più nero che rosso) per farli infuriare come tori. Siamo a questo livello? Peraltro ieri la coazione a ripetere ha conosciuto un’ulteriore replica, con la sinistra scatenata contro il fatto che la Meloni abbia ripubblicato il video di uno stupro avvenuto a Piacenza contro una signora ucraina da parte di un richiedente asilo. Anche in questo caso, lasciando spazio a un riflesso psicologico abbastanza bizzarro: con i dem che non hanno speso molte parole a favore della vittima (né contro l’aggressore) ma si sono concentrati solo sul solito bersaglio polemico, e cioè la Meloni. masochismoSu tutto questo, la leader di Fdi ha avuto buon gioco a maramaldeggiare con un altro video: «Non so se la questione sia “insultare per forza Giorgia Meloni”, e dimostrare così che non si hanno molti argomenti oppure se il Pd crede davvero alle cose che sta dicendo e scrivendo», ha esordito. Dopo di che, sgranando gli occhi per lo stupore, la Meloni ha ricordato, dizionario alla mano, che per «devianze» si intendono «comportamenti che violano le norme». Poi, citando il sito adolescenza.it, la leader Fdi ha ricondotto il concetto di devianza giovanile alla «violazione delle leggi, all’abuso di sostanze stupefacenti, al vandalismo, alla violenza contro le persone». Conclusione sarcastica della Meloni: «Enrico Letta, viva le devianze?». Eh sì, perché poi, a forza di polemizzare contro la Meloni, resta l’effetto più «basico» e insieme più masochistico della sortita lettiana: finire - inconsapevolmente - per schierare il Pd con l’abuso di alcolici o stupefacenti o con chissà quali bravate da balordi. No, decisamente non è stata una gran trovata.
Jose Mourinho (Getty Images)