2020-12-27
Fingono il miracolo delle fiale. Ma sul vaccino abbiamo tempi incerti e nessun piano
Sono mancate le majorettes e la banda cittadina, ma il furgone carico di vaccini anti Covid è stato comunque accolto da un trionfalismo degno del rientro in patria degli azzurri dopo la vittoria del mondiale. Anzi, di più. Ad attendere il veicolo, proveniente dal Belgio e carico di ben 9.750 dosi pronte per essere inoculate, c'erano una scorta della polizia e un'altra dei carabinieri, perché quello giunto da Bruxelles è oro liquido. Soprattutto non è mancato il contorno di cineoperatori, che hanno ripreso il viaggio dal Brennero a Roma del Mercedes attrezzato con cella frigorifera per meglio conservare le fiale della Pfizer. E i tg hanno accompagnato l'arrivo del mezzo con parole cariche di enfasi, e a nessuno sarà sfuggita la coincidenza della consegna dei vaccini proprio nel giorno di Natale, una simbologia che dice tutto: la casa farmaceutica che ha messo a punto la medicina anti coronavirus come Babbo Natale e Giuseppe Conte, che lo fa arrivare nel giorno in cui per i cattolici nasce Gesù Bambino, una specie di Padreterno. Sì, il presidente del Consiglio ha fatto il miracolo di far coincidere la festività cristiana con la festa per la salvezza umana, perché il vaccino serve a salvare una vita. Cose da non credere. E infatti non ci si crede. In particolare, non si capisce l'entusiasmo per l'arrivo di 9.750 fiale, che - fatti due conti - bastano a mala pena per vaccinare gli infermieri della Liguria o della Sardegna: dipende solo da dove si vuole cominciare. Secondo l'Istat, in Italia ci sono circa 400.000 operatori medici, ai quali si somma circa un altro milione di persone che svolgono servizi nell'area della salute. Ma volendoci limitare ai camici che lavorano in ambito ospedaliero, diciamo che si arriva a circa mezzo milione tra medici e infermieri. Dunque, le dosi giunte dal Belgio e accolte dalle fanfare della comunicazione governativa, bastano per un cinquantesimo del personale. Per non parlare poi degli anziani che, secondo il commissario straordinario all'emergenza, sarebbero stati tra i primi, insieme con gli operatori della Sanità, a essere vaccinati. Nel nostro Paese, nelle cosiddette Residenze sanitarie, sono ricoverati in 300.000, mentre a casa, assistiti da parenti o da badanti, ci sono circa 2,8 milioni di anziani non autosufficienti e dunque bisognosi di cure e, per definizione, fragili. A che cosa servono 9.750 fiale su un bacino potenziale di persone da mettere al riparo dal contagio che assomma a oltre 3 milioni di individui? Per dirla chiara, senza voler eccedere in polemiche, le poche migliaia di fiale arrivate il giorno di Natale con tanto di scorta e squilli di tromba della comunicazione di Palazzo Chigi, non servono a nulla. E infatti in altri Paesi nessuno si è messo a suonare la tromba. Le fiale sono giunte dentro grosse scatole e, come è accaduto in Spagna, sono state portate senza scorta o altro nel centro incaricato di inoculare le dosi. Nessuno sa spiegare il senso di un corteo dal Brennero allo Spallanzani e nessuno sa dire perché le fiale non siano state spedite su un aereo, ma abbiano dovuto attraversare mezza Europa e poi essere scortate sino a Roma e da lì essere trasferite a Pratica di Mare. Non era più facile caricare tutto su un volo da Bruxelles a Fiumicino? Domande, le nostre, destinate a rimanere senza risposta. Così come cadono nel vuoto gli interrogativi riguardanti l'arrivo della fornitura più importante del vaccino. Il commissario all'emergenza Domenico Arcuri, a chi lo interroga, risponde dicendo di sperare in una consegna veloce ma, essendoci di mezzo l'uomo che garantì l'arrivo dei banchi scolastici per l'apertura delle scuole, si tratta di capire che cosa si intenda per consegna in tempi rapidi. Lo Speedy Gonzales di Invitalia era certo che sarebbero state messe a disposizione degli italiani anche le mascherine a prezzo calmierato, ma poi, come si è visto, per il giorno della riapertura, alla cifra di 50 centesimi indicata dal flop manager non c'era traccia di alcun dispositivo. Lo stesso si può dire dei posti letto in terapia intensiva, che secondo Arcuri in vista della seconda ondata sarebbero stati raddoppiati, ma che, al momento del bisogno, abbiamo scoperto essere aumentati meno della metà. Per non dire appunto dei tavoli a rotelle inventati da burocrati senza alcuna rotella.In America, le autorità hanno annunciato di aver già vaccinato un milione di persone in poche settimane e in Gran Bretagna, il 16 dicembre, le persone a cui era stato inoculato il farmaco della Pfizer erano più di 140.000. In Germania hanno cominciato ieri, con il primo lotto di 150.000 dosi. Da noi, la prima fiala verrà usata oggi, ma al momento non si sa quando seguiranno le altre e soprattutto quale sarà il piano vaccinale, quale la distribuzione territoriale e i tempi della campagna anti Covid. Una cosa sola è certa: con 9.750 dosi, a ogni provincia italiana toccheranno una novantina di fiale: una ogni 6.000 abitanti. E se, come dicono, presto arriveranno dosi per un milione di persone, rimarranno 59 milioni di italiani che dovranno aspettare. Insomma, un miracolo in linea con altri della Sacra famiglia Conte-Arcuri.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)